*****************************************************************************************************************************************************************************************************************************************************

In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

*****************************************************************************************************************************************************************************************************************************************************

sabato 30 novembre 2019

VENERDÌ NERO PER I TRAM: (QUASI) TUTTI BLOCCATI


Mancava solo la linea 2 per fare l’en plein. Ieri mattina - con l’esclusione della linea 2, appunto - per oltre un’ora tutte le linee tram di Roma si sono fermate. Le linee 3 e 8 si fermano alle 9.45 circa, a causa di un incidente con due moto a viale di Trastevere angolo via Carlo Porta. Poco dopo, 10.27, salta il nodo di Porta Maggiore per problemi alla linea elettrica e si fermano tutti insieme il 5, 14, 19 e il trenino Termini-Giardinetti. Il servizio, alla fine riprende per tutti un po’ dopo le 11.00 non senza aver creato prima disagi agli utenti. 


RIFIUTI; TECNICI AL LAVORO


Lunedì 2 seconda e ultima riunione del tavolo tecnico sui rifiuti con invito anche al neo amministratore unico di Ama, Stefano Zaghis. Ieri Regione, Città Metropolitana e Comune si sono incontrati, in “casa” Zingaretti, nella sede della Giunta regionale. Al tavolo i tre direttori apicali sul cui capo ricade la gestione del ciclo dei rifiuti: Laura D’Aprile, per il Campidoglio, Paola Camuccio per Palazzo Valentini e Flaminia Tosini per la Regione. 
Note ufficiali non ne sono state rilasciate, quindi, le notizie che trapelano sono tutte indiscrezioni informali. Incontro tecnico, incentrato principalmente all’analisi dei criteri da utilizzare nella selezione delle cosiddette “aree bianche”, ovvero quelle zone del territorio sul quale è possibile realizzare impianti per il ciclo dei rifiuti. Impianti che possono andare dai tritovagliatori, agli inceneritori, dai TMB (trattamento meccanico biologico) ai termovalorizzatori fino alle discariche di servizio.
Sono le diverse normative nazionali e regionali quelle che determinano la scelta di un’area: la vicinanza di scuole, ospedali, case di cura o luoghi vincolati, abitazioni e via dicendo sono gli elementi principali che portano a indicare un’area come “bianca”, cioè senza elementi che vietino di realizzare impiantistica per i rifiuti.
Lunedì, dunque, secondo round con l’invito a Zaghis per chiudere martedì quando, almeno su carta, scadrà l’ultimatum della Regione e il tavolo dovrebbe produrre una relazione finale
Che il clima non sia esattamente entusiasta emerge dalle parole dell’assessore regionale ai Rifiuti, Massimiliano Valeriani: “La notizia positiva è che il tavolo è aperto e ci si sta confrontando. La prima cosa prevista dall'ordinanza sta andando avanti, quindi siamo tutti fiduciosi. È nell'interesse di tutti trovare un percorso condiviso, perché il problema dei rifiuti non è un problema di qualcuno contro l'altro ma della città nel cui interesse va risolto”. Con una sottolineatura: “e va risolto a RomaE mentre in Regione ci si consola con l’apertura del tavolo, l’ennesimo “nuovo” corso Ama in salsa grillina lancia il “piano industriale partecipato, fatto, per la prima volta, anche dai 7.500 dipendenti di Ama”. Ovvero, un sondaggio interno rivolto ai lavoratori dell’azienda invitati a “dare un contributo di idee per le attività future dell’azienda a breve, medio e lungo termine”. Con una lettera ai dipendenti, Zaghis spiega il “rovesciamento della piramide gerarchica” aggiungendo “del resto anche Steve Jobs ha lavorato alla Atari”. La stessa Ama che prevede di assumere “350 nuovi dipendenti” per “rinforzare gli addetti ai servizi di pulizia e raccolta dei rifiuti” più 5 dirigenti apicali in “ruoli di comando in settori operativi”.

