lunedì 9 dicembre 2019

PUGNO AL PASSEGGERO, TASSISTA NEI GUAI


Non è davvero un episodio isolato il caso di Fabio D.M., il sessantenne che, lo scorso 27 novembre, a Fiumicino aeroporto si è ritrovato il setto nasale fratturato dal pugno di un tassista - Stefano M., 58 anni, licenza numero 117 - per avergli chiesto di usare il tassametro. Il tassista violento, stando alle ultime informazioni, sarebbe stato indagato per lesioni mentre la prognosi per il passeggero è stata portata da 30 a 70 giorni a causa di una lesione all’occhio dovuta al pugno ricevuto.
Stando a quanto racconta l’ex senatore di An, Riccardo Pedrizzi, il caso è davvero tutt’altro che isolato.  
Stavo rientrando a Latina da Lecce dopo un convegno - racconta Pedrizzi - e sono atterrato all’aeroporto di Fiumicino martedì 26 novembre, poco dopo le sette di sera. Decido di prendere un taxi e mi metto in fila. Anzi, in file, visto che ce n’erano due”. 
Due file più o meno interminabili di gente in attesa di una vettura. “Dopo oltre un’ora di attesa senza che riuscissi a prendere il taxi, si capisce per quale motivo: c’era una specie di combriccola di personaggi che chiedeva ai clienti come intendevano pagare la corsa, se in contanti, salivano. Se con carta o bancomat, no. E più di qualcuno ha iniziato a urlare e inveire anche perché nel frattempo arrivavano altre persone che scendevano da altri voli”.
L’ex Senatore è molto duro nel giudizio: “ho visto un atteggiamento ai limiti del camorristico”.
Continuano a passare i minuti e, spazientito, Pedrizzi chiama il 118, numero unico per le emergenze per parlare con la polizia.
Dopo una decina di minuti è arrivata una volante quasi in concomitanza anche con una macchina della Polizia locale di Roma. Devo dire che sia l’equipaggio dei Vigili Urbani che quello della Polizia sono stati di una gentilezza e di una cortesia encomiabili”.
Gli agenti stando al racconto di Pedrizzi si mettono a controllare la situazione per qualche minuto e, incredibilmente la fila inizia a scorrere. 
Appena se ne vanno, però, si ricomincia. 
Pedrizzi poi riesce a salire e ad andare via e il suo racconto quindi si interrompe ma “nonostante io avessi in tasca un centinaio di euro in contanti, non vedo per quale motivo non potessi pagare con la carta. Questo scherzo mi è costato di fatto oltre un’ora e mezza di attesa”, praticamente più di quanto ci voglia in aereo per arrivare da Lecce a Roma. 

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