mercoledì 8 aprile 2015

ALLA RICERCA DEL TOMBINO PERDUTO

No, non è l’annuncio del titolo del prossimo film di Indiana Jones. Ma quasi.
È la certificazione del perché, a Roma, quando piove la città si allaga.




Non c’entra Marino Ignazio da Genova. Perché il tombino sul quale dovrebbero oramai lavorare gli archeologi, è così da anni. Anche prima di Alemanno era così.
Sepolto, ricoperto, interrato e asfaltato.
La vittima di lavori stradali fatti alla pene di segugio si trova in via Mamiani, giusto a metà strada fra il Radisson Blu Hotel – noto per organizzare feste serali che trasformano il quartiere in un parcheggio indecentemente libero a qualsivoglia violazione del Codice della Strada e nella più totale latitanza della Polizia di Roma Capitale – e l’ingresso del Mercato Esquilino settore abbigliamento.

Da anni e annorum, avrebbe scritto Giovannino Guareschi, quel tombino è solo un ricordo, insieme ai marciapiedi oramai giunti, a forza di sommare asfalto su asfalto, a livello strada o quasi.

E, quando piove, il rivolo d’acqua che si forma lungo via Filippo Turati, strada in discesa dalla Stazione Termini verso Piazza Vittorio, corre fangoso e marroncino, trascinando con sé ogni sorta di detrito, per girare proprio in via Mamiani dove il povero tombino viene scavalcato senza fatica, per terminare nel simpatico laghetto che si forma, l’inverso di quelle mitiche isole a scomparsa del Pacifico, in via Principe Amedeo.



Del resto, la città è pronta per il Giubileo!


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