giovedì 22 agosto 2013

Depistaggio pedonalizzato


Calma piatta. O quasi.
La corsia preferenziale dei Fori Imperiali, seguita a ruota dal rilancio, operato dal sindaco Marino ben coadiuvato dai trombettieri Rep&Cor, di ulteriori pedonalizzazioni sta diventando ormai una specie di depistaggio.

Non si parla più (o quasi) di niente altro.
Non abbiamo più notizie delle buche: chi le ha più viste e sentite?
Si sono perse le tracce delle varie problematiche connesse con i nomadi: chiamate RaiTre!
Dagli schermi radar c'è giusto una traccia, piccola piccola, degli allagamenti di un paio di giorni fa e delle traversie del trasporto pubblico locale, metropolitane in primis.
I problemi di criminalità affliggono Roma in modo sempre più virulento. Ma anche per questo sarà il caso di assumere un Maigret o uno Sherlock Holmes perché 

L'elenco - come lo stesso Marino non mancava di segnalare durate la campagna elettorale - dei problemi della città è lungo, lunghissimo.
Eppure, non se ne parla. 

Le pagine delle cronache locali sono occupate solo da questo nuovo mantra. 
Siamo passati dal "chiamo l'esercito" di alemannide memoria al "pedonalizziamo tutto" by Marino.

E, a quanto pare, anche cervelli e penne notoriamente di prim'ordine si sono pedonalizzate.
Repubblica ormai non è più neanche genuflessa in ginocchio: è completamente sdraiata per terra. La delizia di oggi è il dossier che i "minisindaci" - che nome orribile! - stanno già predisponendo per trovare nuove aree da pedonalizzare.
Fra i quindici Presidenti di Municipio e Repubblica non si capisce chi sia più realista del re!

Il Corriere - una tantum per ora, in attesa che, da Milano, arrivi lo stop al lacchinaggio (nel senso di lacché) e che si recuperi un po' di quella sana indipendenza dimostrata durante il quinquennio Alemanno - accompagna la sviolinata odierna a un pezzettino di spalla che ricorda quali possono essere i problemi legati a una pedonalizzazione di massa.

Unica voce fuori dal coro, il Messaggero: sarà la scarsa simpatia che l'editore (Francesco Gaetano Caltagirone) nutre per Marino (e Zingaretti) ma il quotidiano di Via del Tritone è l'unico che va controcorrente e non si accoda alla sinfonia del "quant'è bello e bravo Marino e quanto ci piace pedonalizzare". Quanto meno, il Messaggero dà spazio ai problemi che queste decisioni comportano.

Solo che - perché c'è un "solo che" - anche questa attenzione finisce per monopolizzare l'attenzione solo ed esclusivamente su questo, lasciano poco o punto spazio al resto.

La domanda, quindi, è: quanto può durare questo giochino?

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