FERROVIE CONCESSE, DALLA REGIONE 800 MILIONI PER RISTRUTTURARLE


Ottocento milioni di euro: questa è la promessa della Regione Lazio per rimettere in piedi le disastrate ferrovie Roma-Lido di Ostia e Roma-Civita Castellana-Viterbo
Una promessa - a dire il vero - già sentita altre volte senza che, alle parole, seguissero i fatti. 
Ieri mattina l’assessore ai Trasporti della Regione, Mauro Alessandri, ha illustrato alla stampa i provvedimenti: una parte dei fondi (334 milioni) deriva dal Fondo Sviluppo e Coesione e l’altra parte (mezzo miliardo circa) sarà trovata fra i fondi regionali
Questa maxi operazione di ristrutturazione coincide con la fine della gestione Atac delle due linee: dal 1 gennaio 2020 all’azienda del Campidoglio subentrerà la regionale Astral per la manutenzione delle infrastrutture e dal 1 gennaio 2021 Cotral ne prenderà il posto per la gestione del servizio viaggiatori. 
Le novità del servizio partono intanto dai treni: 315 milioni di euro (su 800) saranno spesi per comprare 38 nuovi convogli, 20 per la Roma-Lido e 18 per la Roma-Viterbo. 
A quelli per Ostia, poi, andranno anche sommati i convogli acquistati dal Campidoglio con i soldi (45 milioni) che la Roma verserà per il nuovo Stadio di Tor di Valle. 
Altri 34 milioni saranno spesi per restaurare i migliori fra i treni oggi in servizio sulle due linee (19 per Ostia e 15 per Viterbo).
Gli altri 450 milioni circa saranno investiti per le opere sulle infrastrutture. Sinteticamente: sulla Roma-Lido andranno altri 125 milioni che serviranno per la tecnologia di comunicazione fra la terra e il treno, il potenziamento della linea elettrica, nuovi scambi e binari, interventi nelle stazioni, barriere fonoassorbenti e recinzioni, e il nuovo deposito dei treni a Ostia Lido. In totale, saranno 189 i milioni destinati alla linea per Ostia. 
Ancor più consistente l’intervento sulla Roma-Viterbo: poco più di 320 milioni serviranno per far ripartire il cantiere del raddoppio del capolinea Flaminio dove c’è lo scambio con la linea A il cui cantiere è rimasto impigliato nella disastrosa gestione di Atac. Fra Riano e Morlupo, tratta extraurbana, verranno raddoppiati i binari e verrà predisposto il raddoppio anche fra Riano e Montebello (inizio della tratta urbana di Roma). Una consistente fetta dell’investimento andrà poi a coprire del potenziamento della linea elettrica e un’altra parte finanzierà i costi del potenziamento del deposito di Acqua Acetosa. In totale, saranno 392 i milioni destinati alla linea per Viterbo. 


Secondo l’assessore Alessandri quella della Regione è una “strategia di gestione” delle due linee. A chi chiedeva se non sarebbe stato meglio cedere al Campidoglio la Roma-Lido di Ostia e la Roma-Giardinetti (terza ferrovia di proprietà della Regione su cui però non risultano investimenti), Alessandri ha risposto che mentre per la Roma-Giardinetti era stata avviata un’”interlocuzione col Comune” interrotta dai “cambi di assessore”, per la Roma-Lido sarebbe stata necessaria una “manifestazione di interesse” che, evidentemente, non è mai arrivata da Palazzo Senatorio alla Regione. 
Ottimista, Alessandri, sui tempi: “36 mesi la durata dei lavori”, dice, ipotizzando un cronoprogramma rapido, il 28 febbraio, per le manifestazioni di interesse delle aziende a fornire i primi 11 nuovi treni. E resta il dubbio: ammesso che gli 800 milioni ci siano tutti, cosa sarebbe accaduto se fossero stati stanziati (e spesi) 7 o 8 anni fa.


Nella tabella, l'elenco dettagliato degli interventi
Legenda: FSC: Fondo Sviluppo e Coesione

martedì 26 novembre 2019

CONTINUA IL DISSERVIZIO ATAC: A OTTOBRE PERSA PIÙ DI UNA CORSA SU 10


Nonostante l’arrivo di quasi l’intera fornitura dei 227 bus turchi, Atac continua a perdere corse e chilometri: come a settembre, anche a ottobre si perde più di una corsa su dieci. E viene fuori pure un trucco contabile per poter continuare a sostenere che va tutto bene. 
Andiamo per ordine. 
L’Azienda di via Prenestina ha diffuso i dati sul servizio reso ad ottobre quando, sui 227 nuovi bus prodotti in Turchia, ne erano stati consegnati già 203. Il risultato è lontanissimo dal rispettare i parametri del Contratto di Servizio col Comune
Ad ottobre Atac avrebbe dovuto, da contratto, percorrere oltre 9 milioni di km fra bus, tram, filobus e i minibus elettrici
S’è fermata ben al di sotto degli 8 con una differenza di quasi un milione e 100 mila km in meno pari a un -12%. Ovvero, salta ben più di una corsa su dieci.
Guardando più nel dettaglio: i bus, quelli di Atac rinasce” della vulgata grillina, dovevano fare quasi 8,3 milioni di km. In realtà ne hanno percorsi 7,4 con un ammanco di 900mila km (-10,7%). Tragico il risultato dei bus elettrici, quelli piccolini che transitano per il centro storico che segnano un -58% fra km percorsi e quelli previsti. Salta una corsa su tre per i filobus e manca il 16% delle corse dei tram


Tabella 1 - I dati Atac sul servizio reso rispetto al programmato nel mese di Ottobre 2019

Tabella 2 - Il raffronto dei dati sul servizio reso rispetto al programmato
nei mesi di Ottobre 2016, 2017, 2018 e 2019

Tabella 3 - Il raffronto dei dati sul servizio reso rispetto al programmato 
nei primi 10 mesi degli anni 2016, 2017, 2018 e 2019

Passando alle metropolitane lo scostamento fra il programmato e il percorso è molto più contenuto: invece di 800mila km, le tre linee ne hanno percorsi 790 mila (-1,26%).

