giovedì 6 settembre 2018

LA RAGGI IMPONE GLI SGOMBERI SOFT


Da una parte la ruspa e la volontà di risolvere rapidamente il nodo delle occupazioni illegali. Dall’altra, l’approccio soft. Uno è Matteo Salvini, ministro dell’Interno. L’altro, l’approccio soft, è quello scelto da Virginia Raggi che dopo le tensioni interne alla sua maggioranza su svariati temi - l’ultimo è la figuraccia sulla delibera Ecopass ritirata - non può permettersi di entrare in rotta di collisione con gli esponenti più a sinistra della sua Giunta che, sulla questione sgomberi, hanno già più volte tirato il freno a mano.
Perciò, nella mattinata di ieri, al Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza, tenutosi in Prefettura con la presenza della Raggi, si è scelto per l’opzione morbida. Secondo quanto trapelato, sarebbero una quindicina gli immobili occupati da sgomberare con una certa premura, occupazioni sparpagliate su tutto il territorio cittadino, centro e periferia. Tra i primi edifici ad essere sgomberati dovrebbe esserci quello di via Raffaele Costi, a Tor Cervara, occupato da circa 200 stranieri e uno in via Carlo Felice, a due passi dalla basilica di San Giovanni, al centro della Capitale. Poi si dovrebbe procedere con lo sgombero dell'ex fabbrica di penicillina su via Tiburtina a San Basilio, abbandonata da anni e dove vivono circa 500 nordafricani. Nella lista anche un edificio in via del Policlinico, uno a Torrevecchia e occupazioni su Tuscolana e Collatina. 
Non possiamo dimenticare che ci sono situazioni in cui le condizioni igieniche e sanitarie richiedono un intervento rapidi”, ha detto la Raggi dopo la riunione del Comitato. “Ci sono poi altre situazioni in cui gli stabili sono pericolanti e le persone che sono all'interno vanno messe in sicurezza. In più abbiamo anche situazioni in cui esistono provvedimenti dell'autorità giudiziaria. Ci sono diversi approfondimenti su alcuni immobili, alcune situazioni sono estremamente delicate, perché stiamo parlando di persone, dobbiamo esaminare bene tutte le situazioni, caso per caso”. 
Poi, sulla circolare Salvini, la Raggi ripropone il ritornello dell’approfondimento: “Abbiamo attuato uno studio di questa nuova direttiva che proseguirà nelle prossime settimane. Sicuramente ci sarà un coinvolgimento attivo della Regione”. Insomma, tutto un prender tempo, approfondire e studiare: “La lista di priorità l'abbiamo stilata insieme alla Prefettura già a gennaio di quest’anno, individuando le modalità con cui coniugare le esigenze di legalità e di tutela dei proprietari con quelle del rispetto dei diritti della persona. Assieme alla Prefettura stiamo attuando questa modalità soft che consenta appunto di tenere insieme queste due esigenze”.
E se la Raggi smussa, ammorbidisce, rallenta, dall’altro lato ci si attrezza per le barricate: il Movimento per il diritto all’abitare annuncia l’autunno caldo. “Assumendo totalmente il punto di vista delle grandi proprietà immobiliari e della rendita, l'attuale vice premier leghista spinge verso una forte accelerazione senza soluzioni per procedere agli sgomberi degli stabili occupati per necessità. Intendiamo esercitare il nostro diritto alla legittima difesa con ogni mezzo necessario e il 10 ottobre sarà la giornata di mobilitazione nazionale contro gli sfratti e gli sgomberi”. Stessa lunghezza d’onda per il sindacato Asia-Usb: “la "Circolare accelera sgomberi” è un atto che preannuncia una guerra senza confini a chi, a causa dell’assenza di una politica pubblica per la casa, ha trovato ricovero in palazzi - pubblici o privati - vuoti. La politica degli sgomberi, senza soluzioni alternative, è una scelta irresponsabile che mira ad alimentare la guerra ai poveri”.


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