mercoledì 15 aprile 2015

ECCO LA SQUADRA DELLO STADIO DELLA ROMA




La trivella è ancora lì, all’opera. Spostata, rispetto a venerdì scorso, di un centinaio di metri. 



La comunicazione di avvio dei sondaggi, presentata lo scorso 26 marzo al Municipio, riporta l’inizio degli scavi per il 6 aprile, Pasquetta, e una previsione di durata di 60 giorni, quindi con termine ultimo il 5 giugno. Sette le particelle catastali interessate dalle trivellazioni, tutte di proprietà del Gruppo Eurnova. 

La comunicazione di avvio dei
sondaggi presentata al Municipio IX
E il 15 giugno, 10 giorni dopo la conclusione dei sondaggi geologici, c’è l’impegno, da parte dei proponenti, di presentare al Campidoglio i definitivi. Definitivi che, va ricordato, devono essere corredati di tutti i calcoli strutturali degli edifici, dei parcheggi, ponti e via dicendo, per poter essere accolti come tali dal Comune e, quindi, dopo l’esame preliminare, girati alla Regione per l’avvio della Conferenza di Servizi definitiva.

Tanto che, ieri, la Roma ha diffuso ufficialmente la notizia dell'avvio dei sondaggi effettuati dalla Geores: "In funzione delle caratteristiche che abbiamo rilevato attraverso le prime perforazioni - afferma Claudio Vercelli, direttore generale Geores - verranno forniti i parametri corretti agli ingegneri strutturisti che dovranno progettare e dimensionare l'opera, in questo caso le strutture che sorreggeranno lo Stadio". 
Iniziano anche a filtrare i nomi di alcuni dei progettisti che stanno, da pochi giorni, iniziando a lavorare sui diversi edifici. Oltre gli arcinoti Dan Meis e Daniel Libeskind, rispettivamente (futuri) autori dello Stadio vero e proprio e delle tre torri che saranno il cuore del Business Park, sarà Paolo Desideri, professore ordinario di Composizione architettonica e urbana a Roma 3, a occuparsi del progetto dello svincolo autostradale con ponte sul Tevere, del ponte ciclopedonale sempre sul Tevere e della nuova stazione della Roma-Lido.
Lorenzo Busnengo, invece, insieme alla Gesvim, società strettamente legata a Errico Stravato, ex direttore del Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma sotto la Giunta Alemanno, procederà alla progettazione delle opere di urbanizzazione. Altro fiore all’occhiello: la Arup, una delle più importanti società internazionali di progettazione strutturale (sua, fra le varie, la progettazione strutturale dell’Allianz Arena e dello Stadio del Valencia, per il quale ha curato anche il disegno architettonico e l’antincendio). A supervisionare e coordinare il tutto, come già detto nei giorni scorsi, la Lend Lease, società australiana specializzata proprio nell’attività di coordinamento di progetti complessi.

In realtà, nonostante questi grandi nomi che rassicurano circa la volontà di imprimere un’accelerazione al progetto, restano aperte le questioni legate proprio ai calcoli strutturali. Concludendo i sondaggi il 5 giugno, appare molto vicino al miracolo che, dopo soli 10 giorni, i proponenti siano in grado di presentare i definitivi di tutte le opere corredati dei calcoli strutturali. Tanto che, secondo “radio Stadio”, appare più probabile che si possa trattare di un “preliminare molto avanzato” i cui calcoli strutturali potrebbero essere oggetto di successiva revisione all’esito della relazione geologica o comunque in corso d’opera. Voci di corridoio, tutte da confermare, indicano comunque forte la volontà di rispettare i termini e di consegnare al Campidoglio i progetti di Stadio, di una delle tre torri, delle aree commerciali e delle infrastrutture di viabilità entro il 15 giugno.




Il Comune è interessato a un intervento di qualità, e la qualità non è solo estetica ma caratterizza tutto il processo, tutte le fasi. Fino a oggi – afferma l’assessore all’Urbanistica di Roma, Giovanni Caudo - tutto il processo è stato svolto con il massimo rigore e assicurando qualità, tecnica e amministrativa ad ogni fase e rispettando i tempi di legge. Ci aspettiamo che, ancora di più in questa fase attuativa, la qualità sia il criterio guida per i progetti definitivi e per la realizzazione dell'intervento nel suo complesso”. Letto fra le righe della diplomazia: attenzione che i tecnici comunali non sono degli sprovveduti

Il mese (circa) annunciato come il tempo che il Comune si prenderà per l’esame preliminare delle carte (prima di darle alla Regione), servirà a valutare proprio questo aspetto, oltre che la rispondenza dei progetti ai dettami della Delibera di Pubblico interesse.

domenica 12 aprile 2015

STADIO; GIÀ COSTATO 40 MILIONI


Detto che le trivelle sono arrivate e che, da fine marzo, stanno scavando nei terreni di proprietà della Eurnova del Gruppo Parnasi, restano da capire alcuni elementi. 