Leggendo con attenzione questi rapporti, viene fuori anche quello che appare a tutti gli effetti un trucchetto contabile per sistemare le perdite di km
Nei report di settembre e ottobre è stata inserita questa dicitura: “Il servizio "programmato" è quello previsto dai "livelli adeguati di servizio'' (LAS del Contratto di Servizio) , indicati nella Delibera Giunta Capitolina N°273/2015, che non coincide con la previsione di servizio definita dall'Azienda (Budget Aziendale)”. 
Tradotto: il Comune e Atac hanno siglato un contratto. Poi, io azienda Atac faccio come mi pare. 
Fino ad agosto il riferimento era solo alle previsioni del Contratto di servizio che è di esclusiva competenza del Consiglio comunale e non della Giunta. 
Il report sul servizio reso rispetto al programmato nel mese di Ottobre 2019

Il report sul servizio reso rispetto al programmato nel mese di Settembre 2019

Il report sul servizio reso rispetto al programmato nel mese di Agosto 2019
Abbiamo chiesto spiegazioni ufficiali ad Atac senza ottenerne. Informalmente, spiegano che la discrepanza, autorizzata dalla Giunta, è alla base del pagamento reale del chilometraggio percorso e delle penali comminate ad Atac per i disservizi.

ROMA TPL NUOVA GARA ANCORA LONTANA


Se il servizio reso all’utenza da Atac ad ottobre 2019 continua nel segno pesantemente negativo, non va meglio per Roma Tpl, il consorzio privato che gestisce, per conto del Comune, cento linee di trasporto bus in periferia
Ieri seduta della Commissione Mobilità dedicata proprio a Roma Tpl. Siamo alla quarta proroga del vecchio contratto di servizio: sottoscritto nel 2010, scadeva a maggio 2018 ma i 5Stelle dal 2016 lavorano a una nuova gara senza mai riuscire a portarla a compimento. Ora si attende il 12 dicembre quando il Consiglio di Stato si pronuncerà in secondo grado, su appello del Comune che aveva perso davanti al Tar subendo l’annullamento della gara. Per il nuovo bando, quindi, sarà necessario aspettare.
Nella Commissione è stato affrontato il problema del livello del servizio. Roma Servizi per la Mobilità afferma: “fino al 2016 il livello si è tenuto abbastanza bene ed è andato via via degradando fino al 2018 con una perdita del 13%. Solo a settembre 2019 siamo risaliti con perdite solo del 10%”. A ridurre il numero dei bus (oltre 130 fermi in officina su 462 vetture) le buche e anche gli alberi non potati che finiscono per distruggere le antenne delle rilevazioni delle posizioni dei veicoli. Altro tema caldo, quello degli stipendi dei dipendenti, troppo spesso pagati in ritardo con i sindacati che chiedono a gran voce che il Comune subentri al Consorzio in caso di ritardo.

880 MILIONI DI EURO PER IL TPL


Ottocento ottanta e spicci milioni di euro. Tanto è costato l’intero sistema del trasporto pubblico locale di Roma. Il dato è contenuto nell’ultimo bilancio consuntivo del Campidoglio, quello relativo all’anno 2018 e, a fronte di un impegno di spesa preventivato in 755 milioni, alla fine il cassiere di Palazzo Senatorio ha finito per staccare assegni molto più consistenti. Nel calderone di questi 880 milioni ci finiscono Atac e Roma Tpl, con i loro contratti di servizio. Per Atac, il Campidoglio ha due tariffe, quella “piena” e quella “ridotta” che viene corrisposta per quei km che l’Azienda non percorre a causa di eventi indipendenti. La tariffa piena prevede 3,38€ a km per i bus; 4,75 per i bus elettrici; 6,61€/km per i filobus e 7,09 per i tram. Per le metropolitane, invece, il Campidoglio versa 17,23 € per ogni km percorso. La tariffa ridotta è pari a due terzi di quella piena. 

