Sette giorni: tanto ci hanno messo Parnasi e Pallotta a presentare il nuovo Studio di Fattibilità che integra il progetto dello stadio a Tor di Valle.
Un tempo record, che sorprende e che, visti i precedenti - due anni per lo studio di fattibilità presentato lo scorso maggio e addirittura venti giorni abbondanti per produrre il solo piano Particellare, richiesto il 31 luglio è consegnato ben oltre ferragosto - lascia aperto l'interrogativo sulla effettiva credibilità di un ponte e di una metro messe su carta in una settimana!
Ponte pedonale, videosorveglianza del futuro parco e, soprattutto, il prolungamento della metro B da Magliana all'attuale stazione Tor di Valle della Roma Lido di Ostia.
Contraddicendo i tecnici che in Conferenza di Servizi avevano puntato tutto sul potenziamento della Roma Lido, questo intervento esce silenziosamente di scena. In Campidoglio "si accontentano" dell'intervento che la Regione ha in atto e che porterà la frequenza a 1 treno ogni 7 minuti e mezzo, rispetto agli attuali 10, ma molto lontano dai 5 indicati dai tecnici. Insomma, dopo il successo sbandierato, piano piano quello di New York appare sempre più un accordo al ribasso e che contraddice tutte le prescrizioni indicate dai tecnici.
Il mantra è: metropolitana. Tutto il resto è superfluo.
Dal Piano Particellare emerge che Parnasi stima in 25 milioni e 145mila euro la spesa per gli espropri. Si tratta di terreni quasi tutti classificati a "verde", per 372mila e 849 metri quadri. Il 98% dei quali appartiene a due società, la Filemone e la Immobilquindici, che, secondo il Campidoglio, sono riconducibili alla Holding Armellini.
A queste due, verranno espropriati quasi 35 ettari con un risarcimento stimato da Parnasi in quasi 24 milioni di euro, circa 69 euro a metro quadro.
In mezzo, oltre aree di altri privati, ce ne sono due del Consorzio del Tevere per quasi 5 ettari, tre pascoli del Comune di Roma e cinque aree del Demanio pubblico, e circa 64 mila metri quadri della Via del Mare. Ovviamente le aree pubbliche non saranno espropriare ma "asservite".
Colpisce la discrepanza fra le cifre contenute nel progetto originario - che indicavano in 451.789 metri quadri le aree di privati da espropriare e in 86.716 metri quadri quelle pubbliche da "asservire" - e quelle del Piano Particellare: scendono le aree da espropriare ai privati a 372.849 metri quadri, circa 79mila in meno, ma salgono di 25mila metri quadri abbondanti, attestandosi a 112mila metri quadri, quelle pubbliche da asservire, nonostante sia stata eliminata dal progetto l'area della Tenuta dei Massimi, vincolata a riserva naturale.
Intanto si innalza il livello dello scontro politico. Dai consiglieri comunali ora siamo passati definitivamente ai Deputati. E, se la lotta è nei fatti interna al Partito democratico, ora il "conflitto" si allarga anche alle altre forze politiche. Parte Roberto Morassut, ex assessore all'Urbanistica di Veltroni e 'papà' del Piano regolatore del 2007 vigente, che già nei giorni scorsi aveva sparato secco sul progetto: "La legge è lacunosa e abborracciata, genera contraddizioni e non spiega in cosa sia il pubblico interesse" di quest'opera.
Replica Francesco Giro, senatore Forza Italia: "Perché questa guerra contro una squadra e un sindaco voluto nelle primarie Pd proprio da Morassut? C'è puzza di bruciato".
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