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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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sabato 12 ottobre 2019

L'ODISSEA INFINITA DELLA ROMA-LIDO


Venerdì nero per Atac e per gli utenti della ferrovia Roma-Lido di Ostia: si rompe un treno alle otto di mattina, che più ora di punta non si può, passeggeri costretti a scendere, treni successivi in ritardo, caos sull’intera linea e l’immancabile Codacons che annuncia l’ennesimo esposto contro Atac.
Una cronaca che, più o meno ciclicamente, si ripete: ieri il treno si è rotto nella stazione di Acilia. I ritardi sui convogli successivi hanno generato il caos e il traporto è ripreso a binario unico. Passeggeri infuriati, social che traboccano di indignazione e insulti verso Atac, il Campidoglio e la Regione più o meno tutti ritenuti correi di una situazione che si trascina da anni.  
E non a caso ha vinto ancora il “Premio Caronte” come la ferrovia più scalcagnata d’Italia: la Roma-Lido di Ostia, proprietà della Regione Lazio e servizio passeggeri svolto da Atac, è il fiore nero all’occhiello del sistema di trasporto pubblico romano. 
Stando al contratto di servizio che regola i rapporti, la Regione Lazio versa ad Atac 20 euro e 7 centesimi a km percorso e i dati su quanto effettivamente percorso sono negativi. Prendendo i numeri sui primi sei mesi del 2016, 2017, 2018 e 2019, emerge un costante segno meno fra i chilometri che Atac dovuto percorrere e ciò che effettivamente ha fatto. 
Nel primo semestre 2016 dovevano essere 856mila km e sono stati 793mila (-7,3%). Nello stesso periodo del 2017 Atac avrebbe dovuto farne 845mila e si è fermata a 813mila (-3,7%). L’anno dopo, primi sei mesi, l’impegno da contratto era per 846mila km e ci si è bloccati appena sopra gli 817mila (-3,5%). Infine, nel primo semestre di quest’anno, invece degli 848mila km previsti, Atac si è attestata a 815mila (-3,9%). Treni vecchi, spesso malnata eredità di convogli dismessi dalla metro B, linea fatiscente come gran parte delle sue stazioni: ci sono da rifare le sottostazioni elettriche (quelle che consentono di aumentare il numero dei treni contemporaneamente in circolazione), i cavi della linea aerea che alimenta i locomotori elettrici, gli scambi e i binari in molti tratti, l’impianto dei semafori, le banchine per i viaggiatori e alcune stazioni. Emblematico il caso della stazione di Acilia Sud per il rifacimento della quale Atac ha preso i soldi dalla Regione senza far partire il cantiere. Soldi finiti nell’immenso calderone del concordato preventivo (vicenda analoga alla Stazione Flaminio della connessione fra la linea A e la Roma-Viterbo). 
Da oltre un triennio ballano sulla linea 180 milioni di euro: sono quelli stanziati dal Governo Renzi per rifare l’intera tratta e portarla uno standard tipo metropolitana. Annunci ne sono stati fatti tantissimi ma gli appalti vanno con la stessa frequenza dei treni: lenti. Lentissimi. L’obiettivo di questi 180 milioni è quello di ammodernare tutta la linea per farla arrivare a un treno ogni 7 minuti nell’ora di punta quando oggi, su carta, siamo a un treno ogni 15 minuti. Nell’appalto rientrano anche fondi per acquistare nuovi convogli. E, se il Campidoglio si deciderà a portare avanti anche il progetto della Roma di costruire lo Stadio di proprietà a Tor di Valle, ci sono anche i 45 milioni di euro che i giallorossi verseranno al Comune di Roma per comprare nuovi treni: considerando un costo medio di circa 8milioni di euro a convoglio, quindi, lo Stadio potrebbe portare sulla linea altri 5 treni oltre quelli che la Regione acquisirà in via autonoma. Inoltre, nel progetto Stadio, è previsto il rifacimento totale della stazione Tor di Valle che oggi è poco più di quattro muri sbreccati e domani dovrà essere messa in grado di accogliere oltre 20mila persone l’ora. 
Fra Regione Lazio e As Roma, però, si parla sempre con i verbi coniugati al futuro. Il presente continua a essere fatto di corse saltate, treni rotti, silenzio delle istituzioni. Non una parola dalla proprietà della linea, la Regione Lazio: silente Nicola Zingaretti, presidente, e l’assessore ai Trasporti, Mauro Alessandri. E non un accenno né dal sindaco di Roma, Virginia Raggi, né del neo assessore alla Mobilità, Pietro Calabrese, il quale, quindi, sembra proseguire sulla stessa strada della precedente titolare dei Trasporti, Linda Meleo.  

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