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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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domenica 1 marzo 2020

DAL COMUNE SOLDI AGLI ABUSIVI “FRAGILI”



Fragilità accertate”: è la spiegazione che il Campidoglio fornisce in merito ai contributi - fino a 700 euro al mese - che verranno erogati, al mese per un quadriennio, a favore di quegli occupanti abusivi di alloggi che dovessero essere sgomberati dalla Prefettura
La vicenda è un intreccio di vecchie e nuove politiche assistenziali, molto care a un certo mondo di sinistra. E che,  complice la spettacolare corsia preferenziale decisa dalla Giunta Zingaretti a favore degli abusivi, finisce per riattizzare le polemiche politiche intorno ai disperati che occupano immobili. 
Tralasciando la riserva aurea del 10% degli immobili popolari che la Regione di Zingaretti ha deciso di concedere a quel mondo di associazioni collaterali alla sinistra, per il Campidoglio le polemiche nascono dalla delibera della Giunta Raggi che “adegua” il contributo all’affitto fino a 700 euro a nucleo familiare. In pratica, la lettura immediata della decisione della Raggi è il Comune porta da 516 euro a 700 mensili per 4 anni il contributo per l’affitto a chi verrà sgomberato. 
Dal Campidoglio ci tengono a precisare, però, che non è una premialità agli occupanti abusivi ma è il “contributo che viene erogato dal Comune, attraverso i Municipi, nell’ambito degli sgomberi degli immobili occupati”, scrive l’assessore al Patrimonio, Valentina Vivarelli. Che aggiunge che il contributo è “destinato solo ai nuclei in fragilità accertata che dimorano presso i locali oggetto degli sgomberi programmati e diretti dalla Prefettura di Roma”. In pratica, quando nel 2018 (ministro dell’Interno, Matteo Salvini) viene predisposto il decreto sugli sgomberi, spetta al Comune prendersi carico delle “fragilità accertate” dando, quindi, loro assistenza alloggiativa
Uno dei problemi, però, sta proprio nella stessa espressione “fragilità accertate”. Cosa siano queste fragilità non è esattamente una cosa semplice da capire. Ma, soprattutto, il Campidoglio non ha chiarito chi debba accertare e sulla base di quali requisiti cosa sia una vera fragilità e non l’ennesimo furbetto. Anche perché, accanto a moltissimi casi di veri disperati che occupano, si pasce e cresce anche un bel sottobosco di persone i cui redditi, spesso ingenti, paiono derivare da fonti non proprio legali. Almeno stando a una serie di inchieste della magistratura.  
Il secondo passaggio, poi, è la assoluta farraginosità del sistema. Secondo quanto spiega il Comune, qualora la Prefettura, cui spetta la decisione esecutiva su uno sgombero, decidesse di procedere con la liberazione di un immobile dai suoi occupanti abusivi, prima i funzionari del Municipio territorialmente competente dovrebbero andare sul posto e censirne gli occupanti. Dopo di che, quelli con “fragilità accertata”, per avere diritto al bonus dovrebbero produrre non solo il loro ISEE ma anche un regolare contratto di affitto. Difficile pensare a un proprietario che conceda in affitto il proprio immobile, in modo regolare, a qualcuno che proviene dal mondo delle occupazioni abusive, senza neanche avere la certezza che il contributo comunale, della durata massima di quattro anni, sia poi effettivamente erogato. Per altro, affittando a chi, essendo in stato di “fragilità accertata” sarà impossibile da sfrattare nel caso in cui qualcosa andasse storto.  


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