venerdì 12 aprile 2019

STADIO, CASO IX MUNICIPIO, 5STELLE ASTENUTI, PASSA SÌ A DELIBERA GRANCIO


Pastrocchio su pastrocchio con risvolti politici. Non è il titolo del nuovo film di Lina Wertmuller ma il caos nel IX Municipio chiamarlo, ieri, ad esprimere un parere sulla delibera Grancio/Fassina di annullamento d’ufficio della delibera Raggi sul pubblico interesse allo Stadio della Roma. 
Il Municipio ha votato con un sorprendente 14 astensioni e 9 voti favorevoli alla delibera Grancio/Fassina con una interpretazione sulle astensioni decisamente anomala. Ovviamente la consigliera comunale del Misto, ex M5S, Cristina Grancio e il collega di Sinistra x Roma, Stefano Fassina già cantano vittoria anche se il parere - da più parti considerato neanche obbligatorio - non è vincolante e non ha neanche avuto la maggioranza dei voti.   
Il nodo, ovviamente, non è tecnico, se non in minima parte. È chiaramente un nodo politico. Doppio. Il primo: i 5Stelle pur di non sbriciolarsi anche nel IX, dopo l’XI, hanno deciso di non decidere aprendo il quesito sull’utilità dell’eleggerli se poi non sanno assumersi una responsabilità che sia una. Ma il secondo nodo è più serio e riguarda la capacità di Virginia Raggi di avere ancora una maggioranza. In Aula Giulio Cesare, quanto meno. La delibera Grancio/Fassina - che stando all’Avvocatura capitolina è inaccettabile visto che non chiede la revoca ma l’annullamento in autotutela senza un solo appiglio giuridico valido - dovrà comunque passare per le commissioni consiliari prima di giungere al voto in Consiglio. Il tutto mentre nel frattempo proseguono senza sosta i lavori preparatori fra Comune e Roma/Eurnova per concludere i testi di variante e convenzione urbanistica da portare al voto in Aula. 



L'articolo 61 del vigente Regolamento del Consiglio del IX Municipio, disciplina le modalità di conteggio delle maggioranze alle votazioni, compresi gli astenuti. Il combinato disposto dei primi 2 commi - "maggioranza dei Consiglieri presenti" in aula e "nel computo dei presenti sono in ogni caso considerati" quei Consiglieri che "non lasciano l'aula" - unito alla disposizione del terzo comma che ribadisce come, per l'approvazione di un provvedimento sia necessaria una maggioranza espressa ("in caso di parità la proposta si intende non approvata") dovrebbero suggerire che occorra sempre la maggioranza dei presenti in aula al momento del voto affinché un provvedimento sia adottato. Nel caso del voto sulla Delibera Grancio/Fassina, invece, erano presenti in aula al momento del voto 23 consiglieri (14+9), pertanto la maggioranza dei presenti avrebbe dovuto essere di 12 voti (23:2=11,5) affinché la delibera di parere venisse approvata. Al contrario, il Municipio ha ritenuto che fossero sufficienti 9 voti favorevoli contro 14 astenuti.  

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