A partire dagli aspetti finanziari. Il costo totale del progetto preliminare, dei sondaggi geologici e dei progetti definitivi di tutto il complesso, potrebbe superare i 40 milioni di euro e sfiorare i 50. Soldi che, al momento per quanto è dato di sapere, verrebbero investiti dalla Stadio TDV, la società creata ad hoc, con sede a Milano, il cui CEO, è Mark Pannes, quindi né dalla As Roma né, ovviamente, dal Comune che, in tutta l’operazione, avrà solo il compito di incassare soldi, sotto forma di opere pubbliche. Da chiarire, però, quali saranno poi le ripartizioni interne di questo investimento fra i soci della Società: se, ad esempio,la “quota” dell’investimento a carico del Gruppo Parnasi sarà costituita solo dal valore dei terreni o se si renderanno necessari anche esborsi di denaro liquido. Della partita fa parte anche la Starwood Capital Group.
In seconda battuta, i dati più tecnici. Quanti “buchi” dovranno essere fatti per giungere ad un’analisi del sottosuolo che renda attendibili poi i calcoli strutturali dei progetti definitivi? Il dato è fondamentale per cercare di ipotizzare una tempistica quanto più attendibile nell’esecuzione dei sondaggi. 

La superficie interessata dall’intero intervento è di oltre 108 ettari, cioè 1 milione e 85mila (e spicci) metri quadri. Di questi, 547mila metri quadri di Eurnova, 86mila pubblici e 451mila di privati (quasi tutti di società del Gruppo Armellini) che saranno “assoggettati ad esproprio”, come si legge nella Delibera del Campidoglio. È chiaro che in questi 108 ettari sono comprese anche le aree a verde che, non vedendo edificazioni, non necessitano di sondaggi geologici. Ma, sempre stando alle carte ufficiali del Comune, la superficie interessata da edificazioni (Stadio e Business Park) è pari a 38 ettari e mezzo. A questi, vanno sommati anche gli interventi sulle strade, i ponti, gli svincoli, la metropolitana e i parcheggi (non quantificati in Delibera): tutte aree sulle quali devono essere rispettate le norme vigenti in materia antisismica e, quindi, oggetto di sondaggi. 
Vero è che i proponenti possono portare i definitivi delle opere private anche in un secondo momento, ma appare poco credibile che si rimandino i sondaggi delle private a epoche successive. 
In sostanza, quindi, pur “scremando” le aree verdi, e utilizzando anche la bibliografia di precedenti sondaggi (di cui, però, occorre comunque verificare l’attuale rispondenza alle norme in vigore), non sono pochi i ”buchi” che le trivelle dovranno scavare. In media, una trivella effettua uno/due sondaggi al giorno, alla profondità media di 50 metri. La “maglia” su cui si opera è di un “buco” ogni 50 metri. 


Inoltre, va considerato anche un altro fattore di potenziali rallentamenti nella fase sondaggi: non tutti i terreni sono nelle disponibilità dei proponenti: lo sono, come sottolineato dalla Delibera del Campidoglio sul pubblico interesse, solo quelli di proprietà di Parnasi e quelli di proprietà pubblica. Il 41,6% delle aree oggetto dell’intervento è di privati e, qualora non si giunga in qualche modo ad un accordo bonario fra le parti, si potrebbe rendere necessario ottenere l’”accesso” alle aree in questione. E questo potrebbe aprire la strada anche a quei ricorsi al Tar, ad oggi ancora non percorsi se non da un unico ricorrente che si è visto rigettare la richiesta di sospensiva, presentata contro l’esproprio, poiché le procedure di esproprio ancora non sono iniziate. 




È quindi anche in base al numero delle trivelle in funzione - dato non ancora diffuso - che si può prevedere una tempistica attendibile. A fine aprile è previsto il prossimo aggiornamento sullo stato dei lavori tra Pallotta e il sindaco Marino, mentre Pannes ha già programmato un nuovo blitz nella Capitale.

sabato 11 aprile 2015

STADIO; PARTONO I LAVORI (DEI SONDAGGI GEOLOGICI)



Segnarsi la data: 26 marzo 2015. E anche il numero di protocollo: 28116. Questi due numeri, data e protocollo, sono il giorno di vero inizio dello Stadio di Tor di Valle della As Roma. Non è la prima pietra: per quello ci vuole ancora tempo, ma è l’inizio dei sondaggi geognostici e sismici.

Andiamo per ordine. Al IX Municipio, presidente Andrea Santoro (Pd), competente per territorio, è finalmente giunta dalla Eurnova la tanto attesa e sospirata “comunicazione di avvio delle indagini geognostiche e sismiche”. 

Arrivano le trivelle, insomma. 

