giovedì 21 maggio 2020

MASCHERINE FANTASMA: LE POLIZZE SONO CARTA STRACCIA


In data 1° maggio 2020, con nota 392523, è stata acquisita la nota IVASS del 30.04.2020 all’allegato n. 5 con la quale si evidenzia che i documenti emessi dalla Seguros Atlas non sono idonei a fornire una copertura assicurativa”: ora c’è ufficialmente un “buco” nelle casse della Regione per oltre 14 milioni di euro. Le polizze fidejussorie esibite dalla Eco Tech non valgono il costo della carta su cui sono stampate. A dirlo è il vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori, che, ieri, rispondendo in Aula a un’interrogazione presentata dal capogruppo della Lega, Orlando Tripodi, ha dovuto ammettere che la Regione ha perso 14 milioni.

Il resoconto stenografico della seduta del Consiglio regionale del Lazio del 20 maggio
con la risposta del vicepresidente della Giunta, Daniele Leodori, all'interrogazione presentata
dal capogruppo della Lega, Orlando Tripodi, sulla validità delle polizze emesse
dalla Seguros Dhi-Atlas a garanzia degli anticipi dati alla Eco Tech. 

Milioni che la Regione conta di recuperare con un accordo con la stessa Eco Tech che ha promesso di restituire parte degli anticipi ottenendo indietro i soldi da quei fornitori che non hanno potuto onorare il contratto e, in parte, dalla vendita delle mascherine alle altre Regioni che le avevano ordinate alla stessa Eco Tech (Emilia Romagna, Veneto e Marche). 
Di sicuro, però, non li recupererà con la polizza che la Eco Tech avrebbe anche pagato cara: un premio di oltre 168mila euro per due fogli di carta che sono buoni per fare coriandoli. 
La vicenda è quella oramai nota delle “mascherine fantasma”: ordini per oltre 130 milioni di euro fatti dalla Regione in un mese di tempo (inizio marzo fino all’8 aprile) per reperire principalmente mascherine. Ordini, però, fatti a società improbabili: pochissimi operanti nel settore delle forniture sanitarie e molti altri commissionati a ferramenta, commercianti di lampadine, naturopati, editori e via dicendo. Alcune commissioni fatte a società inattive, altre a società che risultano aver iniziato la loro attività dopo la commessa regionale. Il risultato è che, a parte il caso Eco Tech, poche forniture sono arrivate complete, quasi tutte in ritardo e di almeno un paio si sono perse le tracce. Due fascicoli aperti: uno in Corte dei Conti e uno in Procura che per ora si limita all’analisi del solo caso Eco Tech.  

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