Due dati, uno politico, l’altro cronometrico, emergono dalla seduta straordinaria del Consiglio comunale dedicata, ieri pomeriggio, al progetto Stadio della Roma di Tor di Valle, seduta, per altro, richiesta direttamente (e in modo inusuale) dal sindaco, Virginia Raggi.
Il dato politico è che i 5Stelle non sono stati in grado di presentare un loro documento da votare a sostegno delle decisioni dell’Amministrazione Raggi sul progetto, limitandosi semplicemente a bocciare i documenti presentati dalle opposizioni.
Il secondo dato, cronometrico, è che la seduta di ieri è stata un orologio rotto: gli interventi che si sono succeduti erano uguali uguali a quelli uditi, sempre in Aula Giulio Cesare, già nel 2014 e, poi, ancora, nel giugno 2017.
Da una parte quelli del rischio idrogeologico; della proprietà dell’impianto e lo Stadio che non è della Roma; il favore ai costruttori e agli speculatori; e le case popolari da costruire invece di pagare lo stadio; e le opere pubbliche che, se ci sono, costano troppo, se non ci sono, perché non ci sono; sì allo Stadio ma no a Tor di Valle. Anche se nessuno si è ricordato di spendere due parole in croce in difesa delle famose rane di Tor di Valle dimostrando che non ci sono più gli ambientalisti veri di una volta.
Dall’altro lato, quelli che il nostro è il progetto migliore possibile, lo abbiamo migliorato, la nostra viabilità andrà bene, è tutto bello, bello bellissimo e se non lo sarà è colpa delle Amministrazioni precedenti da cui abbiamo ereditato il progetto che ci vedeva contrari e siamo rimasti coerenti con la nostra contrarietà.
Sono cambiate solo le casacche: ieri, la giaculatoria la facevano i 5Stelle. Oggi, tocca a Fassina (sinistra), Grancio (ex 5Stelle oggi misto), Pd, Fratelli d’Italia. Ieri il cantico pro Stadio bellissimo era del Pd. Oggi, tocca ai 5Stelle.
Tre ore circa di chiacchiere inutili, di luoghi comuni e inesattezze clamorose, di frasi buttate lì quasi per caso e concetti dal vago sapore populista; di oratori intenti ad udire solo le proprie voci, tanto da una parte, quanto dall’altra, buone tutte solo per avere un post da scrivere su facebook o un cinguettio su twitter, una inutilità testimoniata dalla scontata bocciatura di tutti gli ordini del giorno presentati dalle opposizioni.
Al netto delle chiacchiere, però, appare assolutamente irrituale l’assenza di un qualunque documento della maggioranza: sempre, in occasione di sedute straordinarie monotematiche, la maggioranza usa presentare un proprio testo di sostegno al Sindaco e alla sua Giunta. L’assenza di questo testo, invece, lascia aperti pesanti interrogativi circa la solidità del Gruppo pentastellato di riuscire a mantenere la compattezza oltre la mera bocciatura degli ordini del giorno presentati dalle opposizioni. Insomma, uniti nel dire “no” al Pd, liste civiche, misto, sinistra, ma totalmente incapaci di trovare una sintesi sulle posizioni interne. Un no, per altro, piuttosto netto ma con numeri scarni.
In aula la maggioranza è di 29 consiglieri, Sindaco compresa. Assente giusitificata la neo mamma Eleonora Guadagno e astenuto per ragioni di opportunità (coinvolto nell’inchiesta Rinascimento) l’ex capogruppo Paolo Ferrara, la maggioranza dei consiglieri grillini ha perso per strada ben 6/8 voti, fermandosi a quota 18/20 che hanno bocciato i sette documenti presentati dalle opposizioni. Non esattamente un buon viatico in vista della futura votazione di variante e convenzione urbanistica.
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