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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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giovedì 27 agosto 2020

L’AMMUINA DI PD E M5S

Pelo irto e tanta cagnara ma, proprio come due gatti che litigano, Pd e grillini a Roma sembrano non volersi fare male neanche un po’. Sì, il presidente della Regione e segretario Dem, Nicola Zingaretti, ha attaccato il sindaco di Roma, Virginia Raggi, stando ben attento a non nominarla ma definendola “il principale problema di Roma in questi ultimi anni”. E, sì, qualche esponente grillino è insorto, anche con parole forti, come Max Bugani, che ha invitato Zingaretti a un bagno di umiltà. Ma, appunto, solo tanta cagnara. Il concreto sospetto è che continui la commedia delle parti dei due sodali che di giorno si spartiscono le poltrone a Palazzo Chigi e di notte si insultano sui social a beneficio delle curve dei rispettivi tifosi.
Dopo i risultati delle elezioni regionali e del referendum sul taglio dei parlamentari - nel Lazio si sommano anche 36 rinnovi di sindaci dei quali 11 di città con popolazione superiore ai 15mila abitanti e alcuni centri (Colleferro, Fondi e Terracina sugli altri) di particolare significato politico - inizierà la vera corsa su Roma che, al momento, vive di tante chiacchiere e poche certezze.
Ad oggi la sola certezza è che Virginia Raggi corre per il bis.
Le rilevazioni di gradimento (che confortano molto il mondo grillino) accreditano alla Raggi un 20 percento di consenso. Ma è un dato che dovrà essere per forza rivisto al ribasso quando arriveranno i nomi alternativi di sinistra e di destra. Del resto, da quando la Raggi siede a Palazzo Senatorio i 5Stelle nella Capitale hanno collezionato un’impressionante serie di sconfitte elettorali con erosione costante del consenso: politiche, regionali e suppletive nei Municipi hanno testimoniato l’incapacità dei grillini di reggere alla prova delle urne. E non si vede davvero come il trend possa invertirsi visto lo stato di totale degrado e abbandono della città a qualunque livello. Inoltre, per la Raggi c’è da contenere il dissenso interno - le difese di Virginia sono molto d’ufficio e molti dei suoi sono quanto meno tiepidi sulla sua ricandidatura - e da aggregare gente realmente spendibile nelle liste civiche di sostegno.

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