Un rigore segnato, e forse atteso da tempo, quello di ieri in Campidoglio del presidente della As Roma, James Pallotta, durante l'incontro con il sindaco Marino.
Il tema è prioritario, non solo per lui: la realizzazione del nuovo Stadio della Roma.
Il momento è caotico ma decisivo.
E lui affonda: è: “C’è stato un numero di casi in cui persone che non sono più coinvolte nel governo della città, tentavano di rallentarne il processo. Noi volevamo che si facesse in fretta e pensiamo che ora il consiglio comunale andrà al voto e la vicenda si risolverà”.
L’inchiesta Mafia Capitale, quindi, secondo il Patron giallorosso, che ieri ha incontrato il sindaco Marino in Campidoglio, rimuovendo o mettendo sotto scacco alcuni consiglieri quanto meno tiepidi sulla delibera, ha rimosso alcuni ostacoli sulla strada del via libero definitivo allo Stadio.
Anche Mark Pannes, responsabile della Roma per il progetto Stadio, chiamando i tifosi ad assistere “educatamente” alle prossime sedute del Consiglio, è molto chiaro: “Negli ultimi 15 giorni, sono successe molte cose in Campidoglio. Penso che la situazione oggi sia davvero positiva, è stata eliminata una parte delle ragioni dei ritardi nelle delibere del Comune”.
Anche se su questa accelerazione interviene il capogruppo PD in Consiglio, Fabrizio Panecaldo: “Vorrei rassicurare mister Pallotta sul fatto che nessuno ha mai rallentato l'iter di approvazione della delibera sullo stadio, come dimostrano i precedenti passaggi d'aula. L'accelerazione in questione nasce semplicemente da uno snellimento dei lavori, alleggerito da alcune delibere non provviste dei pareri delle competenti commissioni, e non pronte per il voto d'aula”.
Salvo sorprese, dunque, oggi, si dovrebbe partire con la discussione in Assemblea Capitolina.
Condizionale d’obbligo, però. “Pensiamo di poter licenziare la delibera martedì, salvo richieste di deroga delle opposizioni, che da regolamento non possiamo negare”, dice sempre Panecaldo.
In sostanza, e traducendo dal tecnicismo, se oggi non venisse chiesta la deroga (per un’altra delibera regolamentare in calendario), la discussione inizia oggi per terminare presumibilmente martedì prossimo con il voto.
Qualora venisse chiesta la deroga, invece, tutto slitterebbe di una seduta: inizio martedì, voto giovedì prossimo.
A condizione che, ovviamente, non vengano presentati numerosi emendamenti e ordini del giorno che potrebbero richiedere una o più sedute aggiuntive. Per avere contezza, però, di quanti emendamenti dovessero essere presentati occorrerà attendere l’inizio reale della discussione in Aula. In ogni modo, ci siamo: la conclusione dell’iter di approvazione del provvedimento è davvero vicina.
Terminato questo iter, non rimarrà che attendere che Parnasi presenti in Comune i progetti definitivi. Secondo i bene informati, è possibile che i progetti definitivi possano richiedere ancora alcuni mesi, fra 3 o 4, prima di essere pronti. Una volta che saranno stati depositati in Campidoglio, il Comune dovrà inoltrarli alla Regione e, dal momento della ricezione alla Pisana del materiale (che non sarà certo di poche pagine), scatteranno i famosi 6 mesi che la legge concede come tempo massimo per indire e chiudere i lavori della conferenza di servizi definitiva.
E lì, si deciderà tutto.
Con un Nicola Zingaretti decisamente meno schierato con i tamburi di quanto sia stato Ignazio Marino.
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