Nel nostro Paese la certezza della pena esiste. È Atac, pena infinita per i romani. Infinta, certa e quotidiana. Ieri, l’ennesima giornata nera per il trasporto pubblico e, nello specifico, per le metropolitane. O, meglio, per le scale mobili delle metropolitane: Repubblica, Barberini e Spagna chiuse; scale mobili e ascensori chi l’ha visti. Aprire il sito istituzionale dell’azienda, alla voce “rete metroferrotranviaria - accessibilità e servizi” - la pagina dove dovrebbe essere dato conto dello stato della rete delle metropolitane e delle ferrovie concesse - è come avventurarsi in un girone dantesco.
L’inferno in città.
Dopo l’ennesimo incidente dell’altro giorno con la scala mobile che si disfa letteralmente sotto i piedi dei viaggiatori, Barberini viene chiusa “su disposizione della magistratura”, si affretta a specificare l’azienda. Peccato che sul sito, fino a tardo pomeriggio, non vi sia traccia di questa chiusura.
In compenso, sulla linea A è un bollettino di guerra: ascensori fuori servizio a Manzoni, Furio Camillo, Valle Aurelia e Baldo degli Ubaldi (qui è quello interno, però!). Poi, montascale fermi a: Lucio Sestio, Giulio Agricola, Porta Furba, Numidio Quadrato, Arco di Travertino, Anagnina, Spagna, Ottaviano, Colli Albani. E, per completare il quadro desolante, out of order anche le scale mobili a Flaminio, Cipro, Colli Albani.
Quadro desolante anche su B, B1 e C. Montascale fermi a Colosseo, Circo Massimo, Cavour; scale mobili bloccate a Laurentina in salita per gli arrivi; ascensori immobili ancora a Laurentina, a Basilica San Paolo, Monti Tiburtini e Pietralata.
E la nuovissima linea C non sta meglio: ascensori fermi a Centocelle e Pantano, scale im-mobili sempre a Pantano e a Grotte Celoni.
Tre stazioni della Roma-Lido di Ostia con problemi: ascensori bloccati a Castel Fusano e Colombo e scala mobile ferma a Casal Bernocchi.
Questo il quadro, desolante. A metà pomeriggio, poi, viene chiusa anche Spagna. Con Repubblica sbarrata da fine ottobre a seguito del famoso incidente con la ventina di tifosi del CSKA Mosca feriti per il crollo della scala mobilie, si torna, come più volte in questi mesi, con la creazione a 5Stelle: la metro direttissima Termini-Flaminio.
E, come d’abitudine, silenzio tombale da parte del Campidoglio: non una parola dalla Raggi, dall’ineffabile assessore alla Mobilità, Meleo, né dal solitamente più ciarliero presidente della Commissione mobilità, il grillino Enrico Stefàno. Come sempre, nel più puro stile grillino: se non se ne parla, il problema non esiste.
Almeno Atac tenta una parvenza di difesa: dopo aver accettato che la gara d’appalto per la
manutenzione degli impianti di traslazione venisse aggiudicata con un ribasso del 50 e spicci per cento sulla base d’asta, ora corre ai ripari e annuncia, con una calma olimpica che “a conclusione dell'iter istruttorio da tempo avviato a carico della ditta che ha gestito la manutenzione degli impianti, Atac ritiene che sussistano gravi ed inconfutabili ragioni per la risoluzione del contratto, che verrà notificata a stretto giro al fornitore. L'azienda individuerà nel minor tempo possibile le soluzioni utili a garantire la riapertura delle stazioni e la continuità e il miglioramento delle attività manutentive”.
Certo, facendo riferimento ai tempi che ordinariamente occorrono all’azienda per (non) risolvere i problemi - proprio la fermata Repubblica della A è il paradigma forse migliore ma non l’unico di questa incapacità di Atac di muoversi con tempi non geologici - il rischio per romani e turisti è quello di ritrovarsi per chissà quanti mesi ancora con la lotteria della metro: prenderla senza sapere dove si scenderà.
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