mercoledì 3 gennaio 2018

QUALITÀ DELLA VITA, IL CROLLO DI ROMA NON FINISCE PIÙ


Il consuntivo 2017, relativo alla qualità della vita, non è proprio dei migliori per la Capitale d’Italia. L’indice della qualità della vita stilata da Numbeo, una delle più grandi banche dati mondiale, prende in considerazione l’inquinamento, il clima, il costo della vita, l’assistenza sanitaria, il potere d’acquisto, il traffico e la sicurezza. Lo sottolinea il presidente dell’Aduc Vincenzo Donvito in una nota. Esaminando i dati di 177 città del mondo, Roma è al 135° posto nella graduatoria; la prima è Canberra (Australia) e l’ultima è Caracas (Venezuela). Analizzando i dati di 66 città europee, Roma è tra le ultime nella graduatoria, collocandosi al 58° posto. Prima è Edimburgo (Regno Unito), ultima è Ekaterinburg (Russia). Spostando l’attenzione nel Sud Europa, la situazione peggiora definitivamente: su 16 città esaminate Roma è penultima. Prima è Lubiana (Slovenia), ultima Skopje (Macedonia). Insomma, se l’obiettivo della sindaca, Virginia Raggi, era quello di migliorare la qualità della vita dei romani, dobbiamo prendere atto che la meta è lontana, probabilmente irraggiungibile, conclude l’Aduc.
Di classifiche sulla qualità della vita nelle diverse città se ne stilano più o meno una decina l’anno: le fanno il Sole24Ore, Italia Oggi, le Università, istituti stranieri e persino l’Unione Europea con l’Eurobarometro. Ovviamente, ogni Sindaco finisce immancabilmente sulla graticola per ogni posizione persa oppure stappa lo spumante per ogni posto recuperato. 
E la girandola di posizioni è veramente impressionante: nel 2006, ad esempio, il Sole24Ore metteva Roma all’ottavo posto come qualità della vita sulle 110 città capoluogo di provincia. L’anno dopo, sempre sindaco Walter Veltroni, ben venti posizioni in meno. Il successivo si risale di 4 posti e quello dopo, l’anno 2010 su dati 2009, Alemanno sindaco venne crocifisso per la perdita di 11 posizioni riguadagnate dodici mesi dopo con gli interessi, visto che Roma, nel 2011 si attestò al 21esimo posto e l’anno dopo addirittura al 20esimo. Nel 2016, su dati 2015, la posizione in classifica segnava il 16esimo posto ma per il 2017 si scende di nuovo al 24esimo tenendo, per altro, conto del fatto che nell’ultima rilevazione il Sole24Ore ha introdotto nuovi parametri di analisi oltre i classici.
C’è anche la classifica internazionale Mercer - anch’essa, come quella del Sole24Ore centrata sulla qualità della vita esaminata attraverso una serie di parametri che vanno dal lavoro all’innovazione, dai flussi su redditi, risparmi e consumi ai servizi, alla famiglia, la sicurezza, l’integrazione, la cultura e via dicendo - che mette in relazione le principali città europee. E qui Roma non brilla di certo: mai entro le prime 50 città europee e, anzi, sempre al di sotto, fino al 57esimo posto del report 2017.
Poi ci sono le rilevazioni delle Università: un'indagine curata dal Dipartimento di statistiche economiche della Sapienza ha fatto esultare i 5Stelle visto che la Capitale era data in risalita di ben 21 posizioni rispetto alla classifica dell’anno precedente. Ciò che i grillini romani hanno dimenticato di sottolineare è che l’anno scorso la città era precipitata dal 69esimo posto del 2015 all’88esimo del 2016. Insomma, parametro che vai, classifica (e polemiche) che trovi.

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