martedì 9 aprile 2019

LA CASSIA BIS, DISCARICA A CIELO APERTO


C’è di tutto: pneumatici in quantità, bottiglie di vetro, rifiuti in plastica. Gli scarti delle lavorazioni edilizie e dei famigerati svuotacantine. Sono le piazzole di sosta di emergenza lungo la Cassia Bis, la Statale che porta da Roma a Viterbo passando per Olgiata, Formello, Cesano di Roma prima di uscire dal territorio di competenza di Roma Capitale e finire sotto altre Amministrazioni comunali. Stiamo parlando di 12 aree di sosta di emergenza, sei in direzione Viterbo e altrettante in direzione Roma, poste fra la galleria Montelungo (km 8 dal Raccordo) e Cesano di Roma (km 13,5). Ciascuna di queste piazzole è una discarica: qualcuna meno “frequentata” altre praticamente invase da rifiuti di ogni tipo. Ci sono elettrodomestici vari, apparecchi Tv, forni, sanitari. Ci sono i residui di veicoli come paraurti e fari, ci sono vetri abbandonati ma c’è anche lo spazio per l’immondizia indifferenziata quotidiana: sacchi e sacchi neri pieni di scarpe, oggetti casalinghi, borse e valige. Insomma, tante micro discariche che stanno lì da mesi, nell’inerzia del Comune, dell’Ama e di Anas. 
La strada è passata alla gestione Anas con l’ultima infornata, a inizio febbraio 2019. La pulizia delle aree verdi e la manutenzione di asfalto (ridotto un colabrodo) e segnaletica (oramai quasi del tutto illeggibile) spetta ad Anas. Ai comuni, secondo Anas, spetta la pulizia delle piazzole di sosta, visto che non rientra nelle competenze dell’Azienda che, per altro, è anche sprovvista dei mezzi meccanici necessari. Per il Comune (regolamento sui rifiuti), invece, la pulizia spetta a chi ha la concessione, cioè Anas.
Insomma, non si capisce più a chi tocchi pulire le piazzole dalle discariche che l’inciviltà di molti le ha rese: al Comune e, quindi, ad Ama o all'Anas?
Alcuni rifiuti sono così tanto raggruppati da far pensare a qualche “differenziata” mai finita nel posto giusto: decine di bottiglie in vetro, ad esempio, tutte raggruppate fra loro, oppure numerosi sacchi neri contenenti le bottiglie di plastica ben schiacciate e tutte radunate assieme. Poi ci sono gli insudiciatori per definizione: quelle aziende truffaldine che operano nel settore delle ristrutturazioni edili o in quello dei traslochi e che, a differenza delle società serie che consegnano i loro scarti in discarica, risparmiano inquinando l’ambiente con ogni possibile rifiuto. E, discorso analogo per le decine e decine di pneumatici abbandonati. 
Nella giornata odierna è stata fissata al Ministero delle Infrastrutture una riunione tecnica, insieme proprio al Comune e ad Anas, che dovrebbe affrontare sia il problema pulizia che quello dell’installazione delle telecamere di sorveglianza senza le quali, anche dopo le bonifiche, la Cassia bis resterà comunque una discarica. 


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