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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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giovedì 2 luglio 2020

NIENTE PIÙ CDA A 3 POSTI, ATAC AVRÀ UN SOLO CAPO


La nomina di Giovanni Mottura alla guida di Atac segna un’inversione di rotta nella governance delle partecipate, confermando, dopo quella di Stefano Zaghis in Ama, il ritorno all’Amministratore Unico in luogo dei Consigli di Amministrazione a 3 posti.
Nel 2017 la Giunta Raggi, sfruttando la possibilità offerta dalle norme nazionali sulle società partecipate, decise di utilizzare il Consiglio di Amministrazione a 3 membri per le principali controllate capitoline: Atac, Ama, Risorse per Roma, Æqua Roma, Roma Metropolitane, Roma Servizi per la Mobilità e Zétema.
Leggendo le carte dell’epoca, la decisione era dovuta alla “sussistenza delle ragioni di complessità organizzativa e gestionale” ed era stata presa "sulla base di indicatori qualitativi e dimensionali”.
Tant’è che per Atac, la Raggi ritenne che “la molteplicità, l’articolazione e la complessità dei servizi erogati da Atac” fosse necessario un “organo amministrativo della società” in grado di gestire “ambiti di competenza non assumibili dalla figura dell’Amministratore Unico. Infine un organo amministrativo composto da tre membri offre garanzie di una efficace governance, in relazione alla modalità di assunzione delle deliberazioni, nonché in ordine all’effettività degli strumenti di controllo, nel necessario coinvolgimento del Collegio Sindacale chiamato a partecipare alle sedute del Consiglio di Amministrazione”. Insomma, sfrondando dal burocratese, uno da solo non poteva farcela.
Appena tre anni dopo - la delibera Raggi che sceglieva i CdA è proprio di fine giugno 2017 - dietrofront e passo di corsa: “Si ritiene che nell’attuale fase di vita della società l’organo amministrativo debba essere costituito in forma monocratica” secondo la parte generale delle norme nazionali sulle partecipate e “in deroga alla delibera 137/2017”. Il perché viene evidenziato poco dopo: “ciò in quanto si favorisce il diretto ed immediato ricordo dell’organo amministrativo della società con l’Amministrazione capitolina”. 
Insomma, secondo qualche maligno si avvicinano le elezioni e un fronte importante come Atac va tenuto sotto strettissima sorveglianza.


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