I VENERDÌ NERI DI ATAC


Non bastassero i disservizi abituali di Atac, la carenza di vetture, il traffico, arriva l’ennesimo scioperetto a creare nuovo caos nella già disastrata mobilità capitolina. Questa volta niente astensione di venerdì, un classico nel suo genere. Lo sciopero si farà di lunedì. Peccato che sia il 9 dicembre e, per quanto l’8 cada di domenica, la scelta della data finisce per alimentare le solite polemiche sugli scioperi un po’ da weekend lungo. Questa volta Ad incrociare le braccia, infatti, saranno i lavoratori iscritti al sindacato Slm - Fast Confsal Lazio di Atac, quelli di Osp Faisa-Cisal di Cotral e quelli del trasporto pubblico locale della società Ago Uno operante nei comuni di Albano Laziale, Ariccia, Genzano, Lanuvio e Nemi.
Per Roma e Atac lo sciopero durerà 4 ore, dalle 10 alle 14. In quel lasso di tempo “nessuna partenza dovrà essere effettuata dai capolinea e dalle stazioni”, come da proclama del sindacato SLM - Fast Confsal Lazio che in una nota spiega le motivazioni della protesta: “Atac vive due realtà separate. Quella raccontata dalla società che parla di bilanci positivi, autobus nuovi, aumento dei ricavi, casting. E quella che vive il personale fatta di aumenti del carico di lavoro, vedi turni a nastro, negazione delle ferie; mancanza di materiali rotabili; mancanza di bus; scarsa manutenzione; problemi di sicurezza; aggressioni” e via dicendo.
Per concludere, il Slm Fast spiega ancora: “In base a tutto questo abbiamo intrapreso la vertenza, convinti che non possiamo più attendere oltre per la soluzione di questi problemi. Nonostante ciò il personale continua con grande attaccamento a prestare servizio. Pertanto è doveroso che il nostro sindacato si batta per chiedere i giusti diritti per il personale operativo”.
Se poi si fa un rapido giro sulle date degli scioperi, emerge la singolare coincidenza - spesso sfruttata da chi siede al Governo, cittadino o nazionale che sia e l’ultimo in questo senso era stato il capo politico dei 5Stelle, Luigi Di Maio - che quasi tutti gli scioperi vengano proclamati di venerdì.
Andando a ritroso, solo quest’anno, a Roma sono stati convocati 14 scioperi. Due di giovedì - 17 gennaio, trasporti; e 20 giugno, trasporti poi revocato - uno di martedì - 25 giugno, trasporti - e uno di mercoledì - 24 luglio, ancora nel settore trasporti. Dopo di che, tutti gli altri di venerdì. A febbraio, l’8, personale di Trenitalia; e 15, Roma Tpl (il gestore privato delle linee periferiche di bus romane). Poi, a marzo l’8, sciopero generale e nei trasporti, il famoso “sciopero per la pace nel mondo”, e il 25, per i lavoratori delle metropolitane romane poi revocato. Calendario di aprile, una sola astensione, il 12, sempre nel settore trasporti. Uno anche a maggio, il 17, ancora nei trasporti. L’unico di luglio, il 26, finito poi revocato. A settembre, il 26 sempre i trasporti. A ottobre lo sciopero generale contro la Raggi sempre di venerdì, il 25. A novembre, altro generale ma sui trasporti: treni e bus fermi il 29. 

sabato 23 novembre 2019

GALLERIA GIOVANNI XXIII, LAVORI A RATE E NUOVE CHIUSURE


Sembra diventata la nuova Fabbrica di San Pietro: è la Galleria Giovannio XXIII, solo croce e niente delizia per gli automobilisti romani. Che, a giorni, chiuderà per l’ennesima volta, dopo la chiusura di ieri, per consentire i lavori di ammodernamento del sistema di illuminazione
Lavori infiniti, a quanto pare. L’ultima nota di Palazzo Senatorio è di giovedì pomeriggio: “per i lavori adeguamento dell’impianto di illuminazione e sostituzione dei quadri elettrici nel tratto tra via del Foro Italico e via Trionfale la Galleria Giovanni XXIII sarà chiusa a partire dalle ore 21 del 22 novembre”. 
Il Campidoglio indica anche date e orario: le prossime “chiusure della Galleria avverranno: sabato 23, per tutto il giorno con riapertura domenica 24 dalle 9 di mattina”. 
Poi, ancora chiusa dalle 21 di venerdì 29 novembre, tutto sabato 30 per riaprire domenica 1 dicembre ancora alle 9. Dopo di che si passa alle chiusure notturne: 2, 3, 4, 5, 6, 9, 10, 11, 13, 14, 16, 17, 18, 19, 20 e 21 si chiude alle 21 e si riaprono i battenti la mattina successiva alle 6. 
La Galleria rimarrà aperta dal 25 al 28 novembre e il 7, 8, 12, 15 e 22 dicembre. 
Andando a spulciare nei comunicati del Campidoglio, però, viene fuori che la Galleria era già rimasta chiusa per una ventina di giorni abbondante questa estate e, ancora, a luglio dell’anno scorso. 
Se poi, ci si fa un giro per gli account twitter della Polizia locale, di Luce Verde e di Astral il quadro è davvero inquietante: le chiusure notturne sono quasi una costante, così come i problemi all’illuminazione. Luci spente a gennaio, marzo, settembre e novembre in giorni diversi con laconici annunci dei Vigili di procedere con cautela per il fuori servizio delle lampadine. Poi le chiusure per lavori che, con un conto approssimativo assommano a 29 giorni consecutivi di totale blocco dei transito più almeno altri 24 di chiusure notturne solamente in quest’anno.
L’ultima lunga chiusura sono stati i 22 giorni di questa primavera e gli 8 giorni di questo agosto.
 Ad agosto, con tanto di comunicati trionfali del Campidoglio per annunciare la fine lavori addirittura con due giorni di anticipo sul previsto: invece di riaprire il 2 settembre, i cantieri terminarono il 31 agosto con il sindaco, Virginia Raggi, che cinguettava “Riaperta al traffico la Galleria Giovanni XXIII, a nord della città, dopo i lavori di Acea sull’impianto di illuminazione. Un lavoro terminato in anticipo rispetto ai tempi previsti a beneficio della viabilità nel giorno del derby Lazio-Roma” con rimando all’immancabile pagina facebook: “Grazie a 950 nuovi proiettori a Led viene assicurata una maggiore visibilità agli automobilisti, che potranno percorrere la galleria in tutta sicurezza. A ciò si aggiunge il forte risparmio energetico che garantisce questa tecnologia. Il lavoro è stato eseguito nel tratto di 3 km tra lo svincolo di via della Pineta Sacchetti e via del Foro Italico e completa l’intervento effettuato lo scorso anno”. 

