mercoledì 21 maggio 2014

ROMA AFFONDA E MARINO PENSA ALLA... "MARIA"

Cassonetti che traboccano immondizia in tutta la città.
L'Ama è sull'orlo del fallimento, nonostante il cambio di management e la sofferta nomina del nuovo amministratore delegato, Daniele Fortini. Malagrotta è chiusa per modo di dire, visto che, in realtà, lavora come prima e più di prima, e, come prima, di proroga in proroga.
La metro e gli autobus funzionano, quando funzionano, a singhiozzo. L'Atac, nonostante il cambio di management e l'altrettanto sofferta nomina di Danilo Broggi, sta con un piede nella fossa e i libri contabili pronti per il tribunale.


(A proposito: ma non era colpa della dissennata gestione di Alemanno il deficit di Atac e Ama? E come mai col virtuoso Marino le cose peggiorano invece di migliorare?)



La cultura è un disastro su tutta la linea: teatri senza direzioni e direttori senza teatri, appelli per salvare l'Opera partono dal Giappone ma si fermano fuori, in piazza del Campidoglio e non entrano dentro le mura di Palazzo Senatorio. Ci hanno suonato le trombe della Notte dei Musei propinandocele come un trionfo ma è bastato prendere i dati dello scorso anno e accorgersi che il calo è stato un crollo. 

A gennaio e febbraio - ma guarda un po' che caso - è piovuto. Da allora metà delle strade di Roma è chiusa per frane e smottamenti. E non si vedono operai al lavoro. Per non parlare delle buche o meglio, di quel poco di asfalto che resta fra una buca e l'altra. Roba che andrebbe dichiarato "patrimonio dell'umanità" e posto sotto tutela del Wwf come specie in via di estinzione.



Ci aveva raccontato, Marino, che avrebbe risolto il problema dei residence, che avrebbe dato 500 euro al mese alle giovani coppie, che Roma aveva talmente tanti soldi in bilancio da potercela fare da sola, solo che non fosse amministrata da lestofanti, che avrebbe creato tram, giardini, il paradiso in terra e una città a misura di bambino



E, invece...



Ogni tre per due il Sindaco deve ricorrere all'aiuto del Governo ma qui nessuno grida - come accadeva con Alemanno - allo "scaricabarile" (cit. M. Miccoli): bilancio, contratto, discariche, lotta all'abusivismo commerciale, cortei.
Praticamente il Sindaco ha abdicato: Roma la governa il Governo. Commissariato sul bilancio, commissariato sul piano di rientro, commissariato sull'abusivismo commerciale, commissariato sul salario accessorio, commissariato sulle discariche, e, dopo aver rispolverato l'ordinanza antialcool di Alemanno e aver incrementato la tanto vituperata tassa di soggiorno di Alemanno, fra poco sul Campidoglio risuonerà il fatidico grido "CHIAMO L'ESERCITO" per liberarci della mondezza che invade le strade romane. E così saremo a posto.



Ma la cosa meravigliosa è vederlo che, mentre la città affoga, soffoca, si dibatte nelle spire della sua, di Marino, manifesta, palese, incontrovertibile e, timore, non più invertibile incapacità di amministrare fosse anche un condominio, Marino ha il tempo per pontificare sull'erba, la marijuana




e per farsi lo spottino elettorale coi bambini a prendere un tram 8.

Poi ci si domanda perchè il PD stia tramando non più nell'ombra ma in piena luce per suicidare l'Amministrazione Marino.


Poveri noi.




Nessun commento:

Posta un commento