martedì 15 maggio 2018

RAGGI INAUGURA LA METRO DEGLI ALTRI


Dopo un’attesa che data dall’inizio degli anni ‘90 e sette anni di ritardi sulla iniziale tabella di marcia prevista (con lievitazione di costi), da ieri è aperta la stazione San Giovanni della Metro C. Il Casilino e il Prenestino ora sono più direttamente connessi con il centro e, finalmente, oltre Termini, a Roma contiamo una seconda stazione di scambio fra due linee. 
La promessa di Virginia Raggi e della sua compagine governativa - dopo prima i niet del 2013 del fermarsi a San Giovanni, poi i tentennamenti dell’ultimo quinquennio se proseguire o meno - è quella di arrivare quanto meno a Ottaviano, come da programma, “ma vogliamo arrivare a Farnesina”, ha ribadito oggi il Sindaco al taglio del nastro. Con quale percorso e quali stazioni (due ipotesi sul tavolo tutte ancora da verificare in primo luogo in termini economici) e con quali soldi e, quindi, fra quanto tempo non è dato di saperlo e rientra nella narrazione del meraviglioso futuro a 5Stelle che i grillini si sforzano di raccontare al mondo.
Nel frattempo, ieri, la Raggi, con marito e pargolo al seguito, timbra il biglietto alle 11.40 aprendo formalmente la stazione. Una stazione archeologica, il cui progetto originario è stato stravolto dalla quantità (e meravigliosa qualità) dei ritrovamenti archeologici emersi dagli scavi: La Sapienza e la Soprintendenza hanno lavorato a stretto contatto per ridisegnare la stazione che è un museo a cielo aperto: un museo visitabile al costo del biglietto metro, con una gran copia di reperti da far invidia a un museo vero e proprio. E ieri, molti sono stati i cittadini che sono entrati a prendere la metro ma ancor di più quelli che si sono affacciati a vedere le teche con monete, semi d’epoca romana, tubature del periodo dei Cesari, pezzi di statue, anfore. 
Non sono mancate le polemiche: la Regione Lazio e il Ministero delle Infrastrutture, gli altri due partner (e pagatori) del progetto con il 12% dei costi la prima e il 70% il secondo, sono stati praticamente relegati nell’angolo con la Raggi che si è presa tutta la scena, limitandosi a uno stitico ringraziamento dei “sindaci precedenti” (neanche nominati) e lasciando che il vicepresidente della Regione, Smeriglio, e il rappresentante del ministro Delrio, invitati all’ultimo via cerimoniale, si perdessero fra la folla (“Il biglietto lo abbiamo pagato 250 milioni”, dice Smeriglio). Prassi consolidata dalla propaganda 5Stelle: i disastri sono ereditati, le cose buone evidentemente no. 

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