venerdì 4 luglio 2014

IL PIANO DI RIENTRO DI MARINO

LO SQUILIBRIO STRUTTURALE DEI CONTI
I TAGLI AI DIPARTIMENTI
I TAGLI ALLE MUNICIPALIZZATE



Sono 102 pagine più tabelle, introduzione compresa. Otto i capitoli, più svariati paragrafi. 





È il Piano di Rientro che la Giunta Capitolina si è impegnata a presentare oggi, in via ufficiale, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, a seguito delle leggi 16/2014 e 68/2014.
Nella riunione informale tenutasi ieri a Palazzo Chigi, il testo è stato fornito in via ufficiosa e, sulla carta, avrebbe ottenuto il primo placet.

Andando per ordine, si legge che "la spesa strutturale corrente [...] a fine 2013 si attesta su un livello di poco superiore ai 2,8 miliardi di euro [...] ed è rimasta sostanzialmente invariata [...] per tutto il periodo 2009-2013". Si punta il dito sull'"eccessiva frammentarietà del bilancio, con dispersione dei centri di costo e difficoltà di controllo dei singoli drivers di spesa" e sul "crescente ricorso al meccanismo del deliberato e dell'impegnato". 
In sostanza, spiegano i tecnici, il Comune si è impegnato in spese che non avevano fonti di copertura certe.

Tirando le somme, a pagina 5, si legge: le entrate strutturali sono circa 4 miliardi e 20 milioni di euro, le uscita sono 4 miliardi e 460 milioni di euro. Ergo, mancano all'appello 440 milioni di euro l'anno.

Dopo una bella fetta di pagine in cui si fa un esame autoptico, con dovizia di grafici e tabelle, delle entrate e delle spese, il cui sunto è proprio quel "ci servono 440 milioni di euro l'anno", inizia la sequela dei futuri tagli da operare nel triennio.

Da pagina 39 a pagina 57 della relazione, infatti, si legge l'elenco delle strutture che saranno interessate dalla "razionalizzazione" della spesa:





  • Dipartimento Risorse economiche
    • Struttura per la lotta all'evasione
    • Contratto di servizio con Atac-Sta per le contravvenzioni degli ausiliari del traffico
  • Dipartimento Servizi educativi e scolastici, Giovani e Pari opportunità
    • Servizio mensa in appalto
    • Contributo gestione delle mense scolastiche
  • Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione urbana
    • Utenze elettriche erogate dall'Acea
    • Utenze elettriche erogate da altri fornitori
    • Utenze idriche
    • Servizio energia
    • Manutenzione ascensori
    • Manutenzione ordinaria edifici
    • Manutenzione impianti di ventilazione
    • Manutenzione impianti speciali
    • Municipi
      • Manutenzione edifici, lavori in somma urgenza
      • Manutenzione ordinaria uffici
      • Manutenzione impianti speciali
      • Manutenzione ascensori
      • Manutenzioni varie e riparazioni
      • Manutenzione impianti tecnologici
      • Manutenzione impianti elettrici
  • Dipartimento Politiche sociali, Sussidiarietà e Salute
    • Case di riposo per anziani

Parte poi l'esame delle Municipalizzate.







Seguitando nell'analisi, la relazione riporta uno schema di sintesi del piano di riequilibrio con un taglio di spese, da raggiungere nel 2016, di oltre 437 milioni di euro, pari a poco meno del 10%:





Entrando nel merito, per il Gruppo Ama, sono previste le seguenti cessioni o liquidazioni delle società partecipate:

  • Roma Multiservizi: dismissione totale
  • Fondazione Insieme per Roma: uscita dalla Fondazione
  • Cisterna Ambiente: dimissione
  • Centro Sviluppo Materiali: dismissione
  • Società per il Polo Tecnologico romano: dimissione
  • Consel Scarl: dismissione
  • Ama Soluzioni integrate viene fusa per incorporazione con la controllante Ama
  • Servizi Ambientali: liquidazione
  • Consorzio Riciclaggio Scarti edili: liquidazione
  • Fondazione Amici del Teatro Brancaccio: liquidazione
  • Marco Polo: liquidazione
  • Fiumicino Servizi: liquidazione

Il Piano di rientro prevede invece di mantenere le partecipazioni di Ama in:

  • EP Sistemi: società di progettazione, realizzazione e gestione di impianti per la produzione di energia elettrica con sede a Colleferro (Rm) purché persista il coinvolgimento di Lazio Ambiente (società della Regione Lazio) nell'azienda
  • Ecomed: società di progettazione, realizzazione e gestione di impianti di termovalorizzazione e trattamento dei rifiuti, partecipata al 50% con Acea. Ecomed controlla il 67% del Consorzio Ecologico Massimetta che dovrebbe costruire il termovalorizzatore di Albano Laziale. Questa partecipazione è subordinata al persistere dei progetti di impianti di produzione di energie alternative.



