Denunciano gli utenti: a Termini, metro A, in uscita funzionano solo due scale mobili sulle sei esistenti. Quattro, quindi, sono ferme. E giù foto e video.
Peccato che il sito istituzionale di Atac non ne faccia menzione alcuna.
Come già accade, ad esempio per i bus flambé, l’Azienda di via Prenestina ha un modo tutto suo di tenere le contabilità.
Per gli autobus che vanno a fuoco, Atac conta solo quelli totalmente inceneriti e solo se erano in servizio. Bus inceneriti ma fuori servizio non vengono considerati. E non parliamo neanche di quelli pesantemente danneggiati: ecco perché l’Azienda nelle sue veline riesce sempre a raccontare che va tutto bene e i bus flambé sono sempre di meno, tanto da essere arrivati fra i numeri negativi. E non importa che vi siano foto e video che dimostrino il contrario o che le matricole dei bus incendiati,dal giorno del rogo, siano scomparse dalle rilevazione in tempo reale.
A fronte di accessi agli atti, poi, l’opaca Atac si trincera dietro l’inchiesta della magistratura (che dura dall’epoca della sostituzione del cavallo con il motore a scoppio), rifiutandosi di fornire alla stampa anche i dati che abitualmente inserisce nei comunicati, quelli, per intendersi, in ciclostile: “per cause da accertare” si è sviluppato un “principio di incendio” e rigorosamente “senza danni alle persone”.
Discorsi analoghi escono fuori sui numeri dei bus in servizio che, alla mattina, vengono propagandati al massimo ma poi, nei servizi di rilevazione in tempo reale crollano nel giro di mezz’ora. Controprova: ogni giorno @infoatac (l’account twitter ufficiale dell’Azienda) annuncia linee sospese per mancanza di vetture e gli utenti che si lamentano, sempre via twitter, per le attese infinite alle fermate.
Ora, la terza coincidenza - che, per dirla alla Sherlock Holmes, fa una prova - vengono segnalate scale mobili che non funzionano ma sul sito non se ne trova traccia. Per forza che poi viene propalata la bufala del 90% degli impianti funzionanti.
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