Certo, che il 5 settembre, appena 4 giorni dopo la fine dei lavori, e poi il 17 novembre le luci fossero di nuovo spente sarà stato un caso maligno, uno di quei complotti tipo forni e frigoriferi. 





Fatto sta che ora si ricomincia. Sempre l’illuminazione da rifare e ancora chiusure per la nuova Fabbrica di San Pietro.




EUROPEI DI NUOTO, ROMA CI CREDE



Per l’assegnazione degli Europei di Nuoto del 2022 siamo alla stretta finale: ieri, in Campidoglio, visita della delegazione della Ligue Europeenne de Natation (Len) per l’ultimo sopralluogo prima della decisione finale che potrebbe avvenire a giorni. 
Abbiamo tutte le carte in regola affinché la scelta ricada sull'Italia e su Roma, che vuole confermarsi protagonista di grandi rassegne sportive”. Sprizza ottimismo Virginia Raggi, sindaco di Roma, quando commenta la visita della Len in Campidoglio per per l'ultimo esame della candidatura all'organizzazione dei Campionati Europei delle discipline acquatiche nell'agosto del 2022, per cui sono in lizza anche altre città europee. 
La delegazione della Ligue era composta da Paolo Barelli, presidente Len oltre che numero uno della Federazione Italiana Nuoto, dal vicepresidente Andrii Vlaskov, dal segretario generale David Sparkes e dal direttore esecutivo Gianni Minervini.
Durante la visita a Roma, la delegazione Len ha avuto tutti i ragguagli sul progetto e ha visitato in particolar modo il Parco del Foro Italico, che ospiterebbe nuoto e tuffi nello Stadio del Nuoto e il sincronizzato in una vasca temporanea da allestire nel Centrale del Tennis, e la zona di Castel Sant'Angelo, che sarebbe posta al vaglio delle autorità competenti insieme ad altri punti nevralgici, storici e spettacolari della città per allestire il trampolino per i tuffi dalle grandi altezze, che debutteranno nel programma degli Europei. Per il nuoto in acque libere è stata individuata la spiaggia di Ostia, che è anche sede del Polo Natatorio e Centro Federale.
All’incontro in Campidoglio, oltre la Raggi, la delegazione della Ligue è stata ricevuta anche dal direttore dell'Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio, Giuseppe Pierro, e dall'advisor sulle Politiche dello Sport del Presidente della Regione Lazio, Roberto Tavani, che hanno manifestato apprezzamento per il progetto di candidatura. In una nota diffusa al termine dell’incontro, è stato ribadito il supporto alla candidatura, già manifestato, dell'Amministrazione Capitolina, del Governo e della Regione Lazio, oltre che di Sport e Salute Spa.
La Len, afferma Barelli, "ha apprezzato molto il lavoro svolto in sinergia da Federnuoto ed enti locali per armonizzare una candidatura sostenibile che coniughi l'interesse sportivo, attraverso la partecipazione di grandi campioni, a quello dei cittadini, che vorremmo coinvolgere durante tutto il percorso verso gli Europei con eventi e manifestazioni. Oggi abbiamo compiuto un ulteriore e forse decisivo passo verso l'assegnazione degli Europei”.


venerdì 22 novembre 2019

IN CASO DI VENDITA, LO STADIO VA AVANTI


Negli accordi Comune-As Roma è stato inserito un vincolo di 30 anni che fa della As Roma la “società sportiva utilizzatrice in via prevalente” del futuro Stadio di Tor di Valle

Pallotta può comunque vendere? 
Ovviamente, la risposta è sì. 
Il comunicato della Roma sulle trattative chiarisce che gli investitori puntano alla società “madre”, la As Roma Spv Llc che, tramite la Neep Roma Holding, detiene il controllo della As Roma SpA. La Roma Spv però possiede anche altre due società, la Stadio TdV e la TdV Real Estate, cioè le due aziende che rileveranno i terreni da Luca Parnasi e realizzeranno il progetto. Gli investitori, quindi, acquistando quote - più o meno ampie - della Roma Spv diverranno anche i proprietari delle società che controllano il futuro Stadio. Dal punto di vista degli accordi con il Comune non cambia nulla o quasi, rimanendo indivisa la proprietà fra squadra e stadio. Proprietà che, stando alle carte (leggi, delibere del Comune e bozza di Convenzione) si potrebbe anche spacchettare purché si garantisca che la squadra As Roma continui ad essere l’“utilizzatrice in via prevalente” per 30 anni di Tor di Valle. Solo ed esclusivamente lo scioglimento di questo vincolo che rende Tor di Valle lo “stadio di casa” della Roma - e non quello della proprietà degli asset - farebbe scattare le penali: incasso delle fideiussioni a garanzia, annullamento della delibera di pubblico interesse e di tutti gli atti conseguenti e acquisizione degli impianti sportivi costruiti più danni in tribunale.

