mercoledì 27 marzo 2019

LA VISITA DEL PAPA IN CAMPIDOGLIO: "SERVE UNA RINASCITA MORALE DI ROMA"


Non pronuncia mai la parola corruzione, ma quando papa Bergoglio parla di “rinascita morale” a molti è corso un brivido lungo la schiena. Non c’era l’immensa folla in piazza del Campidoglio, quando il Pontefice si è affacciato dalla Loggia sul Marco Aurelio la piazza è comunque esplosa in un saluto gioioso.
Quarto Sommo Pontefice a recarsi in visita ufficiale in Campidoglio da dopo la presa di Roma del 1870: il primo fu papa Montini, Paolo VI sindaco il Dc Amerigo Petrucci; poi papa Wojtyła, Giovanni Paolo II, sindaco Francesco Rutelli; quindi papa Ratzinger, Benedetto XVI, sindaco Gianni Alemanno; e ora papa Jorge Mario Bergoglio, papa Francesco, sindaco Virginia Raggi
Ci sono le foto di rito: l’ingresso dello studio del Sindaco con il famoso orologio, i balconcino con affaccio sui Fori Imperiali, l’Aula con la statua di Giulio Cesare e la loggia sulla piazza. Ci sono i fedeli di Vitorchiano, antichissima guardia d’onore del Campidoglio quando ci sono eventi e visite dei capi di stato con le uniformi rosse sgargianti e rilucenti di oro, e le trombe dal suono cristallino. 
Una visita quella di papa Bergoglio iniziata addirittura un po’ in anticipo sul cerimoniale previsto, intervallata da un colloquio privato con il Sindaco e poi dai discorsi ufficiali in Aula, davanti al Consiglio comunale riunito in pompa magna, tranne l’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, che, fedele a se stesso, neanche in questa occasione ha indossato camicia e cravatta.
E, colore a parte, è nei discorsi ufficiali che si centra il senso della visita del Papa. Il sindaco Raggi ha colto l’occasione per annunciare, ribadendo Roma come “città aperta, città del multilateralismo e del multiculturalismo”, che la nostra città sarà “la nuova sede dell'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo. Auspico che tale iniziativa possa contribuire a rafforzare fruttuosamente i rapporti tra le due sponde del Mediterraneo, tra la nostra Europa e i giovani Stati del continente africano. Roma guarda al futuro e si conferma ancora una volta città del dialogo”. 
Il Sindaco ha anche sottolineato come Roma sia la “città della solidarietà grazie all'attività di migliaia di volontari e a quella di centinaia di associazioni, religiose e laiche, come la Caritas con la quale da decenni siamo impegnati, fianco a fianco, a sostegno dei più deboli”.
Poi è stato il turno del Papa che, prima ha ringraziato per la collaborazione con le istituzioni per il “Giubileo Straordinario della Misericordia” e per “altri eventi ecclesiali” per i quali occorre l’”opera qualificata di voi, amministratori di questa Città”. Rimarcando il ruolo di Roma come “cerniera tra il nord continentale e il mondo mediterraneo, tra la civiltà latina e quella germanica” il Pontefice ha espresso concetti netti sul tema dell’immigrazione: “Roma, lungo i suoi quasi 2.800 anni di storia, ha saputo accogliere e integrare diverse popolazioni provenienti da ogni parte del mondo, senza annullarne le legittime differenze, senza umiliare o schiacciare le rispettive peculiari caratteristiche e identità. Piuttosto ha prestato a ciascuna di esse quel terreno fertile a far emergere il meglio di ognuna”.
E non è mancato un riferimento ai mali di Roma, “organismo delicato, che necessita di cura umile e assidua” e di coraggio creativo per mantenersi ordinato e vivibile” tanto che il Papa auspica che a Roma vengano riconosciuti “strumenti normativi appropriati e una congrua dotazione di risorse”.




Franco Giampaoletti, direttore generale del Comune, emozioni, pensieri e sensazioni scaturiti dalla visita del Santo Padre?
Non sono credente quindi non ho vissuto la componente emozionale legata alla religione, quindi quell’aspetto che fa del Papa il trait d’union fra Dio e l’uomo, ma sono rimasto colpito dalla personalità a tutto tondo del Pontefice: quasi un politico. Il discorso del Papa l’ho letto come un incoraggiamento al lavoro istituzionale del Comune. Chiaramente va anche esaminato all’interno di un contesto culturale cattolico, con forti richiami alla solidarietà e alla comunità. Trovo che il fatto che papa Francesco abbia dedicato mezza giornata al Comune di Roma sia testimonianza del forte rapporto che lo lega alla città”.


Il Papa ha toccato, nel suo discorso, temi importanti: l’immigrazione, il rilancio della città, la rinascita morale di Roma. Sono tutte affermazioni che vedono la centralità di Roma rispetto al suo Vescovo che con la città ha un rapporto speciale”.
Andrea De Priamo è capogruppo Fratelli d’Italia in Consiglio comunale. È vero che il Sindaco non vi ha presentati al Pontefice?
Per la verità - ridacchia - non ci ha presentato come capigruppo: io credo che l’emozione l’abbia un po’ tradita però subito dopo s’è ripresa e ha presentato tutti i consiglieri, di maggioranza e di opposizione, uno per uno”.
Emozionato?
Ammetto che è stata una forte emozione”.
La macchina organizzativa ha funzionato bene?
Negli ultimi giorni si vedeva la tensione su tutti i funzionari coinvolti, c’era fermento”.


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