sabato 2 marzo 2019

CAPANNELLE CHIUDE: VIA AI LICENZIAMENTI, LE CHIAVI AL CAMPIDOGLIO




Via ai licenziamenti e alla restituzione dell’ippodromo di Capannelle al proprietario, il Comune di Roma. Alla fine, il tira e molla andato in scena negli ultimi 15 mesi fra il Campidoglio da una parte e la Hippogroup, storico gestore dell’impianto romano, sembra giunto alla sua conclusione. A meno di un intervento espresso diretto del sindaco, Virginia Raggi, cento dipendenti diretti e un migliaio dell’indotto andranno a casa, l’ippica romana per come la si conosce in città da 72 anni chiude qui e sulle casse del Campidoglio non solo non entreranno più i soldi del canone ma sarà necessario coprire le spese per la sicurezza e la gestione, un mezzo milione di euro al mese. 
Ieri scadeva l’ultimo termine che, a fine gennaio, Comune e Hippogroup si erano dati per trovare una soluzione. Il problema è quello antico: lavori di miglioria nell’impianto per quasi decine di milioni di euro pluriennali rimasti incagliati nella farraginosità delle procedure comunali di autorizzazione e, alla fine, rimasti sospesi fra il vecchio regolamento per gli impianti sportivi che autorizzava quasi in automatico le proroghe per migliorie e il nuovo regolamento, varato dai 5Stelle, che cassa questo automatismo. Con la concessione a Hippogroup che, quindi, scade a fine 2016 e il Comune che, da allora, fa partire un braccio di ferro con i concessionari fatto di bastone e carota, comunicati concilianti e pretese economiche. 
Alla fine, dopo quasi un anno e mezzo di questo tiro alla fune, la corda s’è rotta. E ieri Hippogroup ha annunciato con una nota durissima l’avvio dei licenziamenti, a partire dai suoi vertici, e delle procedure di restituzione dell’impianto al Comune. Silenzio totale da parte del Campidoglio.
Scrive Hippogroup in una lunga nota in cui si ricostruisce giorno per giorno l’evolversi di questa surreale vicenda: licenziamenti e restituzione dell’ippodromo sono “il risultato che il Comune di Roma ha voluto coscientemente perseguire sin dall’inizio. Per un anno e mezzo siamo stati presi in giro dall’assessore allo Sport, Daniele Frongia, e dal presidente della Commissione Sport, Angelo Diario. Questi due personaggi hanno inscenato un balletto sulla pelle dei lavoratori e degli operatori”. A corredo, Hippogroup cita uno stralcio di un libro pubblicato da Frongia nel 2016, prima delle elezioni comunali, in cui il futuro Assessore allo Sport “Non sarebbe ora di chiudere il contratto con questa Hippogroup e cercare un nuovo concessionario per Capannelle?”, aggiungendo “Parole cui, evidentemente, è seguita un’azione politica determinata a conseguire la fuoriuscita di Hippogroup dall’Ippodromo Capannelle”.
Poi, un paio di chicche: la prima è una riunione definita “riservatissima” da Hippogroup che ha visto al tavolo il DG del Comune, Giampaoletti, il nuovo capo di Gabinetto della Raggi, Castiglione, e tutti i tecnici del Dipartimento Sport ma non l’assessore Frongia e nessuno “dei suoi collaboratori”. A questa riunione, ne segue una seconda, con il solo Castiglione, in cui Hippogroup chiede un’assunzione pubblica di responsabilità del Sindaco, ovvero la possibilità che sia direttamente e pubblicamente la Raggi a seguire il dossier, “visto che non esiste più alcun rapporto di fiducia né con l’Assessore allo Sport né con il Presidente della Commissione Sport”. il diniego opposto da Castiglione ha chiuso la vicenda. Con uno strascico ulteriore: non solo il Comune dovrà pagare 500mila euro al mese per sorvegliare l’impianto, ma, se e quando arriverà il nuovo gestore, dovrà consegnare i luoghi in buono stato oppure dovrà versare l’indennizzo a Hippogroup. Un vero capolavoro.  


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