sabato 11 maggio 2019

MOBILITÀ, TORNANO I MINIBUS ELETTRICI


Dopo l’annuncio di metà dicembre scorso, finalmente da lunedì torneranno su strada i primi minibus elettrici. Si parte con 5 vetture che presteranno servizio sulla linea 119, quella che collega piazza del Popolo con piazza Venezia. L’annuncio, come d’abitudine, arriva via facebook sulla pagina del sindaco, Virginia Raggi.
Parliamo di quei 60 piccoli bus elettrici, quelli comprati all’epoca di Veltroni e che, per una serie di problemi con la ditta produttrice Tecnobus - batterie che si esaurivano subito e telai che non reggevano le vibrazioni - piano piano hanno iniziato a finire nei depositi, rotti. L’ultimo minibus aveva mestamente disertato con Marino sindaco. E, dall’epoca, erano rimasti ad ammuffire. 
La Giunta Raggi ha deciso di rimetterli in funzione e, dopo un restyling anche della livrea (da arancione al Rosso Roma), a dicembre scorso venne (ri)presentato il servizio alla stampa. L’annuncio prevedeva di riattivare la prima linea entro aprile e, con una decina di giorni di ritardo, l’impegno è stato mantenuto. Entro fine anno (il sito di Atac indica entro l’estate ma in realtà l’obiettivo è per fine 2019) si salirà a 25 vetture su strada. La seconda linea che sarà riattivata, probabilmente proprio per l’estate, sarà la 117, quella che, passando per il Rione Monti, collega piazza San Giovanni in Laterano con Largo Chigi. 
Infine, per il prossimo anno, il parco vetture si completerà con le ultime 35 per tornare a quota 60. 
Sono vetture molto utilizzate dai turisti e, in misura minore, anche dai romani, specialmente di chi in centro ci lavora. 
Scrive la Raggi: “Abbiamo sbloccato una situazione ferma da anni, recuperando i minibus abbandonati a prendere polvere in un deposito di Atac. Li abbiamo rinnovati e rimessi su strada grazie a un accordo quadro che prevede anche la loro piena manutenzione”. 
A voler fare i pignoli, però, i dubbi si concentrano proprio sul contratto: ha durata triennale dopo di che o Atac li prenderà in carico direttamente oppure dovrà trovare un nuovo appaltatore per manutenerli o il rischio è che, rapidamente, finiscano nuovamente fermi nei depositi. 

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