sabato 20 dicembre 2014

STADIO; DI SCIVOLONE IN SCIVOLONE

Sullo Stadio di Tor di Valle gli scivoloni mediatici si sono sprecati sin dal primo giorno.
E sono più quelli a mettere in difficoltà l'Amministrazione Marino che il provvedimento in sé, visto che la maggioranza del Consiglio comunale è sostanzialmente a favore dell'opera.



L'ultimo scivolone, in ordine di tempo, è stato l'improvvido appello che il Primo Cittadino ha rivolto dai microfoni di RadioRadio ai tifosi della Roma: "venite in Consiglio - ha detto in sostanza - per fare pressing sui consiglieri". Nemmeno Arrigo Sacchi!
Ovviamente, oltre il fisiologico risentimento di maggioranza e opposizione sintetizzato da una sibillina frase ("Ma Marino vuole tappetini o consiglieri?"), questa uscita del Sindaco dimostra in maniera esplosiva la sua difficoltà ad avere un rapporto di collaborazione costruttiva con il Consiglio comunale. 


E hai voglia che il povero capogruppo Pd, Panecaldo, si affretti di volta in volta a fare il pompiere: se si prosegue così, si fa prima a spostare il Campidoglio a via Genova, sede del Comando dei Vigili del Fuoco.

Il richiamo alla piazza - che, com'è o dovrebbe essere noto, una volta messa in moto non si ferma mica con un fischietto - significa che non hai una maggioranza stabile, che non sei in grado di portare a casa con le tue forze un provvedimento.

Questo, però, è solo l'ultimo degli scivoloni in cui Marino è occorso.

Già dall'inizio dell'iter, Marino si è troppo appiattito sul progetto. Come dimenticare l'entusiasmo il giorno dell'annuncio? Nemmeno erano state depositate le carte che già Marino aveva battezzato come meravigliosa l'opera.
Salvo poi dover iniziare a trattare come nemmeno Ebeneezer Scrooge!



Altro scivolone, perdonatogli dalla stampa, il viaggio a New York da Pallotta per trattare. Non si è mai visto che è chi deve autorizzare un'opera ad andare da chi richiede le autorizzazioni per trattare!

Poi, e reiterato nel tempo, c'è proprio il tempo, meglio, la tempistica
Ogni volta che glielo domandano, invariabilmente Marino risponde con granitiche certezze: nella primavera 2015 si mette la prima pietra
Si è perso il conto di quante volte l'abbia detto!
Ora, non fissandoci sui termini convenzionali del concetto di primavera (21 marzo-21 giugno), l'idea del Nostro è che fra fine marzo e fine giugno, tutto l'intero iter burocratico/amministrativo sia concluso.


L'ITER
Cosa prevede questo iter?

  1. La redazione di tutti i progetti definitivi da parte dei proponenti
  2. il deposito di questi progetti in Comune
  3. l'inoltro degli stessi dal Comune alla Regione
  4. l'indizione della Conferenza di Servizi "decisoria" da parte della Regione
  5. il tempo massimo di 6 mesi (d'accordo, non è obbligatorio usarlo tutto, ma visti i precedenti...) entro cui deve chiudersi questa Conferenza all'interno della quale vanno:
    • esaminati tutti i progetti definitivi di tutte le opere,
    • richieste eventuali modifiche, 
    • redatto il testo della Convenzione Urbanistica (il "contratto" fra il privato proponente e il Comune sui lavori)
  6. la firma della Convenzione stessa

E, finalmente, l'avvio dei lavori.

Ora, facendo un minimo di approssimazione, va evidenziato che:

  1. Per redigere i progetti definitivi, occorre prima effettuare tutti i rilevamenti con i sondaggi geologici e archeologici (che non sembrano mai essere stati compiuti in precedenza), roba che normalmente richiede mesi di lavori, vista l'estensione superficiale dell'area e soprattutto la sua allocazione, in prossimità del Tevere
  2. Al momento, per quanto è dato di sapere, nel Gruppo Parnasi, la prima riunione con i progettisti è fissata per dopo la Befana
  3. A giudizio dello stesso assessore all'Urbanistica, Caudo, non è realistico credere a un tempo inferiore ai 4 mesi per la redazione degli stessi progetti
  4. Nel Gruppo Parnasi, gli unici lavori progettuali che sembrano andare avanti sono quelli delle opere non "emendabili", vale a dire lo Stadio con le sue immediate pertinenze (la Nuova Trigoria, il Centro Broadcasting e via dicendo)
  5. Il Gruppo dovrà depositare i progetti definitivi di tutto il pacchetto: Stadio, Trigoria, Torri e Businnes Park, ma anche ponti, strade, ferrovie, svincoli, sottopassi, parcheggi, verde. E non potranno essere le poche paginette del preliminare ma dovranno essere completi, definitivi, appunto
GLI SLITTAMENTI INEVITABILI E IMPREVEDIBILI
In tutto ciò, come dimenticare quanto sia facile incappare in slittamenti fastidiosi ma inevitabili e imprevedibili? 
Basti riflettere su un dato: la legge assegnava al Campidoglio 90 giorni di tempo per concludere l'iter amministrativo. 
Ad oggi siamo già a 208 giorni e l'iter non è ancora formalmente completo, dato che manca l'approvazione del Consiglio comunale, organo deputato alla materia urbanistica. In mezzo, fra l'approvazione in Giunta del provvedimento (3 settembre) c'è stata la Panda di Marino e le sue multe, l'inchiesta Mafia Capitale, le dimissioni dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale e la nomina del nuovo, le reiterate cadute del numero legale in Aula, le delibere con scadenza. 
Insomma, giorni che passano e si susseguono ai giorni. 
Ma lui, Marino, no. 
Continua a ripetere, come un mantra, che a primavera si posa la prima pietra. 
E Tommaso Giuntella, presidente del partito romano, che gli va pure dietro.

IL RISCHIO RICORSI
Prudenza, poi, vorrebbe che si rammentasse quanto tempo si è perso per i ricorsi - fortunatamente vinti - presentati per il restauro del Colosseo finanziato dal Gruppo Della Valle: 3 anni e mezzo solo per sapere che sì, l'opera si poteva fare. Ed era un'opera decisamente meno invasiva di questa.
Con associazioni varie di tutela ambientale e comitati vari schierati per il "no", più le problematiche inerenti il problema espropri, come credere onestamente che nessuno presenterà qualche ricorso in qualche tribunale? Già sul progetto preliminare è possibile. O anche sugli step successivi...
Con i tempi della giustizia italiana, quindi, non è inverosimile credere che l'iter possa essere già semplicemente molto rallentato dalla possibilità che vengano presentati ricorsi. Se non fermato, addirittura, se poi i ricorsi fossero anche accolti.


Onestamente, sono comprensibili le difficoltà amministrative e mediatiche in cui si dibatte questa Amministrazione. Ed è quindi pienamente intuibile perché Marino punti molto sullo Stadio per rimettere in auge un'immagine sbiadita e lacerata sua e della sua Giunta che oggi, per un breve momento, gode di un nuovo margine di luna di miele, ma che, appena calmatosi il clamore mediatico (sempre che non arrivi un altro uragano che investa nuovamente il Campidoglio) su Mafia Capitale, le inefficienze tornino a galla più di prima.
Ma non è possibile domandarsi come mai il Nostro riesca a prendere di petto - come Alemanno non era stato in grado di fare - tutti i possibili inciampi per cadere. E farsi male. Da solo.


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