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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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giovedì 10 ottobre 2019

BRINCHI (ROMA SERVIZI MOBILITÀ) PRONTO A DIMETTERSI


Se l’Anac (Autorità Anticorruzione, ndr) dovesse ritenere che sussistano incompatibilità sui miei incarichi sono pronto a dimettermi immediatamente e a firmare un atto di rinuncia a qualunque tipo di causa contro l’azienda”: è questo, forse, uno dei passaggi più rilevanti dell’audizione, avvenuta ieri mattina, in Commissione Trasparenza di Stefano Brinchi, l’ingegnere che guida con i ruoli  presidente e amministratore delegato l’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità, società di proprietà del Campidoglio che cura comunicazione, coordinamento, controllo, sviluppo della mobilità pubblica e privata.

L’audizione di Brinchi è stata determinata da un’inchiesta de Il Tempo che ha portato alla luce come Brinchi, formalmente assunto come quadro in Roma Servizi, a fine 2018, nella sua qualità di presidente della società aveva approvato in Consiglio di Amministrazione una riforma della pianta organica che, alla fine, gli ha attribuito un ruolo di dirigente ad interim senza aumento di stipendio ma anche una sorta di “promozione”: da quadro di IV fascia a quadro di V fascia con relativo incremento di emolumenti da 69mila a 96mila euro lordi l’anno.
La commissione Trasparenza - Marco Palumbo (Pd) il presidente, Giovanni Zannola (Pd), Svetlana Celli (Civica), Rachele Mussolini (Civica), Francesco Figliomeni (FdI), Monica Montella (M5S) - hanno preteso che Brinchi chiarisse questa strana vicenda. 
Brinchi ha spiegato come si sia deciso di procedere a una riforma della pianta organica anche a seguito del pensionamento di alcuni dirigenti che hanno lasciato scoperte alcune posizioni e che l’interim, nella ricostruzione dell’Ad, è solo una delega che il vertice societario decide di non attribuire. Un po’ come il sindaco, Virginia Raggi, che ha deciso di mantenere per sé la delega ai rifiuti dopo le dimissioni di Pinuccia Montanari. Altro punto della difesa di Brinchi è la riduzione dei costi rispetto agli anni passati e che è “pronto a dimettersi” se fossero ravvisate incompatibilità. Ma, contemporaneamente e, forse, inconsapevolmente, Brinchi tira un ceffone al Campidoglio: “dal 30 luglio abbiamo depositato in Comune il progetto di riforma della struttura interna che, se approvato, consentirebbe di nominare dirigenti in pianta stabile e io potrei rinunciare all’interim”. Sottinteso: il Comune dal 30 luglio è rimasto inerte. Dopo Luisa Melara, dimissionaria presidente di Ama, e Marco Santucci, dimissionario Ad di Roma Metropolitane, Brinchi è il terzo manager nominato dai 5Stelle che accusa di inerzia la Giunta Raggi
Per Palumbo e Zannola “l’Assessorato al bilancio conferma che l’Anac ha inviato una lettera all'amministrazione comunale nella quale fa alcune osservazioni sull'iter della nomina di Brinchi ai vertici della municipalizzata. In pratica, l’Anac solleva dubbi relativamente all'opportunità di nominare Presidente un dipendente della società. In più resta da approfondire il fatto che un Presidente, in virtù del suo ruolo nel Cda, abbia firmato un provvedimento con cui adegua il suo livello contrattuale nell’azienda”.
Nelle scorse settimane, poi, era circolata l’ipotesi - avvalorata dalle parole della Raggi in Aula Consiliare “tutte le opportunità sono aperte” - che un’aliquota di 75 lavoratori di Roma Metropolitane potessero essere ricollocate in Roma Servizi. Ma, durante la Commissione emerso come “per i lavoratori di Roma Metropolitane non ci sia ancora nessun vero piano di ricollocazione”, dicono Palumbo e Celli.

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