venerdì 10 maggio 2019

REPUBBLICA NON RIAPRIRÀ PRIMA DI LUGLIO


Sei mesi da quando Repubblica ha chiuso. E, se va bene, prima di altri due non riaprirà. In barba alle roboanti dichiarazioni che l’assessore alla Mobilità, Linda Meleo, aveva fatto il 10 aprile scorso a Unomattina, annunciando la riapertura di Spagna entro domenica 14 aprile e di Repubblica “prima di Pasqua” (il 21 aprile). Siamo al 10 maggio: Spagna ha riaperto i battenti l’altro ieri, 8 maggio (e già ieri, 9 maggio, una scala mobile si è subito fermata, anche se per solo una mezz’ora) e per Repubblica, altro che Pasqua: se va bene, la riavremo per Ferragosto.
Questo è quel che è emerso dalla seduta della Commissione Trasparenza, disertata dall’assessore Meleo, alla quale hanno preso parte, però, i funzionari di Atac che hanno spiegato quanto si sta facendo e il lungo, complesso e travagliato iter che ha portato l’Azienda prima a revocare l’appalto alla società di manutenzione per inadempienza e poi a correre ai ripari affidandosi alla Otis, la società costruttrice di una gran parte delle scale mobili montate nelle metro romane. 
Tra l’altro, almeno in teoria, per agosto è previsto uno stop alla linea A per lavori di ammodernamento, il che, quindi, può produrre la beffa di Repubblica che riapre e poi richiude subito insieme alla intera linea. 
Intanto, il primo aggiornamento sulle scale mobili è che Atac ha trovato finalmente la nuova società che farà manutenzione: la Schindler con cui è stato sottoscritto il contratto il 18 aprile scorso.
Poi il secondo, e in questo caso, meno lieto aggiornamento riguarda la stazione Repubblica: “Otis  ha comunicato che in 8 settimane, tra reperimento materiali originali prodotti da casa madre e posa in opera, dovremmo arrivare almeno ad una riapertura parziale. Atac in questo momento si sta facendo guidare dal costruttore, e quindi per i tempi e i lavori l'ultima parola spetta a loro”. Facendo i conti, 8 settimane significa una riapertura prevedibile per la metà di luglio. Le scale mobili si ruppero a ottobre 2018, quindi, se la scadenza di 8 settimane sarà effettivamente rispettata (ma non si tiene conto dei collaudi e dell’ultimo check dell’Ustif, l’ufficio ministeriale preposto ad avere l’ultima parola su scale mobili, impianti, treni), saranno stati necessari non meno di 8 mesi per riaprire una sola stazione metro.
Al netto delle scontate recriminazioni sulle lungaggini apparenti, va, però, specificato anche che le procedure per la revoca di un appalto sono lente e complesse e devono essere tutte quante percorse con attenzione per evitare di trovarsi a perdere un eventuale ricorso in tribunale. Vero è che Atac ha iniziato a ravvisare inadempienze e malfunzionamenti del servizio scale mobili quasi da subito, ma per poter giungere alla revoca di un appalto, occorre che si verifichino alcune condizioni reiterate nel corso del tempo: ecco perché appaiono ridicole le dichiarazioni scandalizzate di alcuni esponenti grillini che, dopo l’ultimo incidente di Barberini, avevano annunciato la revoca dell’appalto come se fosse stata decisa in pochi minuti. Ovviamente, poi, rimane aperto il quesito di come si faccia a poter accettare che un appalto si possa aggiudicare con un ribasso del 49,73% che è quanto è accaduto in questo caso, con l’appalto scale mobili ideato, gestito e assegnato da questa Amministrazione. 
Il tutto mentre per Barberini c’è il silenzio più assoluto: “Barberini risulta ancora sequestrata - hanno spiegato i funzionari di Atac - quindi lì il dialogo è da fare con altri soggetti giudiziari”. E con questi chiari di luna c’è il rischio di poter assistere alla riapertura con il prossimo Sindaco!

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