venerdì 11 maggio 2018

I "NOSTRI" BUS BRUCIAVANO PURE A LONDRA


Roma non è l’unica a lamentare autobus flambé nel menu del trasporto pubblico locale. Anche Londra ha lo stesso problema. O, meglio, lo ha avuto. E lo ha avuto sempre con gli autobus Mercedes Citaro, stesso tipo di quello andato a fuoco a via del Tritone due giorni fa. 
Succedeva all’indomani della fornitura dei Citaro. Anno di grazia, 2004
Il 24 marzo l’Atac londinese, la Trasport for London, annuncia l’immediato ritiro di tutti i 150 veicoli, 20 da 12 metri e 130 da 18 metri, da poco acquistati a 200mila sterline a vettura e messi su strada.
Un primo incendio  dopo che, in pochi giorni, ben tre incendi si erano susseguiti - il primo a Edgware Road, il secondo a Camberwell - l’ultimo dei quali, sabato 20 marzo 2004, era andato a fuoco a Park Lane, nel pieno centro di Londra con l’autista che mette in salvo i passeggeri, prova a spegnere, senza successo, il rogo che lascia solo una carcassa distrutta. 
Insomma, lo stesso film visto sugli schermi romani due giorni fa. 
All’epoca la linea era la 436 - secondo quanto riportano gli archivi del The Guardian e della Bbc - che va dalla stazione di Paddington, Londra centro, a Lewisham, periferia sud-est. E, ovviamente, anche all’epoca ci furono polemiche in Consiglio con l’opposizione conservatrice all’allora sindaco di sinistra, Ken Livingstone, che tuonava contro le “ticchettanti bombe a orologeria” o, soprannominando questi bus, “le carriole infuocate di Ken”.
Quando si dice che tutto il mondo è paese.
L’Atac londinese si risolse a ridurre il servizio per una settimana su alcune linee dove prestavano servizio i Citaro, facendoli controllare e revisionare, per poi rimetterli in strada. 
Hans Smits, allora alla guida della filiale inglese Evobus (la società Mercedes che produce gli autobus), disse: “Sulla base dei risultati dell'indagine tecnica, Evobus ha deciso che sono necessarie alcune modifiche a tutti gli autobus Citaro a Londra. Al fine di non correre alcun rischio, questi veicoli sono stati messi fuori servizio fino a quando queste modifiche sono state completate. Dopo la revisione, questi veicoli potranno essere utilizzati senza restrizioni”.
«Passano gli anni e i bus a Roma continuano a incendiarsi. Sarebbe importante sapere quante indagini siano state avviate all’interno dell’azienda dei trasporti, con quali esiti e soprattutto con quali atti conseguenti. Perché quello che sta accadendo non è accettabile, è troppo anche per una città, come la nostra, assuefatta al degrado. Eppure basterebbe prendere esempio dalle altre capitali europee e da chi ha fatto dei mezzi pubblici un motivo di orgoglio nazionale. E non di vergogna, come accade a Roma», afferma Antonello Palmieri, presidente dell’Associazione Romanuova che è andata a scovare gli articoli londinesi. 
Dall’indagine londinese emerse che la causa dei ripetuti incendi era un tubo flessibile interno al motore. All’epoca, anche altri Comuni britannici che avevano in dotazione i Citaro decisero di ritirarli temporaneamente e sottoporli a verifica: Coventry, Birmingham, Manchester, Oxford e Berkshire. Dopo di che, prima di essere reinseriti su strada, tutte le vetture vennero dotate di un nuovo sistema anti incendio.
A Roma, ancora oggi, il 29% della flotta di Atac è composto da veicoli Mercedes Citaro da 12 metri: 220 con allestimento urbano (3 porte), 200 suburbano (2 porte) e 120 extraurbano (2 porte ma un maggior numero di posti a sedere). Gli ultimi arrivi di vetture nuove sono stati i 337 Citelis di Alemanno e i 150 Urbanway di Marino. In attesa dei 600 nuovi veicoli promessi dalla Raggi, di fatto il 73% della flotta risale a Veltroni sindaco. 

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