Gli avevano chiesto, a RadioRadio, di commentare le esternazioni di James Pallotta sulle radio romane e Nicola Zingaretti, presidente uscente della Regione Lazio in corsa per la riconferma non le ha mandate a dire: “Pallotta? È un altro che viene da fuori e con arroganza si relaziona a una comunità bellissima, che lo è anche nella sua ricchezza. Arrivano e danno lezioni, se pensassero invece a fare il proprio dovere sarebbe meglio. È un altro di quelli che sbaglia. Da romanista dico: invece di dare lezioni agli altri ci permettesse di tornare a sognare, perché questa è la vera grande questione che abbiamo davanti”.
Un’uscita strana, dura, durissima soprattutto considerando i rapporti che, almeno in apparenza, sono sempre stati ottimi fra la società giallorossa e Zingaretti.
E più di qualcuno ha subito messo in relazione la tornata elettorale di domani con questa uscita ancor più inaspettata visto il carattere certo non iroso di Zingaretti e il suo costante rifuggire da ogni tipo di polemica.
Alcune voci di Radio Regione parlano di qualche consigliere che avrebbe spinto Zingaretti a questa uscita semplicemente per un banale conto elettorale.
In questo periodo, complici i risultati per nulla entusiasmanti della squadra guidata da Eusebio Di Francesco, sulla graticola è finita la società, a partire proprio da Pallotta, considerato sempre troppo lontano dai calciatori (qui si era abituati al presidente “papà” sul modello di Dino Viola e Franco Sensi), per nulla presente nei momenti importanti e decisamente concentrato sullo Stadio più - sostiene la vulgata accusatoria - che sul rendimento sportivo della squadra.
Curve rumoreggianti e, quindi, potenziali voti in libera uscita: questo, più o meno il conticino fatto nell’entourage del Presidente della Regione.
Tra l’altro, che le radio romane non siano tenere nei confronti di Pallotta non è proprio un mistero. Radio romane dove molti esponenti del Pd vanno più o meno quotidianamente per la parte radiofonica della campagna elettorale.
Difendere, quindi, le radio romane attaccando Pallotta - che, spesso, ci mette tanto del suo per risultare facilmente criticabile - si traduce in una bella strizzatina d’occhio ai tifosi e, ovviamente, alla corte dei miracoli dell’etere.
Anche perché la granitica certezza sulla rielezione alla guida della Regione non è più così granitica come nelle prime settimane e questo sembra aver acuito una certa dose di “sensibilità” del Governatore.
Del resto, in questo, non è l’unico che si rivolge alla platea dei voti dei tifosi. In senso contrario a quello di Zingaretti, lo ha fatto il sindaco di Roma, Virginia Raggi, proprio in questi ultimi giorni prima con la questione della variante urbanistica sul Ponte dei Congressi, poi con il presunto “bollino” rilasciato da Anac e smentito a Il Tempo direttamente dal presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone. E lo ha fatto anche la candidata 5Stelle, Roberta Lombardi, anche lei su una sponda diversa da quella di Zingaretti, dicendosi pronta a discutere anche con la Lazio per il suo impianto e promettendo iter veloci in caso di sua vittoria per quello della Roma (peccato che le incombenze che ancora restano in carico alla Regione sono determinate per legge e non sono comprimibili).
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