In Campidoglio il messaggio di Pallotta è arrivato e anche in modo piuttosto chiaro. Dall’altra parte, però, se il Presidente della Roma voleva saggiare il proprio personale appeal nei confronti della tifoseria il risultato non è esattamente esaltante.
Andiamo per ordine. Martedì scorso, James Pallotta, in un’intervista, si lascia scappare una battuta: in sostanza paragona i tempi di costruzione del Colosseo con quelli che si stanno impiegando per il progetto Stadio di Tor di Valle. Non siamo lontani dal vero: per il Colosseo, iniziato nel 72 dopo Cristo dall’imperatore Vespasiano, furono necessari 8 anni, dato che lo inaugurò nell’80 il figlio di Vespasiano, Tito. Per Tor di Valle, siamo oramai giunti a oltre 6 anni e mezzo dall’inizio dell’iter. E senza che ancora sia stato smosso un solo sassolino.
Mercoledì, poi, l’account twitter ufficiale della Roma pubblica un cinguettio del patron giallorosso nel quale Pallotta dice di aver spedito Robert Needham, Chief Financial Officer del Fondo Raptor, e un legale di fiducia a Roma. I due, qui già da qualche giorno, sono nella Capitale per le trattative sulla cessione dei terreni di Tor di Valle da parte di Eurnova e, con l’occasione, avrebbero voluto anche incontrare i funzionari capitolini. Che, però, hanno fissato già da qualche giorno il primo appuntamento per lunedì 13 maggio.
Il secondo punto è che, per Pallotta, risulta difficilmente comprensibile questa lunga attesa: la Pec con la proposta di Convenzione urbanistica è stata ricevuta in Campidoglio lo scorso 15 aprile e, più o meno dopo quasi un mese, il Presidente giallorosso si sarebbe aspettato quanto meno una prima risposta. Ecco quindi che il tweet di mercoledì suona un po’ come un avvertimento: “al Comune erano troppo occupati per incontrarli (gli emissari di Palotta, ndr). Forse un grande investimento e tanti nuovi posti di lavoro non sono così importanti”.
E questa parte del messaggio è arrivata ben chiara in Comune. “Né io né l’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori, avevamo un appuntamento con i delegati di Pallotta né eravamo a conoscenza della loro presenza in città. Sono convinto che verranno ricevuti in Campidoglio da chi di competenza in una prossima data concordata”, ha scritto l’assessore allo Sport, Daniele Frongia, dopo aver parlato anche ai microfoni di RadioRadio.
Rimane aperto il quesito se queste due uscite consecutive di Pallotta vadano interpretate come un cambio di comunicazione sul dossier Stadio oppure solo come un momento estemporaneo e legato a una contingenza specifica.
Le parti sono alla stretta finale: da lunedì si rimetteranno a discutere degli ultimi punti rimasti aperti prima di chiudere l’eventuale accordo per poter, finalmente, portare al voto del Consiglio comunale tanto la variante urbanistica con le osservazioni dei cittadini e dei comitati e le controdeduzioni degli uffici, quanto, soprattutto, i testi delle Convenzioni, cioè dei contratti fra pubblico e privato. E qui c’è ancora lo scoglio dei 4 punti sui quali l’accordo non è ancora stato trovato: le modalità di versamento del contributo costo di costruzione (45 milioni per i treni della Roma-Lido), le modifiche chieste dal Campidoglio al progetto per unificare la via del Mare/Ostiense con il problema esprori; il rifacimento della Roma-Lido con la lentezza esasperante della Regione Lazio; e, da ultimo, il rifacimento delle tribune posticce dell’Ippodromo per realizzarvi il Museo dell’Architettura sportiva.
Da ultimo, però, c’è l’ultima frase del tweet di Pallotta che, invece, ha spaccato il mondo romanista. Scrive il Presidente: “Se i tifosi vogliono lo stadio, devono sollecitare un intervento”. Sui social - e ancor di più in quelle radio sportive tanto “ambiente romano” e così poco apprezzate da Pallotta - si è scatenata la lotta con una gran fetta di tifosi che hanno bombardato gli account twitter del sindaco, Virginia Raggi, e di altri esponenti 5Stelle chiedendo, in sostanza, di sbrigarsi. Un’altra fetta, invece, che ha invece sbertucciato Pallotta (compreso uno striscione appeso a Trigoria).
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