Prima furono i consiglieri grillini, ora ci si mette anche il direttore generale del Comune, Franco Giampaoletti: la Commissione Trasparenza di oggi dedicata alla relazione definitiva del Politecnico di Torino sulla mobilità pubblica e privata del progetto Stadio della Roma di Tor di Valle, deve andare deserta.
Con un’email spedita venerdì 1 febbraio alle 16.42 da Giampaoletti a tutti i dirigenti che erano stati convocati dalla Commissione per l’audizione di oggi, il Direttore generale scrive: “in merito alla convocazione della commissione trasparenza per il prossimo lunedì 4 febbraio il nostro Ente ritiene opportuno limitare la partecipazione alla parte politica. Sarà mia cura contattarvi personalmente lunedì mattina per chiarire eventuali dubbi”.
Quindi: la parte politica, gli assessori e i consiglieri grillini non andranno, dopo l’annuncio semiclandestino di ieri sera (LINK: STADIO; GRILLINI DISERTERANNO COMMISSIONE TRASPARENZA).
E non andranno neanche i dirigenti, forti di una disposizione esplicita del direttore generale.
Un conflitto di poteri
L’email di Giampaoletti apre un enorme conflitto fra poteri del Comune: il regolamento del Consiglio comunale, atto votato con maggioranza qualificata dall’assemblea elettiva e che regola (articolo 97) esplicitamente il funzionamento e i poteri della Commissione Trasparenza, viene posto in conflitto con il regolamento degli Uffici, atto di Giunta comunale.
Ovviamente, il “peso” in termini di poteri è nettamente sbilanciato a favore del Regolamento del Consiglio ma, per sconfessare questo posizione dell’Amministrazione Raggi, sarà necessario che si pronunci un organo di giustizia amministrativa.
Metodi di comunicazione alternativa e dove trovarli
C’era una volta il Movimento dello streaming, della trasparenza e dell’onestà-tà-tà, dei cartelli in Aula Giulio Cesare, delle contestazioni fatte con la gente in Aula.
Ora c’è la cancelleria segreta, senza Bismarck, però. Ci sono le sedute del Consiglio comunale dove non viene ammesso il pubblico, e, adesso, anche delle Commissioni boicottate.
Legittimo chiedersi: è davvero così tragica la relazione di Torino da richiedere di armare tutta questa cagnara ponendo in discussione le regole fondamentali del funzionamento della democrazia elettiva?
COMMISSIONE TRASPARENZA: DUE ORE DI SCIOCCHEZZAIO
COMMISSIONE TRASPARENZA: DUE ORE DI SCIOCCHEZZAIO
Domani alle 10.30 il sindaco di Roma, Virginia Raggi, illustrerà alla stampa la relazione finale del Politecnico di Torino sulla mobilità del progetto Stadio della Roma. Da vedere se verrà anche consegnato il testo originale della stessa o se invece, come già filtra da Radio Campidoglio, toccherà andare sulla fiducia. L’annuncio della conferenza stampa arriva quando la seduta della Commissione Trasparenza è appena iniziata: come previsto, né un dirigente né un consigliere grillino né un assessore s’è presentato all’incontro.
I grillini avevano annunciato l’assenza, accampando motivazioni piuttosto labili. Il direttore generale del Comune, Franco Giampaoletti, aveva spedito una mail venerdì ai tre dirigenti apicali convocati dalla Commissione per disporre una presenza solo della politica e non dei tecnici: di fatto, quel che appare un modo surrettizio di far saltare la seduta.
Commissione che ha deciso di procedere con gli esposti contro il dg capitolino, Giampaoletti, e contro il direttore del Dipartimento Mobilità, Nardi, per non aver consegnato il testo, omettendo, quindi, un atto dovuto e impedendo, in sostanza, il funzionamento della Commissione stessa che si è ridotta a una passerella di sciocchezze.
Parte la ex 5Stelle, pasionaria anti stadio, Cristina Grancio, che annuncia la predisposizione di una delibera di Consiglio che annulli quelle sul pubblico interesse (la 32/2017 e la 132/2014) della Raggi e di Marino. Peccato che, intanto, l’iter sia andato ancor più avanti con il via libera della Conferenza di servizi decisoria.
Un tempo presente che pare non esser stato percepito dalla Grancio tanto che la stessa ha rilanciato la richiesta di accesso agli atti per poter leggere il parere (inizio febbraio 2017) reso dall’avvocato Andrea Magnanelli (avvocatura capitolina) al sindaco Raggi. Un atto che, per altro, nessuna norma obbliga a rendere pubblico.
A questo sciocchezzaio si accoda anche Giulio Pelonzi, capogruppo Pd, che in una eterna filippica, annuncia che il Pd decide di spostarsi per l’annullamento degli atti della Raggi. Evidentemente, prosegue il tentativo di suicidio politico dei dem romani sempre più avvitati su se stessi e lontani dalla realtà e dalle norme. Lo stesso Pelonzi che riesce anche a dire che nella vera Raggi “è stato cancellato il vincolo a realizzare le opere pubbliche contestualmente a quelle private”. Ovviamente, basta andare a leggere il testo della della delibera stessa, pagina 15, per vedere quando questa sia une destituita di qualsiasi fondamento.
Nessun commento:
Posta un commento