lunedì 4 febbraio 2019

STADIO; GRILLINI DISERTERANNO COMMISSIONE TRASPARENZA

Avevamo scritto venerdì scorso che i 5Stelle avrebbero “anestetizzato” la Commissione Trasparenza di questa per esaminare e discutere della relazione definitiva del Politecnico di Torino sulla mobilità pubblica e privata del progetto Stadio della Roma. 
Anestetizzare perché boicottare sarebbe sembrato un po’ aggressivo, con i capi della comunicazione della Raggi che esprimevano quasi derisione. 
Ora arriva l’ufficialità: con un post sull’immancabile social, fatto di domenica sera - magari nella speranza che passasse inosservato - il Gruppo “M5S comunica che domani non presenzierà alla Commissione Trasparenza avente come oggetto Progetto Stadio della Roma”. 

La nota del Gruppo 5Stelle
C’è poi lo zuccherino: “Non di certo per il tema, delicato e occasione di confronto democratico, ma a causa della errata modalità di convocazione della Commissione Trasparenza su cui si è negativamente espresso anche il Segretariato Generale, su richiesta del Gruppo M5S, quale organo deputato a sciogliere nodi giuridici ed interpretativi, il cui parere mette in luce come diverse convocazioni della Commissione Trasparenza esorbitino dalle competenze regolamentari della commissione stessa (art 97 del Regolamento del Consiglio del Comune di Roma).Per quanto esposto dal Segretariato, il Gruppo M5S ritiene che l'oggetto della Convocazione di domani 4 febbraio, nonché molti odg già convocati, si traduce di fatto nell'esercizio dei poteri e delle competenze di altre commissioni, esercizio che non riteniamo accettabile ed a cui non possiamo aderire. Ciò posto, ci riserviamo ogni opportuno ed ulteriore approfondimento giuridico/amministrativo nonché di esporre all'esito i fatti alle competenti Autorità, per la tutela del nostro gruppo e del buon andamento dell'Istituzione. Confidiamo nella futura regolarità delle convocazioni della commissione suddetta e di non rendere necessario altro intervento”.

Seduta valida anche con soli 3 presenti
Poco male: un annuncio con velate minacce di ricorsi alle Autorità che, però, sposta poco il tiro visto che per la validità della seduta basta la presenza di 3 consiglieri sui 12 totali. E i grillini sono 7, quindi non bastano per far saltare la seduta.
Che non si presentino loro, quindi, non altera più di tanto i termini della questione visto che le Commissioni si fanno per rendere edotti i Consiglieri sugli atti in discussione attraverso le audizioni dei dirigenti, la visione di documenti e il confronto, quando occorre, con gli Assessori. 

Più che i consiglieri devono andare i dirigenti comunali
Quindi, più che la presenza dei pentastellati, quel che conta domani è la presenza di Gian Mario Nardi, direttore del Dipartimento Mobilità nonché autore del contratto con il Politecnico di Torino e destinatario (sta scritto nel contratto) della relazione definitiva. 
E non a caso, infatti, nell’elenco delle convocazioni Nardi risulta fra quelli convocati il 23 gennaio scorso, quando Marco Palumbo, presidente della Commissione, ha spedito gli inviti. 

La coincidenza della Commissione Trasporti
Strana, poi, la coincidenza della convocazione, da parte del presidente grillino, Enrico Stefàno, della Commissione Trasporti. Un’eccezionale coincidenza a quanto pare: il 23 gennaio Palumbo convoca Nardi per lunedì 4 febbraio alle 11.30, e Stefàno convoca la sua Commissione, il 29 gennaio, con seduta alla 11 di mattina sempre di lunedì 4.
Chissà se Nardi preferirà andare alla Commissione Trasparenza, la cui convocazione è la più antecedente, o a quella Trasporti, giunta provvidenzialmente all’ultimo minuto utile.

Nessun impedimento a spedire email
Ma anche se Nardi decidesse di andare alla Commissione Trasporti, nulla gli vieta di spedire una bella email: in fondo deve solo girare a Palumbo quella contenente la relazione definitiva che è nel suo computer da giovedì 31 gennaio. 

Pronte denunce e ricorso al Tar 
Di fronte alla possibilità che domani, alla seduta della Commissione, si ritrovino al tavolo solo i componenti dell’opposizione e non si presentino i dirigenti convocati né venga fornito il testo della relazione di Torino, il presidente della Commissione, Palumbo, prepara la contromossa: denuncia alla Procura della Repubblica per omissione d’atti d’ufficio e, subito dopo, un giro al Tar per chiedere al presidente di sezione un decreto presidenziale di ottemperanza “inaudita altera parte”, da predisporre cioè senza neanche il bisogno di convocare l’Avvocatura comunale. Se al Tar venisse accolta la richiesta di Palumbo, forte di questo decreto i dirigenti capitolini sarebbero obbligati ad aprire gli archivi e i computer che l’Amministrazione mette loro a disposizione per lavorare. Un’extrema ratio cui nessuno vorrebbe giungere ma che sembra la strada più probabile visto il muro di gomma che i 5Stelle stanno cercando di tirar su su questa incredibile vicenda.

