Colosseo si parte, anzi no. Si partirà, prima o poi. Dopo la decisione del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso del Codacons in merito alla sponsorizzazione dei restauri dell'Anfiteatro Flavio da parte del Gruppo Della Valle, gli eroici corifei del "quanto si sta bene oggi" si sperticano in elogi colossali.
Addirittura, un fondino sui gladiatori delle carte bollate che cola disgusto per coloro i quali, da due anni, tengono letteralmente in ostaggio - ricorso dopo ricorso - il Monumento.
Eppure, negli ultimi due anni - quando a "beneficiare" mediaticamente dell'avvio dei lavori sarebbe stato qualcun altro - gli stessi corifei hanno condotto in prima fila il fuoco di interdizione contro la sponsorizzazione.
Non ricordo, infatti, nessun fondino che umiliava la gladiatoria insistenza nel ricorrere a qualsiasi Tribunale. Anzi. Ricordo ampi spazi concessi a tutti coloro i quali avevano una qualsiasi dichiarazione da fare "contro" e altrettanto spazio a 9 colonne quando un frammento qualsiasi veniva giù.
Nello stesso fondino, però - come del resto anche negli altri articoli - non trova stranamente spazio ricordare chi si adoperò per trovare lo sponsor, chi mise d'accordo Tizio, Caio e Sempronio - Ministero e Sovrintendenze varie - chi si prodigò anche con gli stessi autori dei ricorsi per far cessare questo stillicidio di carte bollate.
Certo, negli articoli interni, vi è anche un breve virgolettato del pover'uomo in questione. Ma nessun onore al merito. Non che me l'aspettassi da chi oggi siede in Campidoglio: già ha inaugurato in pompa magna opere ideate, progettate, finanziate e realizzate da chi l'ha preceduto. Ma forse da chi ha condotto per 5 anni la lotta ideologica contro il pover'uomo e questa lotta l'ha alla fine vinta, forse un atto di magnanimità non sarebbe stato male.
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