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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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martedì 24 marzo 2020

CORONAVIRUS; ARCHEOLOGI SUL PIEDE DI GUERRA: "ANCHE NOI A RISCHIO"


Archeologi sul piede di guerra: con una città chiusa i custodi del sottosuolo finirebbero travolti da una marea di problemi organizzativi e pratici se il Campidoglio proseguisse nell’idea di aprire i cantieri stradali ora.
Il problema è serio e sta tutto spiegato in una lettera rivolta al sindaco di Roma, Virginia Raggi, e all’assessore ai Lavori Pubblici, Linda Meleo, che, in questi ultimi giorni, hanno annunciato la volontà di sfruttare al massimo questa quarantena e la conseguente assenza di traffico per effettuare tutti i lavori stradali.
Idea non priva di fascino e logica ma che, per gli archeologi, presenta enormi problemi. 
La legge - direttive del Ministero dei Beni Culturali e lo stesso Piano regolatore di Roma - prevede che su qualunque scavo che si apra sia obbligatoria la presenza di un archeologo cui spetta il compito di verificare la presenza di preesistenze archeologiche nel sottosuolo. Un lavoro che in questi anni ha portato spesso rallentamenti nell’esecuzione dei cantieri ma anche eccezionali scoperte come la tomba del Gladiatore sulla Flaminia o la Casa del Comandante a Amba Aradam. Lo studio e la conservazione dei reperti sono garantiti dagli archeologi nei cantieri grandi e piccoli.
Scrivono gli archeologi aderenti alla Confederazione Italiana Archeologi alla Raggi: “Se la salute dei concittadini che Lei amministra deve venire prima di tutto, questo vale anche per noi”. 

E spiegano: le donne archeologhe non saprebbero neanche dove andare in bagno. Dovrebbero dividere i bagni chimici con gli operai, tutti uomini. Di solito infatti le donne usano i bar, ma questi sono chiusi. Analogo problema anche per i pasti: le mense sono chiuse come qualunque altro posto dove ristorarsi. Quindi l’appello alla Raggi e alla Meleo: “Apprezziamo molto quando, dopo un ritrovamento archeologico venite a presentarlo al mondo. Venite, però, anche a vedere quanta fatica, quanto amore e quanti sacrifici ci sono già quotidianamente in quel che facciamo. diteci se evitare i disagi causati da eventuali lavori stradali può venire prima della nostra salute o di quella di coloro che lavorano con noi”. 

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