giovedì 18 aprile 2019

TRASTEVERE, SPUNTA LA FORNACE DI ROMA ANTICA


Questa volta non sono mosaici o pareti affrescate ma è una semplice fornace, una fabbrica di oggetti di ceramica, vetrificati o di terracotta. Eppure, questo ennesimo ritrovamento archeologico riscrive un pezzetto della storia di Roma. Della Roma imperiale, dal I secolo dopo Cristo, fino al III. 
E, pur se meno artisticamente spettacolare, anche questa nuova scoperta archeologica disegna un quadro della Città nel momento del suo massimo splendore.
Siamo sotto l’Accademia dei Lincei, quel Palazzo Corsini alla Lungara costruito come villa suburbana della potentissima famiglia dei Riario, uno dei grandi nomi del Rinascimento italiano, poi passato alla famiglia Corsini e che ospita una splendida galleria di quadri nei saloni e l’orto botanico nei giardini. 

E proprio nel giardino, durante i lavori per posizionare degli impianti, sono affiorati i primi pezzi: un muro, poi un orcio, poi un secondo, poi decine di anfore da olio. E, ancora, canali di raccolta delle acque discendenti dal sovrastante colle del Gianicolo, poi, locali di lavorazione della ceramica, della terracotta e per la vetrificazione. 
Tutti reperti che, come frequentemente accade, dopo gli studi, saranno nuovamente interrati per preservarne la conservazione dato che si tratta di rinvenimenti la cui importanza è scientifica più che artistica e che è necessario ripristinare il giardino nella sua condizione originaria visto che è della seconda metà del ‘700.
Importanza scientifica perché la fornace scoperta dagli archeologi testimonia come un’area limitrofa al centro di Roma antica e dove, fino a ora, gli studiosi ritenevano fossero edificate solo ville patrizie, era invece anche luogo di produzione. Anche perché una vulgata forse fin troppo superficiale, indicava i romani come dediti ai piaceri della vita, alla filosofia, alla politica e all’intrigo all’ombra della porpora imperiale ma sulle spalle del resto dell’Impero che produceva per tutti. 
Prima di essere ricoperti per essere preservati, gli scavi continueranno: troppo ingolositi gli studiosi da questo ambiente: una porzione di piano “in concotto” (una sorta di pasta di argilla refrattaria, ndr), un grande numero di materiali di scarto e di scorie di lavorazione di ceramica e di blocchi di concotto con rivestimento vetroso hanno consentito agli archeologi - il team è guidato da Renato Sebastiani e Paola Fraiegari come responsabili scientifici e da Lisa Lambusier come direttore dei lavori - di desumere che si fosse in presenza di una fornace che realizzava oggetti in ceramica e forse anche in vetro, di pregevole fattura a giudicare da alcuni scarti di lavorazione pur se non di alta classe. Insomma, oggetti per un pubblico non esattamente di estrazione plebea. 
L’obiettivo degli archeologi è quello di preparare una mostra con i migliori pezzi trovati da presentare, il prossimo 20 giugno, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che, in quel giorno, presenzierà alla cerimonia di chiusura dell’Anno Accademico dell’Accademia dei Lincei.
Insieme alla fornace e ai suoi reperti, gli archeologi hanno trovato anche un probabile sistema di canalizzazione delle acque discendenti dal Gianicolo: due muri paralleli e una pavimentazione realizzata con mattoni.

GALLERIA FOTOGRAFICA




 
Il presunto sistema di raccolta delle acque discendenti dal Colle del Gianicolo























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