RIFIUTI; NUOVA LITE RAGGI-ZINGARETTI


Fra il sindaco di Roma, Virginia Raggi, e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, volano, ancora una volta, i rifiuti. La Raggi (“trova una discarica alternativa a Colleferro”) spedisce un ultimatum a Zingaretti che le risponde per le rime (“spetta a te farlo”). Il Ministro Costa cerca di fare da paciere e finisce per fare il Pilato. E Salvini che fa la parte dello statista rispetto ai due galletti nel pollaio. La pax governativa è finita
La discarica di Colleferro, gestita dalla società di proprietà della Regione, Lazio Ambiente, è chiusa. Pochi giorni fa un tragico incidente nella discarica è costato la vita a un operaio. Da quel momento il sito è chiuso. Già nei giorni scorsi Ama aveva specificato in una nota che senza quel sito, 1.100 tonnellate di rifiuti sarebbero rimasti in strada. La Raggi, quindi, scrive a Zingaretti intimandogli di “indicare senza indugio e non oltre la data” di ieri “un sito alternativo" dove spedire le 1.100 tonnellate di rifiuti assorbite da Colleferro. A stretto giro, replica Zingaretti: “La competenza a individuare un sito alternativo di conferimento per le 1000 tonnellate/giorno conferite nel sito di Colleferro è di piena responsabilità della Sua amministrazione”.
Aggiunta: “la Regione sta intervenendo nel ripristinare, seppur per il lasso temporale rimasto, il funzionamento dell'impianto di Colleferro che richiederà comunque 3/4 giorni”. 
Perché un dato è certo: l’incidente mortale nella discarica ha solo regalato ai romani l’antipasto di ciò che potrebbe succedere dal prossimo 1 gennaio quando la discarica di Colleferro chiuderà definitivamente. 
La situazione già oggi è al limite della catastrofe: Rida Ambiente, la società di Aprilia che accoglie 4mila tonnellate a settimana di rifiuti romani nel suo impianto di Trattamento Meccanico Biologico (i cui scarti di lavorazione finiscono nella discarica di Colleferro) chiude alla mondezza romana “fino a nuova comunicazione”.
In mezzo a questo irresponsabile gioco del cerino sulla pelle dei romani fra la Raggi e Zingaretti (con i rispettivi partiti a fare il tifo) risulta al limite dell’evanescenza la figura del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che non trova nulla di meglio che scrivere: ”bisogna lavorare tutti insieme, abbassando i toni e alzando il livello di collaborazione”.
La Lega in Regione attacca: “Daniele Fortini (già alla guida di Ama rimosso dalla Raggi, poi alla guida di Lazio Ambiente, ndr) scappa: ha risposto al bando per il Consiglio di Amministrazione della partecipata Asia (l’Ama del Comune di Napoli, ndr) dove è stato amministratore delegato e è stato nominato consigliere di Asia dal sindaco Luigi De Magistris”, dice il capogruppo Angelo Tripodi
In questo quadro di nanismo, finisce per giganteggiare Matteo Salvini: “Mentre Raggi e Zingaretti anche oggi litigano, Roma rischia l'ennesima emergenza rifiuti. Basta, non se ne può più! Giovedì 28 novembre alle 18, al Teatro Italia di via Bari a Roma, ci sarà la prima grande assemblea cittadina con cui la Lega si prepara a mandare a casa Raggi e Zingaretti e a dare un futuro migliore ai cittadini di Roma e del Lazio".


martedì 19 novembre 2019

STADIO FLAMINIO NEL COMPLETO DEGRADO


È chiuso dall’anno di grazia 2011 e, da allora, promesse tante, soldi spesi pure ma lo Stadio Flaminio continua ad essere un buco nero di degrado, sporcizia, abbandono.
Siamo andati a fare un sopralluogo e quel che si presenta è lo stesso sfacelo di uno, due, quattro, sei anni fa. Peggiorato, se possibile: un enorme pino è crollato e sta marcendo sul lato che dà verso il viadotto di Corso Francia. Nel crollo una consistente porzione di muro perimetrale è stata intaccata e sembra solo attendere che il peso del tronco finisca l’opera della forza di gravità oppure che il marciume del legname salvi la struttura. E non è che dall’altro lato, quello di viale Tiziano, le cose siano poi tanto migliori: l’albero che è caduto sul muro di cinta e sui cancelli è solo leggermente più piccolo del grande pino.
Per il resto, il solito panorama: materassi abbandonati, cumuli di rifiuti, calcinacci e altri materiali di risulta. Poi ci sono i camper: uno, in particolare, sul retro del Flaminio, circondato da carrelli della spesa, sempre di più e sempre vuoti. 
Sotto i piloni del viadotto di Corso Francia, poi, la quantità di rifiuti abbandonati è sconcertante: alcuni oramai sono ricoperti da erbacce, segno di una lunga giacenza all’aria aperta.
Ogni tanto una volante della Polizia o dei Carabinieri fa un giro intorno, facendo ben attenzione a schivare le buche e le lunghissime fenditure dell’asfalto. Tutta l’area è ridotta a un enorme parcheggio: il Campidoglio, versione 5Stelle, ha investito molta credibilità sul recupero del Flaminio spendendo circa 100mila euro per rimuovere i detriti e i rifiuti dopo l’omicidio, a febbraio 2018, di un clochard cingalese all’interno dell’impianto. Centomila euro che, da fuori, sembrano non aver prodotto un miglioramento della situazione. Secondo l’assessore allo Sport, Daniele Frongia - uno degli uomini di punta dell’Amministrazione Raggi e, certamente, fra quelli dotati di maggior capacità politica - entro novembre dovrebbe essere completato il progetto di riqualificazione finanziato dalla Fondazione Getty. A fine agosto, Frongia spiegava: “Abbiamo istituito un gruppo di lavoro con la Facoltà di Ingegneria de La Sapienza, con Cassa Depositi e Prestiti e l’Istituto per il Credito Sportivo” e il progetto di riqualificazione del Flaminio e “del Villaggio Olimpico” avrebbe dovuto essere completato entro la fine di questo mese. L’idea - se il progetto andrà in porto - è quella di far partire i lavori entro fine consiliatura. A inizio ottobre, il Flaminio era assurto a querelle fra la Raggi e il leader della Lega, Matteo Salvini, con le accuse di quest’ultimo sul degrado e la replica di Frongia: “il recupero del Flaminio è una priorità”.

