mercoledì 12 dicembre 2018

CAUDO: "IL TMB SALARIA NON DEVE MAI PIÙ RIAPRIRE"


Ma che stiamo scherzando? Ma che stiamo scherzando”, lo ripete due volte, per sottolinearne l’importanza, Giovanni Caudo, presidente del III Municipio (Montesacro), alla domanda sulla riapertura dell’impianto di trattamento meccanico biologico (TMB) dell’Ama di via Salaria andato a fuoco nella notte fra lunedì e martedì.
Niente mezze misure: “L’impianto non deve riaprire”, sentenzia Caudo. 

Presidente, però se non riapre avremo Roma invasa dai rifiuti più di quanto già non sia. In questi giorni da Castel Giubileo, il suo Municipio, dove è attiva la differenziata porta a porta, i residenti lamentano la mancata raccolta da settimane con immondizia sparsa ovunque. Non riaprire il TMB significa condannare Roma a un Natale e capodanno da incubo.
La soluzione c’è ed è semplice. Una moratoria di un anno che consenta a Roma di portare fuori provincia il rifiuto così com’è”.

Intende, il tal quale, senza prima trattarlo?

Sì, il tal quale. Occorre, ovviamente, un’autorizzazione speciale che può dare il ministro Costa (Sergio, ministro all’Ambiente)”.

E che otterremmo?

Un anno di moratoria all’esportazione del tal quale, può consentire di pareggiare i tempi. A condizione che la politica si assuma le sue responsabilità. La Regione deve varare il Pianto Rifiuti e per farlo ha bisogno che la Città Metropolitana indichi i siti dove costruire gli impianti di trattamento e smaltimento della mondezza. È ora che si mettano da parte le paure e le ripicche reciproche fra Pisana e Campidoglio e si lavori per il bene della città”.

E se questa moratoria non bastasse? Se la politica continuasse a litigare senza trovare una soluzione condivisa?

Che il TMB Salario fosse oramai al di là delle normative l’abbiamo denunciato poche settimane fa. Che a Roma il problema rifiuti sia al di là del sopportabile è altrettanto cosa nota e non serviva l’incendio per capirlo. Però questo incendio ha di fatto riunito quella “cabina di regia” sul problema che abbiamo invocato. Oggi c’erano il ministro Costa, il sindaco Raggi, l’assessore all’Ambiente, Montanari, la Regione e il Municipio. Partiamo da qui”.

Presidente, lei è stato assessore all’Urbanistica nella Giunta Marino. Non rimpiange che quella Amministrazione abbia chiuso Malagrotta senza avere una reale alternativa?

Ma questo non è vero. Noi avevamo avviato la realizzazione di due ecodistretti che avrebbero portato fra il 2015 e il 2018 a 200 milioni di euro di investimenti per risolvere in modo strutturale il problema rifiuti. Sta nel Piano Industriale di Ama presentato da Fortini. Poi la nuova Amministrazione quel Piano lo ha cassato, gli ecodistretti cancellati, ma il nuovo Piano Industriale di Ama ancora deve essere approvato in Consiglio comunale. Per cui da due anni e otto mesi abbiamo un versamento di 800 milioni di euro annui dal Campidoglio ad Ama che, però, non ha prodotto né un investimento per impiantistica e neanche una soluzione tampone al problema rifiuti. Sa una cosa?

Dica.
Questo incendio dimostra che quell’impianto è incompatibile con un’area urbanizzata. Il TMB Ama Salario fino a oggi è stato la foglia di fico che ha coperto le inefficienze di un sistema, quello della raccolta dei rifiuti, che noi stiamo denunciando dal primo giorno senza che nessuno ci abbia mai ascoltato. Ora il mio ringraziamento va ai Vigili del Fuoco che con una professionalità eccelsa hanno affrontato questo incendio mettendolo sotto controllo in poche ore”.

Notizie sulle cause?
Al momento tutte le piste sono aperte”.   

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