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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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mercoledì 8 luglio 2020

ALTRO BUS FLAMBÉ, E SIAMO A 16



Ci risiamo: altro bus flambé. Siamo al sedicesimo da inizio anno, il terzo in una settimana. Stavolta è andata a fuoco, finendo totalmente carbonizzata, una vettura Atac da 18 metri (quelle snodabili) in servizio sulla linea 20 express. Giusto per aggiornare le statistiche è il secondo bus 18 metri che va a fuoco sulla linea 20 express: era già accaduto il 1 giugno sulla Prenestina all’altezza di via Longoni ma il fuoco aveva solamente danneggiato la vettura. Ieri, invece, autista e passeggeri salvi grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco che, però, non hanno potuto evitare che l’autobus si trasformasse in un pezzetto di carbone. 
Il computo del 2020, dunque, riporta un totale di 16 vetture incendiate. Di queste, sette sono di Roma Tpl - il consorzio privato che gestisce 100 linee di periferia con un contratto di servizio scaduto a maggio 2018 e già prorogato 4 volte dai 5Stelle - e nove di Atac. Di questi 16 autobus, 6 risultano solo danneggiati (due già rientrati in servizio) dal fuoco mentre gli altri 10 (metà Roma Tpl e metà Atac) risultano o totalmente distrutti o così pesantemente danneggiati da essere irrecuperabili. Limitandosi a quelli Atac, gli incendi sono avvenuti il 6 marzo nella rimessa Magliana alle 5 di mattina dove è andata distrutta la vettura 3063 in servizio sulla linea 905. Poi l’11 marzo, alle 10 e mezza di mattina, finisce bruciata la vettura 3174 in servizio sulla linea 791 a viale Marconi. Il giorno dopo brucia completamente il segmento posteriore del bus da 18 metri matricola 409 in servizio sulla linea 490 a ponte Tiburtino. L’ultimo carboncino di bus avviene il 13 maggio, dentro la galleria Giovanni XXIII alle 5 e mezza di mattina, alla vettura 7566 in servizio sulla linea 46 tanto che la Galleria venne chiusa per alcune ore per permettere la rimozione della carcassa. Di tutti questi roghi ci sono foto e video. 
Stando alla nota Atac, invece, i bus distrutti nel 2020 sono solo 3: “Con quello di oggi sono tre le vetture distrutte a causa di incendio dall'inizio dell'anno. Rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso i casi risultano dimezzati”. In realtà, andando a rivedere le tabelle del 2019, al 5 luglio risultavano distrutti o irrecuperabili 7 autobus, contro i 5 del 2020 e, in percentuale, quindi, non sono dimezzati ma ridotti del 28%. 
Il problema con Atac è la totale assenza di trasparenza: da gennaio non viene più neanche pubblicato il bollettino mensile dei km effettivamente percorsi da bus, metro e ferrovie concesse: l’ultimo è di dicembre 2018. E, nonostante svariate richieste di accesso agli atti, l’Azienda si rifiuta di esibire il computo esatto dei bus flambé. Chiusi nella ridotta del bunker della Cancelleria di via Prenestina, i vertici dell’azienda possono baloccarsi con la semantica e scegliere di inserire o meno un bus nell’elenco dei distrutti dal fuoco sulla base di parametri non verificabili da nessuno: articoli di fede nell’Atac per i bus flambé e i km macinati.  


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