TUTTA ROMA È ALLAGATA TRANNE TOR DI VALLE. MA LO STADIO NON ERA A RISCHIO?

Nei giorni in cui a Roma le stazioni della metropolitana chiudono, gli alberi crollano, molti lettori de Il Tempo hanno, più o meno seriamente, rimarcato come l’unica zona salva in città sia Tor di Valle.

Oggi pomeriggio siamo andati a vedere e questo è quel che vi documentiamo. 


sabato 16 novembre 2019

LA "PACE FISCALE" PORTA 27 MILIONI AL CAMPIDOGLIO


Sono oltre 650 le domande presentate dai contribuenti al Comune o ad Ama per la “pace fiscale” su una serie di tributi: Ici, Imu, Tasi e canone pubblicità con il Campidoglio e Tari e Tares con Ama.
Le 650 domande già definite hanno portato un incasso al Comune per 27,6 milioni di euro: 26,3 dalla definizione agevolata dell’ICI/IMU; poco più di mezzo milione da Tarsu/Tari/Tia e oltre 687 mila euro dal Canone per gli Impianti pubblicitari (Cip). Di fatto in questo modo è stata eliminata una causa su 5. 
Questa “pace fiscale” aveva avuto origine nella Finanziaria del 2018 che aveva concesso ai Comuni la possibilità di “far pace” con quei contribuenti con cui erano in corso liti tributarie. Il Campidoglio aveva recepito questa possibilità con la delibera di Consiglio 28 del marzo 2019 e la scadenza per la presentazione delle domande era il 31 maggio scorso. 
La normativa prevedeva la possibilità di chiudere il contenzioso ottenendo uno “sconto” per il contribuente e i soldi - pochi, maledetti e subito - per il Comune. 
Senza entrare troppo nel dettaglio, il sistema era basato su sconti, fra il 10 e l’85%, sul valore del tributo originario e l’oscillazione dello sconto era legata allo stato della pratica prima della norma sul condono. 
Quella del 2018-2019 non era l’unica sanatoria: all’epoca di Alemanno sindaco ne venne varata una che includeva anche le sanzioni al codice della strada e le “cartelle pazze” di Equitalia. 
Anche nel 2017 venne varato un concordato che, però, fu un mezzo flop: solo 1509 domande presentate per un controvalore di 5 milioni di euro. 
Alla base del discreto successo della sanatoria 2019 - spiegano dagli uffici del Bilancio - anche un convegno scientifico presso la Suprema Corte di Cassazione con il patrocinio degli Ordini Professionali e pubblicazione sui siti e canali istituzionali di Roma Capitale, Aequa Roma e dell’Ordine dei Commercialisti: insomma un lavoro in sinergia. “Per il recupero dell’evasione mettiamo in campo tutti gli strumenti possibili, compresa 'la definizione agevolata delle liti pendenti', chiamata anche 'pace fiscale', così come consentito dall’Assemblea Capitolina in base alla legge”, commenta l’assessore al bilancio, Gianni Lemmetti: “Il Dipartimento risorse economiche applica, per questo, una strategia ‘multitasking’ che consente una maggiore vicinanza al contribuente: ulteriori istituti, come l’accertamento con adesione o ‘accordo bonario’ con l’Amministrazione, aiutano i cittadini e riducono il lavoro degli uffici”.