Per il Gruppo Atac, invece, si prevede:
  • Cessione o liquidazione per:
    • Trambus Open
    • Bravobus
    • SMS Sicurezza Mobiiltà
    • Consel Scarl
    • Banca Etica
    • BCC Roma
    • Polo Tecnologico
  • Fusione per incorporazione di Officine Grandi Revisioni in Atac


Fra le altre Società (servizi strumentali, Aziende speciali, Mutue, etc), si prevede:

  • Cessione delle quote o liquidazione per:
    • Servizi Azionista Roma: liquidazione
    • Roma Patrimonio: liquidazione
    • Agenzia Regionale per la Promozione Turistica del Lazio: liquidazione
    • Agenzia comunale Tossicodipendenze: liquidazione
    • BCC Roma: cessione quote
    • Alta Roma: cessione quote
    • Centrale del Latte: cessione quote

Viene invece deciso di mantenere inalterato il quadro delle partecipazioni per:
    • Zétema
    • Æqua Roma
    • Roma Metropolitane
    • Roma Servizi per la Mobilità
    • Risorse per Roma
    • Aeroporti di Roma
    • Eur SpA

Poi ci sono quelli che nella relazione vengono etichettati come "casi speciali":

  • Farmacap: giudizio sospeso, le soluzioni arriveranno solo dopo la fine dell'attività commissariale in corso
  • Centro Agroalimentare Romano: attualmente in fase di fusione con la controllata Cargest. Solo successivamente la fusione, una volta valutata l'appetibilità della società, sarà possibile valutarne la cessione.
  • Investimenti: una volta realizzata la fusione con la controllata Fiera di Roma, sarà possibile valutare l'apertura ai privati o quella di garantire un contributo pubblico al polo fieristico.
  • Assicurazioni di Roma: "la cessione dovrà essere considerata non essendo l'attività riconducibile a finalità precipue del Comune. La decisione di cedere la partecipazione deve passare per una trasformazione societaria a meno che non si decida di cedere la sola licenza" (pag. 71)


Per le due figlie di mammà, Atac e Ama, viene poi disegnato lo scenario del "piano di efficentamento".

Per Atac, nel triennio 2014-2015-2016, si prevede:
  • Ridefinizione della governance istituzionale
  • Riprogrammazione dell'offerta industriale
  • Riorganizzazione dei processi gestionali
  • Pianificazione e attuazione di un'adeguata strategia di marketing, vendita e comunicazione
Il tutto contenuto in due fondamentali atti:
  1. Il Piano di efficientamento
  2. Il nuovo Contratto di Servizio

Il Piano di efficientamento dovrà "garantire un mix di minori costi e maggiori introiti per almeno 140 milioni di euro". Il tutto da raggiungere attraverso azioni su:
  • Riprogrammazione della rete di superficie
  • Costo del lavoro
  • Costi operativi
  • Aumento introiti e lotta all'evasione

Il Contratto di Servizio regolerà il periodo 2014-2016 e prevede un Comitato di controllo per il monitoraggio degli obiettivi e un Comitato di vigilanza per la gestione del Contratto (pag. 74).
Infine, c'è il paragrafo delle dismissioni del patrimonio immobiliare di Atac "previa trasformazione urbanistica". Si tratta di:
  • ex rimessa Vittoria
  • ex rimessa San Paolo
  • ex rimessa Tuscolana
  • area libera da edificazione Via E. Ortolani
  • area libera da edificazione Via Libetta
Per attuare questo programma che prevede un introito di 150-180 milioni di euro, è necessario "concludere l'approvazione dei programmi unitari relativi alle aree libere entro il prossimo mese di settembre 2014 e quelli relativi alle ex rimesse entro il mese di giugno 2015". In questi programmi, poi, è previsto di aumentare "le potenzialità edilizie dei relativi suoli attraverso l'incremento dell'indice di edificabilità territoriale, includendo anche la destinazione commerciale e servizi".

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Per Ama, la relazione parte dall'analisi del "dove eravamo" nel giugno 2013, del "dove siamo" a giugno 2014, per passare al "dove andremo".
Per il "dove andremo", si legge, a pagina 76: "è fondamentale che nell'arco dei prossimi mesi siano definiti e realizzati da un lato un 'Piano Strategico Metropolitano', contenente la visione a 5-10 anni sull'evoluzione del ciclo dei rifiuti e sul futuro posizionamento di Ama, dall'altro un Piano Industriale a 3 anni (la cui finalizzazione è prevista entro il mese di giugno p.v.) contenente le azioni concrete da porre in essere per portare Roma fuori dalla situazione di emergenza".

Obiettivo strategico: assicurare all'azienda pubblica un ruolo di centralità nel ciclo dei rifiuti attraverso:
  • l'eccellenza nella raccolta differenziata (65%)
  • sviluppo di sinergie con altri attori presenti sul territorio
Il progetto industriale prevede la "realizzazione di due 'Ecodistretti'", uno per i materiali secchi, l'altro per la frazione organica, improntati alla "logica 'Zero Waste'". I benefici economici di questi ecodistretti sono stimati in 20 milioni di euro l'anno per il biologico e in 15 l'anno per il secco.


Sul fronte organizzativo, si prevede di:
  • migliorare la produttività dei servizi
  • migliorare lo stato di efficienza della flotta dei veicoli
  • Contratto di servizio 
Da un punto di vista economico-finanziario:
  • aumento dei proventi derivanti da recupero e riciclo
  • valorizzazione del personale impiegatizio
  • trasformazione della gestione impiantistica da "centro di costo" a "centro di ricavo"

L'analisi contenuta nel Piano di Rientro, però, pone il luce che dal 2014 al 2017 è prevedibile un aumento dei costi legati alla differenziata di un totale di 110-120 milioni di euro e che solo dal 2018, con la messa a regime del nuovo Piano Industriale, sarà possibile invertire il trend.


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Gli extra costi
Infine, un ultimo passaggio: secondo i tecnici che hanno stilato il Piano, Roma paga annualmente altri 110 milioni di euro necessari a coprire i costi di pulizia, trasporto, sorveglianza, manutenzione legate al ruolo di Capitale.


E, quindi, a pagina 7 della relazione si legge: "I restanti 110 milioni sono posti a carico del Governo quale contributo al riconoscimento degli extra costi di parte corrente sostenuti dal Comune in qualità di Capitale d'Italia".

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