Una Relazione dal valore solo politico
Tutta questa incredibile gazzarra per una relazione che non ha alcun valore giuridico: paradossalmente vale meno della carta su cui sarà stampata. Ma che, invece, ha un immenso valore politico. Valore giuridico non ne ha, essendo al di fuori della procedura che si è conclusa con la fine della Conferenza di Servizi del dicembre 2017.

La genesi del caos: l’addio al Ponte di Traiano
L’Amministrazione Raggi - dopo i primi annunci e tentativi di voler direttamente cancellare il progetto e la relativa delibera - quando si accorge che non si può azzerare tutto, decide di virare sul taglio delle cubature, le famose tre torri di Libeskind assurte a simbolo di ogni speculazione possibile. Per giungere a tagliare le torri è però necessario procedere al taglio delle opere di mobilità di interesse pubblico che generavano questa cubature a compensazione: il Ponte di Traiano e lo sfioccamento della metro B, frettolosamente accantonata. 

L’inchiesta Rinascimento e i dubbi del Sindaco
Nonostante per mesi in molti, non da ultimo Il Tempo, avessero rimarcato quanto questa decisione fosse pericolosa per il sistema di mobilità, occorre l’esplosione dell’Inchiesta Rinascimento perché alla Raggi sorgano dubbi. Avviene quando dai brogliacci delle intercettazioni viene fuori come Luca Parnasi, patron di Eurnova, si raccomandasse con i suoi di non parlare dei problemi di traffico dovuti al taglio di ponte e metro.
Complice l’inchiesta che rallenta l’iter alla vigilia del voto in Consiglio comunale sulla variante urbanistica, molti consiglieri 5Stelle, mai stati particolarmente convinti tout court del progetto, fanno presente al Sindaco di non essere disponibili ad assicurare la presenza in Aula per il voto. A quel punto - siamo in estate - la Raggi decide di affiancare alla due diligence interna degli uffici, anche un check esterno. Dopo un paio di mesi di trattative, viene ufficializzata la decisione di affidare questo controllo sulla mobilità al Politecnico di Torino. 

Un contratto con molti dubbi
Il contratto con l’Ateneo presenta subito molti dubbi: all’Università viene affidato un controllo strettissimo solo su quanto scritto e protocollato, niente simulazioni, niente raffronti con qualsivoglia altra soluzione. E, per di più, viene imposto un segreto asfissiante: non solo non sono ammessi colloqui con soggetti terzi che non siano “gli addetti ai lavori” ma, soprattutto, al termine del lavoro il Politecnico ha l’obbligo o di consegnare al Comune qualsiasi documentazione oppure di distruggerla. 

La relazione preliminare
A inizio dicembre arriva - come da contratto - la relazione preliminare che, però, è una doccia fredda. Dopo i complimenti di prammatica, per l’équipe guidata dal professor Bruno Dalla Chiara, i problemi sono tanti e, quando ci dovesse essere una partita serale nell’infrasettimanale, l’esito del traffico viene definito “catastrofico” (virgolette del Politecnico).

Il Comune corre ai ripari 
A quel punto, dopo che nei primi giorni dall’arrivo della relazione quando il segreto ancora teneva, dal Campidoglio partivano veline che, tutto sommato, era un testo positivo, messo di fronte al nero su bianco, il Comune la butta in caciara: il Politecnico è andato oltre il suo mandato (visto che ha esaminato il progetto depositato è un’idea bizzarra) e gli verrà spedita nuova documentazione in vista della relazione definitiva. Che, a quel punto, slitta dall’iniziale 9 al 31 gennaio.

L’attesa per la relazione finale
Arriva il testo ma, da quel momento, la versione ufficiale è che sia ancora chiuso dentro un cassetto dal momento in cui è giunto. Dando per vera la versione ufficiale, più continua questa melina più aumentano i dubbi sulla “bontà” del contenuto del testo. Nei giorni scorsi, il portavoce del Sindaco Raggi ha annunciato che il testo verrà letto in una riunione futura alla presenza della Raggi stessa e che poi sarà indetta una conferenza stampa. Il tutto entro la prima metà di questa settimana. 

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