venerdì 15 novembre 2019

SIT-IN E CORTEO, SABATO DI PASSIONE


Sabato di passione per romani e turisti: nonostante il meteo non esattamente invogliante, saranno tre le manifestazioni che “allieteranno” la giornata. 
La prima, è la manifestazione nazionale dei pensionati che si svolgerà, fra le 9.00 e le 14.00, al Circo Massimo. L’attesa delle autorità è di circa 20mila persone che potrebbero giungere a Roma con 450 pullman e i Vigili Urbani prevedono la chiusura al transito veicolare di via dei Cerchi, tra piazza di Porta Capena e via dell'Ara Massima di Ercole; e di via del Circo Massimo, nel tratto compreso tra viale Aventino e via dell'Ara Massima di Ercole. 
Secondo giro: sempre la mattina di domani, a piazza del Popolo è previsto un sit-in dei Comitati pendolari Ferrovie Roma Nord. È una manifestazione indetta in un’assemblea pubblica lo scorso 7 novembre da parte di tutti i vari comitati di pendolari della ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo per protestare contro i quotidiani disservizi che da mesi colpiscono la ferrovia. I comitati chiedono che la Regione debba revocare la concessione del servizio ad Atac e affidarla a Ferrovie dello Stato. Anche perché l’Agenzia nazionale per la Sicurezza ferroviaria ha scritto ad Atac giusto un paio di giorni fa minacciando la chiusura totale della linea se non verranno garantite le condizioni di sicurezza dei convogli. Già 22 treni giornalieri sono stati soppressi e la velocità di transito è scesa a 70 km l’ora ma, qualora non fosse messo in sicurezza l’intero apparato della linea, il rischio è di fermare del tutto il servizio. La manifestazione dei pendolari - per la quale la previsione è di un due o trecento partecipanti - è fissata dalle 9.30, con inizio alle 10.00, fino a mezzogiorno. 
Terza manifestazione: stavolta di pomeriggio e sono gli studenti della rete Erasmus. In questo caso i Vigili comunicano che, fra le 15.00 e le 19.00 saranno disposte chiusure temporanee al passaggio del corteo degli studenti che seguirà il percorso da piazza dell’Esquilino a piazza Madonna di Loreto passando per il tracciato canonico percorrendo prima via Cavour e poi via dei Fori Imperiali. 
In occasione di queste tre manifestazioni, a parte le chiusure delle strade, anche alcune linee di bus potrebbero subire deviazioni: C3, 16, 51, 70, 71, 75, 85, 87, 118, 360, 590, 649 e 714. 
Per non farsi mancare nulla, lunedì 18 è stato indetto uno sciopero di Roma Tpl. Tra le motivazioni della protesta, l’orario di lavoro con la mancata concessione delle ferie e lo straordinario obbligatorio, la regolarizzazione dei versamenti, la manutenzione delle vetture.


giovedì 14 novembre 2019

LEMMETTI: "LA TARI NON AUMENTERÀ"


Promessa di Gianni Lemmetti, assessore al Bilancio della Giunta Raggi: “la Tari (tariffa rifiuti, ndr) non aumenterà”. E questo anche se il bilancio Ama 2017 - quello non ancora approvato e che è costato la poltrona di Ama prima a Lorenzo Bagnacani e poi a Luisa Melara nonché all’assessore all’Ambiente, Pinuccia Montanari - dovesse chiudere in negativo. Eventualità tutt’altro che improbabile.
Questo è quanto è emerso dalla seduta della Commissione Trasparenza di ieri mattina, convocata per ascoltare il neo amministratore unico, Stefano Zaghis (impegnato al Ministero) e gli assessori all’Ambiente, Fiorini, e, appunto, al bilancio, Lemmetti. 
Seduta di Commissione che si è svolta come un incontro di scherma: il presidente Marco Palumbo (Pd) e il consigliere Francesco Figliomeni (FdI) da una parte, Lemmetti e Fiorini dall’altra. 
La questione di fondo è quella famosa dei crediti cimiteriali: in sostanza, i consiglieri cercavano di capire se il “buco” sui servizi cimiteriali, i famosi 18 milioni di euro mancanti, potesse essere “scaricato” sulla Tari con un aumento della tariffa. 
Spiega Lemmetti: “I crediti dei rifiuti sono in equilibrio”, ha spiegato, quindi “non dovremo rivalerci sulla Tari ma bisognerà mandare in pareggio i servizi cimiteriali". Insomma, secondo Lemmetti non è possibile "scaricare le eventuali inefficienze dei servizi cimiteriali sulla tariffa della raccolta dei rifiuti. Sono due cose diverse”.
Assai poco convinte le opposizioni. Figliomeni: “in caso di segno negativo del bilancio sulla parte rifiuti la norma Tari prevede immediato riequilibrio tariffario. Ci chiediamo se la Giunta disporrà un aumento della tariffa”.
Valeria Baglio (Pd) attacca: “Lemmetti mischia le carte: il nodo sono i sovracosti che Ama ha sostenuto sullo smaltimento dei rifiuti: 30 milioni di euro in più nel 2017 e circa 20 nel 2018 senza contare le emergenze del 2019. Ora, evidentemente, non sanno come fare a far quadrare i bilanci. Questa à la vera posta che potrebbe far aumentare la tariffa della Tari”.
Chiude Palumbo: “Ci auguriamo che davvero la Tari non aumenterà ma aspettiamo Lemmetti e suoi al varco del Bilancio di fine anno per verificare come faranno quadrare i conti”.