C'è occupazione e okkupazione.
Attenzione, signori, se lo scrive Il Fatto Quotidiano la cosa si fa seria.
Se è vero - come è incontestabilmente vero - che Repubblica e Corriere sono le corde vocali del Campidoglio, è altrettanto vero che Il Fatto Quotidiano è la Tass delle Procure.
Per cui, se il Corriere, nei giorni scorsi, sviolina il Campidoglio per la vicenda okkupazioni e sgomberi - ci riferiamo alla storia del centro sociale Communia a San Lorenzo Athos o della limpidezza: Okkupazioni: avanti tutta (con bandiera rossa) - sposando l'attacco politico di SeL alla Questura e coprendosi di ridicolo nel ripetere in modo isterico-parossistico che il Comune non era complice nell'infame sgombero, quando oggi si legge sul Fatto che ci sono due diversi tipi di occupazioni, quelle del privato e quelle con la k, allora mi preoccupo.
Anche le Procure rimarranno in silenzio di fronte all'ondata di nuove occupazioni che questo clima sta annunciando?
L'offensiva è chiaramente partita: qui in gioco c'è la credibilità di SeL nel dare agibilità politica e coperture a questi movimenti.
Il silenzio di Marino e del Pd è inquietante e può voler significare che il Pd, lacerato nella lotta fratricida fra le sue correnti, non sia in grado di opporsi a quello che appare sempre più come uno strapotere di SeL.
Voci di corridoi capitolini parlano di SeL in grande agitazione per arraffare poltrone e prebende e di un Pd sempre più in affanno nell'arginare questa scalata dei vendoliani.
E Marino?
Marino, trascurato dal vero sindaco, Goffredo Bettini, impegnato a tessere la tela dei renziani su scala nazionale, vivrebbe nel suo mondo Mulino Bianco, fatto di pedonalizzazioni e biciclette, non curandosi di queste cose plebee.
Evitiamo di entrare nel merito della quantità di luoghi comuni contenuti nell'articolo la cui tesi di fondo è che le okkupazioni fatte in nome dell'interesse collettivo alla fin fine sono meno gravi di quelle fatte in nome dell'interesse privato.
Che poi a me ricorda la distinzione, tanto cara ad alcun uomini politici nel periodo di Tangentopoli, fra quelli che rubavano per arricchire se stessi e quelli che rubavano per il partito.
Curioso che lo stesso metro di giudizio sia usato dal giornale di Travaglio!
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