lunedì 9 marzo 2020

CORONAVIRUS; L'ULTIMA MESSA DI ROMA



Quella di ieri, domenica, potrebbe essere stata l’ultima messa. Almeno per un bel po’. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri - quello pubblicato a tarda notte, dopo un pomeriggio di anticipazioni giornalistiche e il fugone di moltissime persone da quelle zone del Nord Italia dichiarate zona rossa - prevede non solo misure specifiche sulla Lombardia e le altre province ma anche altri provvedimenti validi in tutta la Penisola. 
E così, stop alle messe e a tutte le altre cerimonie civili e religiose, compresi i funerali. I luoghi di culto potranno aprire solo a condizione di poter adottare “misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”. E con Chiese, Sinagoghe, Moschee chiudono anche i luoghi della cultura
Stop a musei, mostre, aree archeologiche. Pur non essendo dello Stato Italiano, sono chiusi  i Musei Vaticani, l’Ufficio Scavi, il Museo delle Ville Pontificie e i centri museali delle basiliche pontifice ma rimane aperta la Basilica di San Pietro. Chiusure anche per il Colosseo e gli scavi di Ostia Antica, competenza della Soprintendenza Speciale per il Colosseo. Anche il Soprintendente speciale di Roma, Daniela Porro, “ha disposto da ieri la chiusura di tutti i luoghi della cultura della Soprintendenza speciale di Roma, quali le Terme di Caracalla, il Comprensorio Archeologico di Santa Croce in Gerusalemme, la Villa di Livia, l'Arco di Malborghetto”. Poco consolante il seguito della nota della Soprintendenza: “In questo momento così difficile per il Paese, i luoghi della cultura  di Roma resteranno aperti virtualmente con immagini e storie su Facebook e Instagram”. 
Detto che già da giorni sono chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado, dai nidi alle Università e i viaggi di istruzione, il Decreto del Governo vara una stretta senza precedenti praticamente sull’intera vita sociale delle persone: chiusi cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale bingo, sale giochi, sale scommesse, discoteche. Per bar e ristoranti disposta la possibilità di aprire solo se i gestori riusciranno a organizzare l’afflusso dei clienti in modo tale da rispettare la distanza di almeno un metro fra un avventore e l’altro. Stessa cosa anche per gli altri esercizi commerciali: se non si riesce a contingentare gli ingressi in modo tale da lasciare almeno un metro di distanza fra un cliente e l’altro non si può aprire. Qualunque violazione a questa distanza di sicurezza sarà punita con la sospensione dell’attività.
Insieme al gran numero di prescrizioni tassative, ancora due meritano di essere evidenziate: la prima è il divieto per gli accompagnatori dei pazienti di rimanere nelle sale d’attesa degli ospedali; la seconda è che spetterà alle direzioni sanitarie di hospice, residenze per anziani, residenze assistite, strutture per lungodegenza stabilire la possibilità di visite dei parenti ai ricoverati.




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