Otto milioni e 648 mila euro, più iva: tanto costa alle casse di Atac lo scherzetto delle scale mobili. Questo è quanto emerge dalla lettura dei documenti, pubblicati finalmente ieri sul sito dell’Azienda di via Prenestina, degli incarichi affidati alla Otis - una delle grandi multinazionali di ascensori, scale mobili - dopo il caos dei mesi scorsi.
I documenti pubblicati ripercorrono tutte le vicende: l’appalto per la manutenzione delle scale mobili assegnato Metroroma Scarl con un ribasso di poco inferiore al 50% sulla base d’asta, i disservizi, le contestazioni, la rescissione del contratto. In mezzo, ovviamente, l’incidente di Repubblica di ottobre 2018 e quelli di Barberini del 22 febbraio e 21 marzo. E, poi, il duplice problema di trovare di corsa qualcuno che sostituisse il manutentore e qualcuno che rapidamente mettesse mano alle scale mobili per riaprire le fermate chiuse.
A sostituire Metroroma Scarl dal 1 giugno 2019 al 1 giugno 2020 sarà la Schindler cui verrà corrisposto un importo di 7 milioni e 383mila euro.
A questi soldi che serviranno per la manutenzione ordinaria, si deve aggiungere un altro milione e 265 mila euro, sempre più Iva, che Atac dovrà pagare a Otis per i lavori di emergenza che si stanno svolgendo in queste settimane, per un totale generale, appunto, di 8 milioni e 648mila euro. Un caro prezzo per aver aggiudicato un appalto con un ribasso del 49,73%.
Nel documento del direttore generale di Atac, Paolo Simioni, poi, finalmente arriva un minimo di chiarezza sugli interventi che si stanno facendo e sulle scelte che l’Azienda sta portando avanti.
Si legge che a inizio maggio, Atac ha “comunicato a Otis la riperimetrazione degli impianti compresi nelle verifiche generali escludendo le scale mobili installate presso le stazioni di Termini, Colosseo e Laurentina” ma inserendone una in più di quelle inizialmente previste a Barberini e altre due in più a Repubblica. Alla fine, “il numero definitivo degli impianti” sui quali sono in corso (o si faranno) le verifiche sono “23 di cui 8 a Spagna, 6 a Barberini, 6 a Repubblica e 3 a Flaminio”.
Infine, il piccolo giallo: nell’audizione dello scorso 10 maggio in Commissione Trasparenza, Atac, su domanda precisa circa i tempi di Barberini, rispose che la stazione era ancora “sequestrata”. In realtà, la Procura ha autorizzato Atac ad effettuare “interventi manutentivi” a inizio aprile e poi ancora prorogati il 9 giugno. Cosa che però Atac ha omesso di spiegare ai Consiglieri in Commissione.
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