Mentre anche il mese di settembre certifica per il trasporto di superficie su gomma un servizio al di sotto dell’80% di quanto stabilito dal contratto di servizio e nel giorno che precede l’inizio dell’Assemblea dei creditori che dovrà decidere del destino del concordato preventivo, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, l’assessore alla Mobilità, Linda Meleo, e il presidente dei Atac, Paolo Simioni, radunano la stampa per mostrare con orgoglio il primo dei 60 autobus elettrici che prenderà servizio il prossimo anno. No, non sono vetture nuove. Sono quelle comprate da Veltroni sindaco e che, piano piano, complici un contenzioso con i fornitori, sono usciti dal servizio per problemi alle batterie e, in qualche caso, al telaio. Erano 60 in servizio e, entro il prossimo 2020, dovrebbero tornare ad essere 60 sulle strade. Facevano le linee del centro, Monti e via del Corso. Quali faranno ancora non è stato deciso né se i percorsi delle vecchie linee (tipo la 117) rimarranno gli stessi o cambieranno.
Una passerella per far vedere la nuova livrea anche perché i primi bus entreranno in servizio a partire da aprile prossimo per attestarsi a quota 25 entro fine 2019. I restanti 35, l’anno dopo.
L’incontro si è quindi trasformato nell’occasione per chieder conto al management aziendale e al Sindaco dell’arrivo dei famosi nuovi autobus (227) pagati direttamente dal Campidoglio (non da Atac) dalla Consip: “ci sono segnali positivi - dice Simioni - a fine novembre si è chiusa la procedura nei confronti dell'azienda. Dal punto di vista tecnico, una squadra Atac è stata a Bologna la scorsa settimana per incontrare Industria Italiana Autobus (IIA) e sono stati informati che hanno iniziato a emettere ordini per attivare la filiera produttiva che tra poco potrà iniziare. Monitoreremo la fornitura in modo che non possano esserci sorprese”. Anche perché la produzione non è iniziata e IIA è ancora alle prese con problemi economici. Sul concordato, poi, Simioni si è detto “fiducioso” sul via libera dei circa 1200 creditori (comprese enti locali e aziende) che dovranno esprimersi entro l’8 gennaio.
Nessun commento:
Posta un commento