Girone di ritorno iniziato da sole due gare, Coppa Italia andata, Champions ancora in bilico: quindi, tempo per non buttare completamente tutto ancora c’è.
La soluzione più ovvia e immediata è l’esonero o le dimissioni del tecnico, Eusebio Di Francesco.
COSA VA
Iniziamo dalle note positive.
- In campionato, siamo ancora in corsa per un piazzamento nell’Europa che conta.
- Il cammino in Champions è ancora tutto da giocare.
- Molti calciatori in rosa, specialmente i più giovani, hanno dimostrato talento, combattività, voglia di fare, fame.
Fine.
COSA NON VA
L’elenco, purtroppo, è lunghissimo.
- Una rosa palesemente squilibrata.
A metà stagione, appare evidente come siano stati commessi errori nella formazione della rosa messa a disposizione al tecnico.
- Calciatori fuori forma, fuori di testa e, spesso fuori ruolo.
- Infortuni che, da inizio anno, credo non abbiano mai consegnato a Di Francesco una rosa completa e al 100%.
Tolti quegli infortuni di gioco o di allenamento sui quali poco si può fare, qualcuno dovrebbe spiegare come mai i nostri giocatori non corrono ma i loro muscoli si incriccano come quelli di un novantenne? Sai, corrono come diavoli ci può anche stare che qualche muscolo si strappi. Ma questi passeggiano come pensionati al parco: Florenzi, Kolarov, Pastore con la Fiorentina sono solo alcuni esempi.
- Gioco che non c’è, non si palesa, è estemporaneo e legato alle intuizioni del singolo calciatore.
Una volta si diceva: la Roma non ha gioco, si dà palla a Totti che poi inventa. Oppure, palla lunga a Gervinho/Salah e vediamo che succede. Oggi è “datela a Zaniolo e speriamo”? Altrimenti vediamo una riedizione del tikitaka di Luis Enrique, con i difetti di una difesa alta e lenta e un centrocampo che non filtra.
- Scollamento fra la proprietà, la società e la squadra
Dall’esterno appare palese uno scollamento fra la proprietà (Pallotta), la società (Baldissoni, Monchi) e la squadra intesa sia come staff tecnico che come giocatori: sembra come se queste tre componenti andassero ciascuna per proprio conto, non dialogassero fra loro, non ci fossero ordini e ranghi, disciplina e concordia.
ANALISI
Infausta. Almeno se si prosegue così. Con affetto, ma a questo punto non è solo l’umiliazione di quanto avvenuto ieri a Firenze che dovrebbe spingere il tecnico a rassegnare le dimissioni (o la società ad allontanarlo) è che, banalmente, Eusebio non sembra più in grado di trovare una soluzione. L’uscita dalla Coppa Italia di ieri appare in linea con quanto avvenne con lo Spezia all’epoca di Garcia. La squadra non giocava, non girava, era in un tunnel. Perdemmo allora con una squadra di categoria molto inferiore senza fare un tiro in porta. Ieri siamo usciti con una sveglia ma da una squadra di serie A per altro in un ottimo momento di forma. Ma senza palesare un vero gioco. I primi tre gol sono da cineteca dell’horror calcistico: Florenzi imbambolato, Manolas sfigato, Fazio terremotato, Kolarov inebetito, Olsen seduto. Poi ci stanno quei primi minuti della ripresa con una buona pressione sulla Viola finiti quando l’arbitro non fischia il fallo su Zaniolo ma, anzi, lo minaccia di cacciarlo con un’arroganza pari solo al suo errore smisurato e Dzeko perde la testa, insieme al resto della squadra. E la gara finisce lì.
Battere il Milan e provare a passare il turno in Champions sarebbero, con l’album delle figurine, due obiettivi perfettamente alla portata di questa squadra. Oggi, potremmo perdere anche giocando col Tor Tre Teste.
PROGNOSI
Si dirà: via DiFra e chi ci metti? Bella domanda cui non ho una risposta perché per prendere allenatori di un certo peso bisognerebbe investire soldi. Il rischio di continuare così, però, è quello di concludere un campionato più che mediocre al di sotto della soglia Champions (se non dell’Europa League), per non parlare dell’uscita dalla Champions di quest’anno.
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