Se non una braciolata, quanto meno un’occasione di lavoro conviviale che, multa a parte, rischia di costare piuttosto caro a Albino Ruberti, capo di Gabinetto del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
Il primo maggio, all’ora di pranzo, Ruberti era a casa di Andrea Pacella, uomo Pd di Vercelli oggi consulente politico del ministro per le Infrastrutture, Paola De Micheli. Al Pigneto, vicino il Cinema Aquila, i vicini sentono la musica e chiamano la polizia segnalando un assembramento in una terrazza privata di via Macerata. Arrivano gli agenti del Commissariato Porta Maggiore e scoppia il caos.
Ruberti è fuori dalla propria abitazione, parla di un pranzo di lavoro ma gli agenti sono inflessibili e lo multano. Fino qui i fatti. Poi, divergono le versioni.
La ricostruzione di Ruberti è che sì, c’era musica ma stavano mangiando, pur essendo già passate le quattro e mezza di pomeriggio, lui, il proprietario di casa, Andrea Pacella, e la consigliera regionale Sara Battisti. Ma nessun barbecue, nessuna grigliata: l’Ufficio Stampa della Regione è pronto a esibire copia della fattura di un noto ristorante della zona: 200 euro per cinque menu. Al tavolo, insieme alla Battisti, a Ruberti e a Pacella c’era una quarta persona non coinvolta dai fatti.
Ruberti spiega: “abbiamo parlato di lavoro, dell’utilizzo della Protezione civile a sostegno delle aziende di trasporto per controllare le stazioni e informare i passeggeri”. Certo, se la presenza del consigliere politico del Ministro delle Infrastrutture giustifica questo tema, meno chiaro è come mai se ne parli con una consigliera regionale come la Battisti che non ha alcuna competenza in tema di mobilità, essendo membro delle Commissioni Affari Costituzionali, Sviluppo Economico, Bilancio, Affari europei e del Comitato per il monitoraggio dell'attuazione delle leggi e la valutazione degli effetti delle politiche regionali.
“Però lei consideri - obietta la Battisti - che in questo periodo particolare ci hanno chiesto di occuparci di più temi e mi sono occupata sia di sport che di trasporti. Potrà vedere fra le interrogazioni e le proposte di legge presentate”.
C’è la seconda versione, molto meno accomodante: secondo altre fonti, i fatti si sarebbero svolti in modo diverso con un Ruberti e una Battisti che, più o meno, si sarebbero rivolti agli agenti con un classico “lei non sa chi sono io” o qualcosa di simile. Tanto che gli agenti dopo il primo controllo, avrebbero avvisato la Sala Operativa che ha inviato altre due pattuglie di rinforzo una delle quali con un commissario a bordo.
Nel tardo pomeriggio di ieri, poi arriva una nota ufficiale di scuse: “Sto leggendo in queste ore di accuse che mi vengono rivolte per una “grigliata” fatta il primo maggio in un’abitazione privata”, scrive Ruberti. “Ci tengo a dare alcuni chiarimenti. Non c’è stato alcun festeggiamento, ma un pranzo di quattro persone per ragioni di lavoro, che aveva ad oggetto il trasporto pubblico regionale. Di conseguenza non esiste alcuna grigliata, dimostrabile dalla ricevuta dell’acquisto del pranzo con consegna a domicili. Dalla ricevuta è riscontrabile un ordine per 5 menù fissi, ordinati per poter fare diversi assaggi. La multa che mi è stata comminata, come emerge dal verbale che non ho mai contestato, riguarda esclusivamente il fatto che non mi trovassi nella mia residenza o domicilio. Nel verbale si evince chiaramente che non vi è altra contestazione e non ho avuto nulla da eccepire. Quindi nessun festeggiamento o grigliata, ma semplicemente una leggerezza, di cui mi scuso e per cui mi assumo la responsabilità”.
Rimane il quesito: se la legge consente gli spostamenti per motivi di lavoro e questo era effettivamente un pranzo di lavoro, perché pagare la multa e non contestarla?
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