Se ci sarà, il processo a Virginia Raggi sarà celebrato nel pieno della campagna elettorale per le elezioni politiche e per le regionali del Lazio. La decisione arriverà a inizio gennaio. Subito dopo il rientro dalle vacanze natalizie, infatti, il giudice per l’Udienza preliminare, Giuseppe Gentile, dovrà decidere se prosciogliere direttamente oppure rinviare a giudizio il sindaco Raggi per l’accusa di falso che la Procura le attribuisce nell’ambito del procedimento sulla nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele, alla direzione del Dipartimento Turismo del Campidoglio.
Qualora, quindi, il Gup optasse per il rinvio a giudizio, la Prima Cittadina salirebbe alla sbarra proprio quando sarà in pieno svolgimento la corsa elettorale, visto che le Camere potrebbero essere sciolte subito dopo Natale.
Al momento, poi, gli avvocati del Sindaco non avrebbero ancora presentato la richiesta di rito abbreviato ma le dichiarazioni resi nei giorni scorsi da Alessandro Mancori, legale della Raggi, non escludono questa possibilità. Che sortirebbe un duplice effetto: il primo, visto che la sentenza viene emessa direttamente in sede di udienza preliminare e non con un dibattimento processuale, garantirebbe alla Raggi di avere la sentenza lontano dai comizi elettorali. La seconda, che, in caso di condanna, la riduzione di un terzo della pena la terrebbe al sicuro dai rischi di incappare nella legge Severino che scatta solamente se la condanna supera i due anni.
L’indagine è quella sulla nomina di Renato Marra alla guida del Dipartimento Turismo. Per l’accusa, la Raggi avrebbe mentito all’Anticorruzione quando aveva affermato la sua “autonoma ed esclusiva responsabilità” nella nomina di Renato Marra. È assurta agli onori la frase: “il ruolo del direttore del Personale Raffaele Marra è stato di mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali. Il dottor Marra si è limitato a compiti di mero carattere compilativi” che la Raggi indirizzò all’Anticorruzione.
Per la Procura, però, la Raggi con queste affermazioni avrebbe detto il falso. E, a sostegno dell’accusa, vengono citate sia le chat recuperate dal cellulare di Raffaele Marra sia le date che non tornano: la procedura di selezione di Renato Marra, infatti, iniziò mentre la Raggi era in missione in Polonia.
Ovviamente, i guai giudiziari dell’una, la Raggi, divengono materia di contesa politica con il Pd che subisce, a sua volta, gli attacchi per le ultime vicissitudini giudiziarie del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
Roberta Lombardi, a oggi l’unica sfidante di Zingaretti alla guida del Lazio, ha subito colto la palla al balzo: Zingaretti è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di aver reso falsa testimonianza nel processo Mondo di Mezzo. E subito dai 5Stelle si è rialzato il solito peana giustizialista. Cui ha risposto il Pd con una serie di bordate di comunicati la cui sintesi è “i 5Stelle attaccano su Zingaretti per coprire i guai giudiziari della Raggi”.
Liti a tutto vantaggio del candidato del centrodestra. Quando ci sarà.
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