E, a controprova, e con non poca difficoltà, una trivella operativa l’abbiamo vista e fotografata. Insomma, si può dire che finisce la prima parte dell’era delle carte bollate e si inizia a fare sul serio

Come? In sostanza, con un’apposita trivella, si fa un buco nel terreno per ricavarne una “carota” di materiale da esaminare per analizzare e comprendere la composizione del sottosuolo: questi sondaggi sono fondamentali per determinare, appunto, cosa c’è nel sottosuolo e, quindi, stabilire a quale profondità occorre scavare per piantare i pali delle fondazioni degli edifici. 
Soddisfatto e cauto il presidente del Municipio, Santoro: “L’avvio dei sondaggi geologici è un passaggio importante. Il Municipio, con tutti gli strumenti a disposizione, vigilerà per il rispetto delle regole. Soprattutto, però, ribadiamo l'impegno affinché siano onorate in tutte le fasi progettuali le indicazioni date in relazione all'impatto sulla viabilità dei quartieri”.

Il passaggio è fondamentale: stando sempre alle dichiarazioni rilasciate dal sindaco Marino al termine dell’incontro del 24 marzo scorso con Mark Pannes, Ceo dello Stadio, i progetti definitivi dovrebbero pervenire entro il prossimo 15 giugno, a oggi, cioè, fra 65 giorni (46 se si escludono i fine settimana). Perché il progetto sia “definitivo”, però, occorre che siano stati effettuati i calcoli strutturali. Per effettuare i calcoli strutturali occorre aver fatto le indagini geostatiche e sismiche. Quelle che, finalmente, sono iniziate da pochi giorni. 

Insomma, senza trivelle e sondaggi, non si può fare il progetto definitivo.



A questo punto, dopo un limbo di esattamente tre mesi – il 22 dicembre l’approvazione in Consiglio comunale della Delibera che sancisce il pubblico interesse al progetto e il 26 marzo la comunicazione di avvio dei sondaggi – lo Stadio riparte. 

Non è da escludersi che questa ripresa dell’attività sia legata alla collaborazione fra la Roma e la società australiana Lend Lease, specializzata proprio nella gestione di progetti complessi. 

Negli ambienti giallorossi filtra sempre un grande ottimismo sul rispetto dei tempi inizialmente indicati (entro fine anno la posa della prima pietra) ma realisticamente si inizia a ragionare su un potenziale slittamento dei tempi di circa 6-8 mesi per l’avvio del cantiere vero e proprio. 



La tempistica, infatti, è legata a una serie di incombenze obbligatorie dalle quali non è possibile derogare. Innanzitutto i tempi necessari a completare i sondaggi geologici: generalmente stimati in 2-4 mesi. A questi vanno sommati i tempi per completare i progetti definitivi, il deposito degli stessi in Comune che dovrà esaminarli prima di girarli alla Regione. In mezzo c’è la questione delle Valutazioni di Impatto Ambientale che, fra pubblicazione e altro, porta via altri 6 mesi. E, quindi, la Regione con i suoi sei mesi per esaminare il progetto in sede di Conferenza di Servizi decisoria. Poi gli eventuali espropri e le firme varie e quindi, finalmente, potrà posarsi la prima pietra. 
Che, al di là dei proclami da parte del Campidoglio, se avvenisse anche dopo l’estate del 2016, sarebbe per la Roma un successo eccezionale.

mercoledì 8 aprile 2015

ALLA RICERCA DEL TOMBINO PERDUTO

No, non è l’annuncio del titolo del prossimo film di Indiana Jones. Ma quasi.
È la certificazione del perché, a Roma, quando piove la città si allaga.




Non c’entra Marino Ignazio da Genova. Perché il tombino sul quale dovrebbero oramai lavorare gli archeologi, è così da anni. Anche prima di Alemanno era così.
Sepolto, ricoperto, interrato e asfaltato.
La vittima di lavori stradali fatti alla pene di segugio si trova in via Mamiani, giusto a metà strada fra il Radisson Blu Hotel – noto per organizzare feste serali che trasformano il quartiere in un parcheggio indecentemente libero a qualsivoglia violazione del Codice della Strada e nella più totale latitanza della Polizia di Roma Capitale – e l’ingresso del Mercato Esquilino settore abbigliamento.

Da anni e annorum, avrebbe scritto Giovannino Guareschi, quel tombino è solo un ricordo, insieme ai marciapiedi oramai giunti, a forza di sommare asfalto su asfalto, a livello strada o quasi.

E, quando piove, il rivolo d’acqua che si forma lungo via Filippo Turati, strada in discesa dalla Stazione Termini verso Piazza Vittorio, corre fangoso e marroncino, trascinando con sé ogni sorta di detrito, per girare proprio in via Mamiani dove il povero tombino viene scavalcato senza fatica, per terminare nel simpatico laghetto che si forma, l’inverso di quelle mitiche isole a scomparsa del Pacifico, in via Principe Amedeo.



Del resto, la città è pronta per il Giubileo!